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Come molti prodotti che hanno reso l’Italia uno dei Paesi dal primato gastronomico, la nascita del balsamico sarebbe avvenuta in maniera casuale. Probabilmente un certo quantitativo di mosto cotto d'uva sarebbe stato dimenticato in un vaso casalingo e ritrovato solo dopo un po' di tempo quando ormai già presentava segni di una avviata acetificazione. I primi testi scritti che menzionano l’aceto risalgono al 1046 quando un monaco benedettino, dal nome di Donizione, nel suo trattato "Vita Mathildis", racconta come il futuro imperatore Enrico II di Franconia avesse mandato durante un soggiorno a Piacenza un suo messaggero al marchese Bonifacio di Canossa "poiché voleva di quell'aceto che gli era stato lodato". Da quel momento il successo di questo prodotto divenne inarrestabile, sino a comparire come condimento immancabile sulle tavole nobili delle corti d’Italia.
Acetaie 2012 sarà l’evento che celebrerà il prossimo 30 settembre la storia, la produzione e il consumo del tradizionale Aceto Balsamico di Modena. Ben 20 acetaie saranno aperte al pubblico, dove sarà possibile degustare il prodotto insieme ad altre chicche culinarie regionali. Visitando poi il Museo di proprietà della Casa Giusti (1605) sarà possibile intraprendere un viaggio temporale tra antichi reperti, botti, attrezzi da acetaia e altri cimeli.
“La manifestazione è stata ideata dieci anni fa dal Consorzio dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e dal Consorzio dell'Aceto Balsamico di Modena IGP ”, ci spiega Cesare Mazzetti Presidente del Consorzio dell'Aceto Balsamico di Modena IGP, “Oggi, sull'onda del successo dell'enoturismo, ma soprattutto con l’intento di divulgare caratteristiche e differenze di un prodotto così magico e così diffuso, i due Consorzi hanno voluto riproporre la manifestazione”. Un’iniziativa messa a punto e ideata anche in un periodo alquanto difficile per il territorio modenese. Il terremoto dello scorso maggio ha causato cospicui danni a monumenti, abitazioni, industrie colpendo il cuore anche economico della popolazione.
“I danni sono stati ingenti, e ammontano all'incirca a 20 milioni di euro”, ricorda Cesare Mazzetti, “si tratta in maggior parte di danni agli immobili che ospitano le acetaie, ma anche alle botti, alle strutture produttive per l’imbottigliamento e infine al prodotto, che si stima andato disperso per circa 300 mila litri, di cui una parte del prezioso Tradizionale, che arriva a costare anche 1000 euro al litro, ma che soprattutto costituisce, con il suo lunghissimo invecchiamento di 12 o 25 anni, un vero valore storico e familiare.”
In un periodo così complesso e difficile per l’Emilia Romagna l’iniziativa “Acetaie aperte 2012” si pone come progetto che non vuole solo ricordare il pesante tributo che le acetaie hanno dovuto pagare a causa del terribile sisma, ma che vuole promuovere e rilanciare l’aceto balsamico sul mercato, educando l’acquirente al consumo. “E’ fondamentale informare innanzitutto che esistono due tipi di prodotto, uno – il DOP Tradizionale - più prezioso e limitato”, ci informa Cesare Mazzetti, “e l’altro – l’ Aceto Balsamico di Modena IGP - di più facile reperibilità sul mercato. L’ Aceto Balsamico di Modena detiene il record per quantità esportata sul totale della quantità prodotta tra tutte le DOP e IGP italiane. Purtroppo, è anche nella lista dei record per le imitazioni. Per questo abbiamo intrapreso azioni di tutela legale, sulla scorta di quanto fatto da altre famose denominazioni italiane come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano.”
Non resta che cogliere il messaggio positivo che la manifestazione vuole lanciare: aprire le porte di queste aziende per far capire che quasi tutto sta tornando alla normalità con fatica e grande coraggio di cittadini che non hanno mai abbandonato il forte desiderio di ripresa.
Stefania Annese
27/09/2012