Apre in una piazzetta del centro di Lecce la trattoria tipica di cui si sentiva il bisogno

18 Mar 2025, 13:20 | a cura di
Dopo un locale dedicato al cibo di strada, un cocktail bar e una bottega, ecco Mezzo Quinto Osteria, novità che riporta nella meravigliosa città salentina l'attenzione sulla cucina tradizionale fatta bene

Se c’è un bisogno diffuso in questo momento – in particolar modo nelle città turistiche, ancor più se il turismo (overtourism?) è arrivato di recente, con scarso tempo per “prendere le misure” in termini di accoglienza e offerta strutturata – è quello basato sulla semplicità della proposta gastronomica. Quale semplicità? Quella della cucina tipica, senza fronzoli. Piatti e prodotti della tradizione locale ben realizzati secondo stagione. E, chiaramente, con materie prime di qualità, in grado di far scoprire il gusto pieno di un territorio.

Mezzo Quinto Osteria

La scomparsa delle cucine semplici

Proprio su questo fronte si è invece progressivamente perso tanto. Si sono ridotte le trattorie e osterie storiche, insegne chiuse nel tempo o trasformate in un ibrido vagamente localizzato e tanto standardizzato, che, più o meno ovunque e con frequenza, si etichetta come “cucina contemporanea”. Senza alcun astio verso la cucina contemporanea che, anzi, è sempre benvenuta – a patto che sia centrata e realizzata con criterio e piacere della tavola – scappa un «Che siano benedetti!» in direzione di quei giovani cuochi e imprenditori che riprendono le redini della cucina locale, fatta come si comanda. Offrono a se stessi, alle comunità cittadine, ai turisti e a chi, del luogo, deve suggerire dove andare a sperimentare i piatti tipici, una destinazione garantita. Che sollievo. È in questo segmento di rinnovata offerta tradizionale che si colloca Mezzo Quinto Osteria, di freschissima apertura in un angolo poco esplorato e verdeggiante del centro a Lecce.

Mezzo Quinto Osteria

Street Food, cocktail bar, bottega e ora osteria

Aperta qualche anno fa come minuscola gastronomia nel centro storico della città, con il nome di Mezzo Quinto - Cibo di Strada - e premiata dalla guida Street Food di Gambero Rosso come migliore realtà pugliese nel 2023 – l’insegna ha ripreso e dato nuova vita alle abitudini culinarie salentine risalenti, almeno, agli anni ’70. Quelle di strada e di casa. Dai panini coi pezzetti di cavallo al sugo – must di sagre, pause pranzo, colazioni di chi marinava la scuola (anche nella versione povera, e buonissima, del panino “sporcato”, cioè condito con il solo pomodoro dello stufato di carne) – alle polpette (al sugo o alla genovese) realizzate “alla salentina”: macinato misto di bovino e suino, ricotta scante (fermentata), formaggio Rodez (che in tutta la Puglia si pronuncia alla lettera, con l’accento sulla o), Gavoi (pecorino sardo che a queste latitudini entra in svariate ricette a base di carne o patate), e abbondante prezzemolo, con un risultato di gusto mediterraneo che vira verso il mediorientale. Parmigiana di melanzane e lasagne, orecchiette e un’infinità di verdure – anche le più territoriali e strettamente stagionali come le “paparine” (foglie di papavero) o i “sanapi” (varietà estiva e in foglia delle cime di rapa, da condire con olio e limone).

Mezzo Quinto cibo di strada

Mezzo Quinto Cibo di Strada

Non sorprende che un’offerta di questo tipo abbia velocemente conquistato la città e creato lunghe file di viaggiatori desiderosi di provarne i sapori autentici. Per intenderci, qui la mattina si sentono i profumi di casa di nonna, del soffritto e del sugo che sobbolle, l’acquolina viene facile e vale più di qualunque campagna promozionale. È un biglietto da visita sensoriale, a pochi passi dalla cattedrale. Dopo un po' l’insegna si sdoppia, con il Mezzo Spirito: stesso approccio street e una proposta che coniuga cocktail e preparazioni veloci alla maniera dei negozi alimentari di quartiere. Niente gourmet, se non per la selezione accurata degli ingredienti, ma panini farciti al momento con mortadella, finocchiona, formaggi freschi, scegliendo da un banco volutamente ricreato in stile “negozio di alimentari old style”, proprio sulla via che dà inizio al centro storico partendo dalla stazione centrale. Oltre ai cocktail, una discreta carta dei vini e un clima festaiolo e leggero che invita alla sosta prolungata. Sull’onda di un successo che ha le sembianze di un ringraziamento, Massimiliano Stefanazzi e Valeria Leo (coppia nella vita e nel lavoro), artefici delle due creazioni, ricambiano con l’apertura di un piccolo store – accanto alla prima insegna – dove trovare alcuni tra i prodotti (sott’oli, tarallini ecc.) utilizzati nelle loro preparazioni o selezionati tra quelli che con fiducia l’avventore può scegliere come cadeau da riportarsi a casa.

Mezzo Quinto Osteria

La nuova osteria

Oggi, finalmente, la tripletta, a completare il quadro: una vera osteria dove si trovano non solo i grandi classici del cibo di strada ma anche i piatti della tradizione, che nella versione “tavoli d’appoggio” o take away sarebbe stato impossibile servire. A poche decine di metri dalle mura urbiche, dove il barocco della città vecchia lascia il passo allo stile liberty, nella deliziosa e vagamente mitteleuropea Piazzetta Verdi, apre Mezzo Quinto Osteria.

Mezzo Quinto Osteria

L’ambiente è caldo e non stereotipato, design leggero, urbano, ricco di piante e grandi fotografie che ben rappresentano lo spirito del locale e la personalità dei titolari. Calore e allegria. Tovaglie a quadri sistemate a mo’ di runner. Esterni in piazza (oltre quaranta coperti) con lampadine e teloni che fanno tanto sagra con stile, sempre suggestivi, diciamolo. Una bella bottigliera tra vini e scelta drink ma anche un buon vino della casa, ché il rapporto qualità-prezzo è importante. La mise en place ha un’eleganza rurale, con cocotte smaltate che offrono cocule di patate (fritte o al sugo), triddhri (pasta fresca all’uovo che ricorda i grattoni) in brodo di gallina, fritto misto, baccalà, trippa, lingua, puledro, orecchiette o ciceri e tria, fave e cicorie, pendagghia (diaframma), turcinieddhri (involtini di interiora d’agnello), pezzetti o costata di cavallo e verdure di stagione lesse, stufate, alla griglia. Insomma, un concentrato di salentinità tra ortaggi, quinto quarto, legumi e cereali. Non manca la classica “torta pasticciotto” con crema e amarena tra i dolci. Aperta da meno di due settimane, ha già il pienone a pranzo e cena. Facile prevedere liste d’attesa e tripli turni in estate. È l’osteria, che bellezza.

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram