BArock e le stelle a Palazzo
Palazzo Saluzzo-Paesana in via della Consolata è un vero gioiello del ‘700, un cortile d’onore spettacolare ed eleganti saloni di rappresentanza al primo piano. Qui da domani fino all’estate (e poi si riprenderà a settembre) l’associazione BArock (BA sta per Belle Arti e rock è il mood che dà il ritmo agli eventi) organizza Stelle a Palazzo, con chef stellati da tutt’Italia. Icona e logo del progetto, è un dipinto particolare, di un artista irlandese vissuto tra fine ‘800 e gli anni Venti del ‘900, William Orpen. Soggetto: lo chef dell’Hotel Chatham di Parigi, molto amato dagli inglesi all’epoca. Che cos’ha di particolare questo ritratto? Nobilita per la prima volta la figura dello chef, ispirandosi a Velazquez, a Monet: lo chef vestito di bianco su fondo nero ha la dignità di un nobile fiammingo, barba, baffi e sguardo fiero, con la postura e gli accessori della sua professione: è “lo chef” per definizione. Da qui è è partita l’idea di BArock di presentare una serie di chef altrettanto autorevoli e rappresentativi. Non basta: la fotografa torinese Miriam Colognesi ha personalizzato e attualizzato il dipinto con una pioggia di stelle.
Il programma e gli chef
Cinque gli chef che partecipano alla prima fase del progetto, una panoramica dalla ristorazione d’eccellenza, dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto alla Puglia, al Lazio. Il 19 febbraio si comincia con Riccardo Bassetti del ristorante La Tavola dell’Hotel Il Porticciolo a Laveno Mombello, sul lago Maggiore, che ha lavorato con Oldani, e molto in Francia, a Parigi: all’Atelier del compianto Joël Robuchon, al Meurice con Ducasse, al Sur Mesure del Mandarin Oriental con Thierry Marx prima di rientrare all’hotel di famiglia.
Il 19 marzo sarà la volta di Michelangelo Mammoliti della Madernassa di Guarene, nelle Langhe, altro chef con una lunga militanza francese (5 anni, con Ducasse, Gagnaire, Alléno, Marc Meneau) e una cucina particolarmente legata al territorio e ai suoi prodotti. Il 16 aprile arriveranno a Torino dal Bros’ di Lecce Floriano Pellegrino e Isabella Potì, entrambi hanno lavorato con lo chef basco Martin Berasategui e con Claude Bosi a Londra, lui è stato anche da Redzepi e lei ha condotto in tivù Il Ristorante degli chef.
Il 21 maggio sarà la volta di Domenico Stile del ristorante enoteca La Torre di Roma, cucina di ispirazione partenopea (lui è nato 30 anni fa a Gragnano) e una solida preparazione italiana, con Vissani, Crippa, Cannavacciuolo, Bottura e Nino di Costanzo al Mosaico di Ischia. Ultima cena prima della pausa estiva con Nicola Portinari del ristorante La Peca di Lonigo. Per tutte le cene vini selezionati da Alessandro Tuppati, sommelier di La Madernassa, mentre il pane lo prepara Gianluca Fruttero del Mulino Fruttero di Fossano, una scoperta.
Food & Comics: foodstorytelling al Turin Palace Hotel
È una mostra invece a ispirare il nuovo progetto di Les Petites Madeleines, il ristorante del Turin Hotel: Gulp! Goal! Ciak! Cinema e Fumetti, al Museo Nazionale del Cinema fino al 20 maggio (e in contemporanea la mostra Calcio e Fumetto allo Juventus Museum). Non è la prima volta che il ristorante del Turin sceglie di ispirarsi a una mostra in città per proporre variazioni sul tema del cibo: l’ultimo caso è stato con le “colonne sonore” dei piatti, “I suoni del gusto”, itinerario percettivo enogastronomico legato alla mostra “Soundframes - Cinema e Musica in Mostra” in cui alcune delle portate della carta venivano servite con auricolari per ascoltare musica selezionata da un sound sommelier, più una presentazione esplicativa della scelta sonora. Risultato: coinvolgimento dei sensi e valorizzazione dei prodotti in un approccio emozionale.
Cinema e fumetto sono due linguaggi diversi ma si ricorrono, si imitano, si cercano. E se la mostra punta a capire le interazioni possibili, fino a una sorta di esperimento finale in cui alcune sequenze di film vengono trasformate in fumetto, eliminando il sonoro che appare sotto forma di nuvoletta e di onomatopea, il ristorante del Turin propone un percorso improntato al food storytelling con “Food&Comics: quando il cibo ispira la narrazione” in cui quattro delle proposte gourmet della carta del ristorante vengono interpretate da 4 fumettisti italiani. Il cibo diventa così pretesto per immergersi in storie di disegni e immagini, per stimolare tutti i sensi e dare corpo a una nuova dimensione gourmand.
4 piatti per 4 fumettisti
Quattro piatti – “Insalata Russa, ventresca di tonno sott’olio, cialda di lievito madre”, “Spaghetto Antico Pastificio Fabbri al pomodoro”, “Trota, spugnola e angostura” e “Ganache al cioccolato fondente e praline di nocciola” – e 4 illustratori (Ariel Vittori, Maurizio Rosenzweig, Giulia Argani e Sergio Gerasi) chiamati a realizzare altrettante tavole grafiche sulla base di 4 tracce “immaginate” dallo scrittore e sceneggiatore Giorgio Salati. Ciascuna opera guida così in un viaggio in cui il cibo diventa evocazione e occasione di narrazione e attraverso una rivisitazione inattesa del valore degli ingredienti del piatto, il food storytelling e il segno grafico, offrono inedite emozioni.
Abbinato alle proposte dell’esperienza “Food&Comics”, un libretto con i 4 fumetti accompagnati dal commento degli autori e da un approfondimento sui singoli piatti. E per l’intera durata della Mostra, saranno esposte a Les Petites Madeleines le tavole originali, che potranno essere acquistate.
Collisioni con il cibo. Gastronomix
Pare proprio insomma che nel futuro del food ci siano contaminazioni, sperimentazioni sensoriali, un approccio nel segno dell’arte, della musica, di eventi.
Dalla costola del famoso festival “agrirock” Collisioni, che ogni anno porta in Piemonte rockstar da tutto il mondo (del calibro di Bob Dylan ed Elton John, per fare solo un paio di esempi) nasce Gastronomix, iniziativa del Consorzio Vini DOCG Caluso, Carema e Canavese in collaborazione con il Consorzio Barbera D'Asti e Vini del Monferrato e con il Consorzio Riso di Baraggia, ideata dal Progetto Wine & Food di Collisioni.
Dal 18 al 23 febbraio alcuni dei più quotati chef europei e grandi sommelier da tutta Europa arrivano in Piemonte per scambiarsi esperienze, approfondire la cultura del vino e del food, mescolare tradizioni e magari inventare nuove collaborazioni oltre i confini nazionali. Come l’inglese Marianne Lund, chef privato per personaggi famosi come sir Elton John, Gunnar Forsell, leggenda tra gli chef svedesi; Adám Pohner, che ha partecipato più volte al Bocuse d'Or e a Lione ha guidato alle finali la squadra ungherese; Jamie Gardner, finalista Chef of the Year e vincitore con il "miglior menu"; il tedesco Maximillian Kindel, arrivato nel 2017 al secondo posto nella competizione Miglior Chef San Pellegrino; la superstar della cucina danese Jeppe Foldager, Medaglia d’argento al Bocuse d’Or, e poi ancora il norvegese Christopher Haatuft, lo svedese Karl Ljung, vincitore del premio Chef Of The Year e molti altri chef di eccellenza italiani- Vivalda, Mariuccia Ferrero, Walter Ferreto, Pallusa, Ribaldone- e da tutta Europa
L'evento inizia nel Canavese, a Ivrea, per spostarsi poi nel Monferrato ad Asti, tra degustazioni, laboratori e cene aperte al pubblico. L’idea è creare vere e proprie “collisioni” culinarie tra chef piemontesi e chef provenienti da tutta Europa, in una mixité del food sotto la guida di Ian D’Agata.
Le nuove strade del gusto sono infinite.
www.collisioni.it/it/gastronomix
a cura di Rosalba Graglia