"Avevamo pochi soldi e la ricetta di zia Annuccia". Due giovani di Napoli aprono un'azienda dedicata alla torta caprese

12 Ago 2024, 09:42 | a cura di
Le mandorle tritate grossolanamente, la giusta quantità di cioccolato fondente per garantire la corretta umidità e la voglia di mettersi in gioco contando solo sulle proprie capacità. Ecco i segreti della caprese realizzata da due ragazzi napoletani

Le ricette di famiglia sono un patrimonio inestimabile, non solo perché tramandano generazione dopo generazione dei piatti che diversamente si perderebbero, ma anche perché intorno a quei fogli stropicciati, un poco unti e scritti alla bene meglio ci sono ricordi e memorie da custodire. Ma c'è anche chi, giustamente, ha ben pensato di utilizzare una di queste ricette per costruirci attorno un'attività imprenditoriale. È la storia di Vincenzo Castellone e Antonio Valentino, due ventitreenni napoletani che lo scorso marzo hanno creato un brand tutto loro dedicato alla torta caprese. Ma non è una caprese qualunque ovviamente! È quella realizzata con la ricetta della zia Annuccia, oggi splendida novantaseienne, a cui è dedicato il nome del progetto.

La torta caprese con la ricetta di famiglia

“Io vivo a Napoli ma la mia famiglia materna è tutta di Capri” a parlare è Vincenzo. È a un passo dalla laurea, ancora due esami e poi sarà dottore in Scienze e Tecniche dell’edilizia che sta conseguendo alla Federico II. Antonio invece ha già concluso la triennale e sta completand la magistrale in Business Administration. Entrambe classe 2001, in due non fanno 50 anni eppure sono riusciti a materializzare un progetto imprenditoriale da un’idea che, anche se nel caso specifico suona strano, in realtà parte dal lontano.
“A Capri la torta caprese in verità si chiama torta alle mandorle ed ogni famiglia ha la sua ricetta. A casa mia la ricetta era quella di zia Anna, sorella di nonna Gilda la mamma di mia madre, per tutti noi di famiglia Annuccia. – Racconta Vincenzo – Ma non era la torta della colazione eh; nel senso che non era il dolce da credenza che mamma faceva ogni settimana”. E non poteva esserlo perché la caprese è una torta costosa e a casa di Vincenzo i conti dovevano tornare, come del resto accade in tutte le famiglie “normali” dove si vive dignitosamente ma senza strafare. “Mia mamma – continua Vincenzo – proprio per il fatto che c’era un costo di partenza mica da scherzare tra mandorle, cioccolato e tutto il resto, la torta caprese la faceva solo per le ricorrenze quindi compleanni, feste ed eventi particolari”.

La caprese fatta per gli amici

Dicevamo del percorso universitario, Vincenzo grazie a una borsa di studio si trasferisce per un periodo in Germania. Era il dicembre 2023 quando tornò a casa per Natale, i preparativi per le feste erano nel pieno inclusa la realizzazione delle capresi che mai devono mancare nelle tavole natalizie a casa sua. “I miei amici, che mi sapevano impegnato con le mani in pasta, mi chiesero se potessi preparare delle torte anche per loro che volentieri le avrebbero mangiate con i loro parenti ed io non me lo feci dire due volte”.

Natale passa velocemente e per Vincenzo è già tempo di tornare in Germania, sul volo del ritorno pensa alle torte fatte per gli amici e inizia a balenargli in testa un’idea “Ma se diventasse un progetto imprenditoriale?”. Certo, gli serve una spalla, un amico e chi meglio di Antonio? Quindi lo chiama. “Con Vincenzo ci conosciamo da sempre e quando mi ha raccontato di questa idea la prima cosa che ho fatto è stata utilizzare le mie competenze”. Le analisi di mercato sono il suo pane quotidiano e vede nell’idea dell’amico un aspetto vincente “La prima cosa che mi è balzata agli occhi è stata l’unicità: nessun’altra azienda era specializzata nella produzione e commercializzazione della sola torta caprese. Dunque – continua Antonio – con la nostra start up avremmo creato di fatto un nuovo business”.

Il laboratorio in subaffitto

Ne parlano, ne discutono e a febbraio 2024 iniziano a muoversi per avviare le (troppe) pratiche burocratiche per avviare la loro piccola azienda. Partono con un budget iniziale di 10mila euro “Non veniamo da famiglie particolarmente danarose e in ogni caso questo è un progetto nostro che abbiamo voluto realizzare contando solo sulle nostre capacità”. Spiegano all’unisono i due amici che, unendo i loro risparmi racimolano questi 10mila euro che di fatto se ne vanno solo per documentazione varia, permessi e via dicendo. “Sia io che Vincenzo, abbiamo iniziato a fare i primi lavoretti a 16 anni. Poi abbiamo vinto diverse borse di studio, ci accomuna il senso del risparmio, quindi non abbiamo mai usato tutto l’importo per “divertirci” tenendo sempre da parte una percentuale per quel “visto mai che…”. Ed il visto mai si chiama Annuccia che nasce ufficialmente il 26 marzo 2024.

Ovviamente serviva un laboratorio dove incominciare a fare prove di cottura e confezionamento. “Trovammo un bel laboratorio qui a Napoli, il titolare per una settimana ci fece fare prove di cottura e tutto il resto, noi eravamo pronti a firmare il contratto di affitto ma lui – spiega Vincenzo – ci liquidò trattandoci da “bambini”. Ci disse di andarci a fare una vacanza, di divertirci, di lasciar perdere”. Come spesso accade, i tentativi altrui di affossarci non sono altro che ulteriori stimoli per andare avanti con ancora più determinazione e caparbietà e così fu anche per Antonio e Vincenzo che da lì a breve trovano il laboratorio dove attualmente operano. È quello di un pasticcere della zona di Chiaia che gliel’ha subaffittato “e questa persona, diversamente dal precedente, ha subito creduto nel nostro progetto tanto da sostenerci anche fattivamente”.

La ricetta di zia Annuccia

Dunque, finalmente è ora di mettersi con le mani in pasta e quindi via con la selezione degli ingredienti: le mandorle siciliane o pugliesi secondo disponibilità di stagione, il cioccolato fondente di eccellente qualità e poi uova freschissime e burro entrambi di un’azienda agricola campana. “La nostra linea guida è ovviamente la ricetta di mia zia Annuccia, ci siamo solo limitati a fare dei piccoli accorgimenti”.

Piccoli, per modo di dire; la caratteristica principale di queste capresi è che la farina di mandorle non è impalpabile. Insomma, a voler essere un po’ ruvidi ed incisivi, Annuccia non è di quelle capresi che si sbriciolano completamente al taglio per quanto sono polverizzate le mandorle “noi le tritiamo lasciando dei pezzi più grossi, perché ci piace che all’assaggio la mandorla si senta con persistenza non solo nel gusto, ma anche nella sua carnosità”. E poi, altro punto d forza delle capresi Annuccia, l’umidità interna data dalla giusta proporzione tra farina di mandorle e cioccolato fondente. Nella messa a punto della ricetta è stata coinvolta anche un’azienda specializzata in tecnologia alimentare che ne ha certificato shelf life e tutto il resto necessario per avviare una produzione sicura e controllata.

Progetti per il futuro?

Per ora la produzione è destinata a privati e attività ristorative della zona e come da progetto iniziale sono disponibili due tipi di caprese, classica e al limone entrambe con pezzatura da 1 kg al costo di € 30 al cliente finale. “Non possiamo fare diversamente perché facciamo tutto noi due sia la produzione che la consegna!”. Ridono i due amici quando ci svelano questo “segreto” ma è una risata sorniona perché i loro progetti per il futuro sono belli e importanti. “Fra un anno ci scade il contratto in questo laboratorio. Lo step successivo sarà quello di incrementare la produzione, diversificarla se possibile e tentare il lancio sul resto d’Italia e perché no anche sul mercato estero”.

Piccola curiosità finale: la zia Annuccia oggi ha 96 anni. Se ve la immaginate in poltrona con la copertina sulle gambe sappiate che state andando fuori strada. Ha appena concluso il secondo anno di studi all’Università della Terza età.

Annuccia La Caprese - 351 904 6624 - Pagina Instagram 

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