Impazza il sugo-gate di Antonella Clerici dopo la puntata di Belve del ieri sera (23 aprile), ma tra le «belvate» dette dalla conduttrice ce n'è un'altra che porta con sé un retaggio culturale un poco antiquato, la connessione tra virilità e consumo di carne. «La tavola svela com'è un uomo a letto» ha detto la presentatrice, «se ordina piatti magri sarà un macrobiotico anche sessualmente, uno spento che non va più in là della posizione del missionario». E continua: «Senza avere nulla contro, ma io con un vegano proprio no. Cosa te ne fai di un uomo che mangia l'insalatina?»
Clerici a Belve
Ultimamente sta facendo una gaffe dopo l'altra, Clerici. Dopo le frasi sessiste di Sergio Barzetti a È sempre Mezzogiorno («Dare il vino alla preda per stordirla»), liquidate dalla conduttrice con poche parole, eccoci di nuovo a parlare della regina delle trasmissioni culinarie. Le sue dichiarazioni ricordano molto quelle di Paolo Crepet («Che ci fai con una che mangia solo miglio condito con aceto di mele?»), il sociologo che con le sue scuse confuse peggiorò ancora di più la situazione. Sei mesi dopo, ci tocca ribadire ancora una volta che i cibi anti-sesso, al contrario di ogni credenza popolare, non esistono.
Un plateau di ostriche con un calice di Champagne probabilmente rappresenta meglio la sfera della sensualità (perlomeno, nei migliori cliché) ma forse Clerici, così come Crepet, non conosce le leggende che ruotano, per esempio, attorno al miglio, nell’antichità considerato cibo prediletto dalle donne in gravidanza, alimento protettore della fertilità. Dicerie, certo, ma che - per rimanere sul piano concettuale che contraddistingue ogni stereotipo - di certo non pongono l'ingrediente nella sfera anti-sesso.
La virilità maschile è servita
Ma veniamo al dunque, agli uomini «macrobiotici» noiosi e poco fantasiosi al letto, con cui al massimo, come ha detto Clerici a Francesca Fagnani, si può sperare in un sesso «blando». È facile aggrapparsi a un concetto di virilità maschile così retrò: gli uomini veri grigliano le bistecche, mica il tofu. Mascolinità e dieta vegana sono da sempre in aperto conflitto: lo ha dichiarato anche uno studio dell’Università di Würzburg, in Germania, che ha dimostrato quanto l’alimentazione sia una questione di genere, motivo per cui gli uomini sono meno inclini ad abbandonare la carne. Qualsiasi cosa, pur di non essere considerati poco machi.
Che cibo e sesso siano due mondi che si parlano e si toccano non è una novità. Le leggende sugli alimenti afrodisiaci (che non esistono!) circolano da decenni, ma andare a rafforzare il luogo comune dell’«uomo vero» che trangugia bistecche scolandosi un boccale di birra è quanto di meno auspicabile ci sia.
Il femminismo serve anche agli uomini
Un risvolto positivo, in tutta questa faccenda, c'è: questo episodio offre l'opportunità di far comprendere quanto il femminismo sia necessario anche agli uomini e non solo alle donne. Vittime di stereotipi e costrizioni (l'uomo vero non piange, non mostra le proprie debolezze e via dicendo), di sovrastrutture che il movimento femminista si propone di decostruire, un pezzo alla volta, anche gli uomini potrebbero giovare dei benefici della lotta per la parità di genere. Il cambiamento può avvenire solo insieme, a cominciare da un po' di igiene del linguaggio, soprattutto in TV (la Rai, purtroppo, sta deludendo non poco in questo senso: ci siamo dovute sorbire persino il dibattito di sette uomini che a Porta a Porta discutevano di aborto).
«Il sesso è come l'amatriciana: sugosa, unta e un po' sporcacciona» aveva dichiarato Antonella Clerici in passato. Lo ha confermato anche a Belve, aggiungendo: «Sicuramente non vegana». Che poi, chi glielo spiega ora che anche le unte e bisunte patatine fritte sono vegane?