Nato da una famiglia contadina a Treviglio (Bergamo), si trasferisce giovanissimo a Milano dove dirige una trentina di documentari. Nel 1961 arriva il successo con Il posto. Lโattenzione al quotidiano, viene ribadita ne I fidanzati del โ63. Poi girรฒ ...E venne un uomo (1965), biografia non agiografica di Giovanni XXIII. Nel โ78 esplode la coralitร de Lโalbero degli zoccoli, Palma dโoro al Festival di Cannes. Dopo anni di malattia, nellโ87 gira Lunga vita alla signora!, premiato a Venezia con il Leone dโargento; mentre lโanno seguente prende il Leone dโOro con La leggenda del santo bevitore, adattamento lirico dโun bellissimo racconto di Joseph Roth. L'ultimo film รจ stato Torneranno i prati, del 2014, preceduto, tra anni prima, da Il villaggio di cartone. Lo avevamo incontrato durante il montaggio di questo film, e in quella occasione ci aveva rivelato di un amore profondo per l'olio extravergine di oliva. Un prodotto di cui riconosceva l'anima purissima e contadina, il suo valore poetico oltre che gastronomico. Riproponiamo questa intervista, รจ il nostro modo di salutare il Maestro Olmi.
Il regista si sostiene al braccio della sua compagna. Ha una malattia, la sindrome di Guillaine Barrรฉ: gli ruba le fibre nervose e gli rende assai difficile muoversi, camminare. Ma non di pensare. โBisogna rinascere ogni giorno, dice Cristo nel Vangelo di Giovanniโ sorrideserenoโCome fa un albero che ogni anno รจ nuovo. Tutto ciรฒ che la natura produce ha una sua ragione. Lโolio รจ una delle note piรน squillantiโ. Sรฌ, perchรฉ Ermanno Olmi โ poeta della cultura contadina โ รจ un appassionato di olio, un fruitore militante del succo prodotto dalle olive di cui ne ha sempre, a casa, una decina di bottiglie diverse. โSpesso, la sera, mi preparo nel piatto un paio di fette di pane e mi diverto a provarci sopra due o piรน oli diversi: รจ la mia cena!โ.
La tavola
Proprio di questa passione parliamo. Partiamo dalla tavola: come la racconta questo regista che ha documentato nei suoi film il passaggio dalla civiltร della terra a quella della fabbrica, che con le sue immagini ha dato spessore alle nostre radici? โBeh, il film Lunga vita alla signora, un apologo sul potere, รจ tutto girato durante un pranzo. Con un menu imposto dal potere. I commensali si trovano di fronte a una zuppa di rana: rane del potere e quindi enormi, tanto che si faceva fatica a mangiarleโ. Un aspetto negativo, quindi, non di piacere ma di feroce critica. E mentre parliamo di come dare corpo al โsuoโ olio, alla bontร di una delle cose piรน semplici e naturali che la nostra terra produca, Olmi tira fuori una sorta di anticipazione, lโipotesi di un nuovo copione dedicato allโextravergine.
L'olio nella coscienza di uno chef: la trama ideale di un film mai realizzato
โDovrei fare un film sulla crisi di coscienza di uno chefโ fa lui โun cuoco che a un certo punto capisca come lโolio non vada cotto, non vada trattato con il fuoco, ma con amore, con una delicatezza che ne preservi intatte tutte le caratteristiche: semplici e profonde, per questo ancora piรน vere. Una storia in cui un cliente affezionatissimo di un grande ristorante di fronte alla conversione segreta dello cuoco, esclami: 'Caro chef, credevo avessi raggiunto giร il massimo, ma ti sei superato'. E lo chef รจ costretto a rivelare il segreto della conversione. Come se un uomo dopo anni di amore verso una persona, scopra un elemento nuovo che lo porti ad amare di piรน. Che poi e quello che dovrebbe avvenire sempreโ.
La meravglia della natura e dell'uomo
Per un attimo sembra percorrere un suo sentiero privato. Poi, con il sorriso sereno che non lo abbandona mai, Olmi torna ad accennare alla sua malattia. โIl corpo produce anticorpi che poi portano a produrre cellule sane. Alcune cellule nascono perรฒ anomale. E quando vengono chiamate a colpire i virus, quelle invece colpiscono le cellule. E sembra che una serie di sostanze che non conoscevamo agiscono sulle cellule facendole crescere non sane. Comunqueโ continua โla natura tende a costruire condizioni di equilibrio, di armonia. Lo squilibrio serve a creare nuovi equilibri. Attraverso tutto ciรฒ che รจ autentico, genuino e ineluttabile nel suo divenire, il cosmo agisce e contiene giร in sรฉ il motivo del nostro incontro. La natura รจ davvero grande nellโaver messo a nostra disposizione una tale meravigliaโ afferma, e pensiamo si riferisca allโextravergine. Ma spiega subito un punto di vista piรน profondoโLa meraviglia รจ la nostra capacitร , nostra di uomini, di averne capito il senso. Aver capito perchรฉ fosse buono questo frutto, lโoliva, cosa ha dentro... Pensate che percorso ha fatto lโumanitร nel capire questo e quanto sia stato lungo. E oggi siamo qui a ingannare lโolio: ci sono scellerati che compiono efferati misfatti, che fanno sofisticazioni, che truffano: sono crimini contro lโumanitร โ.
L'incontro con l'olio extravergine di oliva
Ma lui, uomo del Nord, nato nella terra del burro e dello strutto, come รจ arrivato ad amare lโolio extravergine di oliva? โAnchโio, come molti, nel dopoguerra ho conosciuto attraverso la povertร e la miseria, la fame. Siamo poi arrivati allโera dellโabbondanza di cibo. E nellโabbondanza non abbiamo tenuto conto della qualitร : dovevamo consolarci della passata miseria. Nei ristoranti per molti anni nessuno faceva caso allโolio che veniva messo nelle oliere, anche nei locali migliori. La mia nascita allโolio viene nel 1961: prima cโerano il burro, lo struttoโ ricorda โA un certo punto venne fuori lโolio di ravizzone (una brassicacea coltivata in Europa centro-settentrionale e in pianura Padana, dove si utilizza come erbario per integrare lโalimentazione degli animali, ndr). Oppure si utilizzava come medicina quello di merluzzo. Per me quello era lโolioโ.
Ma torniamo al โ61: โci fu momento a Milano in cui andava di moda inaugurare i nuovi ristoranti. Io avevo appena girato Il Posto, film che mi aveva dato una qualche notorietร . A un certo punto venne organizzata una gara tra sei chef: venni invitato a partecipare alla giuria, di cui era presidente un poeta, Alfonso Gatto. Lui, a un certo punto, venne delegato a riassumere il parere della giuria e davanti agli chef tutti bardati, fece in versi lโelogio della bruschetta. Io non sapevo neppure cosa fosse, la bruschetta!โ Fu questo episodio a stimolare una curiositร che poi รจ diventata passione.
La scoperta di cultivar e territori dell'olio
โCosรฌ, ho iniziato ad assaggiare diversi oli, fino a riuscire a distinguerne la qualitร nelle diversitร e nellโeccellenza. A casa ne ho sempre almeno una quindicina: dalla Costiera del Grappa fino alla Sicilia. Bassano รจ una delle zone piรน a nord e produce un olio ancora piรน delicato di quello del Garda. Poi ne ho scoperto altri in Valtellina, mentre giravo un documentario, lรฌ ci sono condizioni ancora migliori rispetto al Grappa: รจ una valle molto chiusa, con un microclima incredibile. Si riusciva a coltivare lโuva fino a 1.200 metri. E ora anche lโolivoโ. Ha un guizzo negli occhi, il regista, a parlare dei suoi passi progressivi nel mondo affascinante dellโolio. โIo non sono un esperto, sono un estimatore. I miei extravergine variano allโinterno della squadra: lโolio umbro, ad esempio, non รจ sempre lo stessoโ
Conoscerlo, abbinarlo, raccontarlo
E il vino? Non รจ anchโesso un prodotto ricco di storia e di radici? Non รจ bello degustarlo, riconoscere aromi e sapori? โSรฌ, perรฒ mentre il vino richiede nella produzione unโelaborazione tecnologica importante che passa attraverso la fermentazione, lโolio no. ร solo spremuto. E piรน puro viene mantenuto, meglio รจ. E poi, come varianti di sapori e profumi, forse lโolio รจ anche piรน ampio del vino. Ma non abbiamo ancora un palato educato. Non abbiamo un lessico per descriverlo con pienezza e precisioneโฆโ
Perรฒ il vino non riesce meglio a dialogare alla pari con la cucina? โMah, pensate a come si parla e si straparla degli abbinamenti col vino, fino a farne una sorta di esibizione stravagante. Invece lโabbinamento tra olio e piatto รจ una questione fondamentale, che va allโessenza. Cโรจ stato un momento in cui andava di moda abbinare Marsala e Gorgonzola. Ma cosa si direbbe nel mettere un olio di Bassano sul cavolfiore? Quello va sul pesce! Con lโaglio, per esempio, non puoi mettere lโolio di Bassano. Ma devi usare un olio di personalitร piรน forte e decisa che riesca a dialogare con lโaglio. Anche gli abbinamenti con olio andrebbero coltivati: chessรฒ, lโolio umbro o toscano lo vedrei su una Fiorentinaโ.
Ma una cosa, davvero a Olmi non va giรน. E torna al tema del copione di un film sullโextravergine. โLa cosa peggiore รจ la cottura dellโolio. Lโolio non va cotto. ร un delitto: si rovina un prodotto fantastico e fa male alla salute. Se serve un filo di grasso nella padella, torniamo ai vecchi sistemi, questi sรฌ presi dalla mia terra e dagli usi delle nonne: basta strusciare una cotenna di maiale sul fondoโ.
La cucina
E cosa pensa, Olmi, delle nuove tendenze della ristorazione e della cucina italiana? โInnanzitutto, trovo stupido pensare - come fanno molti politici โ che lโunitร (dโItalia innanzitutto) sia identificabile con lโomologazione: รจ proprio la diversitร che fa la qualitร , specialmente in Italia dove a tavola tutto puรฒ esserci, tranne la monotonia. E poiโ fa lui, magari esagerando un poโ, per aumentare lโeffetto delle sue paroleโOggi purtroppo cโรจ la tendenza a stupire, a fare un piatto perchรฉ sia esteticamente sorprendente. Perchรฉ pareggiare una bistecca o un filetto con uno stampino quadrato? Magari per completare il piatto un disegno di aceto balsamico. No! Io non andrรฒ mai a mangiare un quadro! Io sfido tutti i grandi chef a confrontarsi con tutti i prodotti e le tradizioni presenti lungo lโItalia. E vorrei vedere cosa si trova di piรน buono di un pancotto vero: con le croste di pane vecchio. Pane vero. Un pancotto fatto coi diversi tipi di pane che una volta restavano nella credenza: cotto con cipolla e alloro o salvia, le croste di cacio secco grattugiate e messe a pezzetti dentro: fortunato chi lo trovava, quel cacio! Vorrei vedere chi riuscirebbe oggi a inventarlo un piatto cosรฌ. Il filo di olio รจ il regalo piรน grande per un piatto cosiโ.
a cura di Stefano Polacchi