“Le vin de Bourgogne n’est plus béni des dieux” (il vino di Borgogna non è più benedetto dagli dei), così il quotidiano economico francese Les Echos commenta la notizia della grandine che sabato scorso si è abbattuta sui vigneti della Regione. Nove minuti che hanno devastato più di 3 mila ettari di vigneti. Destino comune ai cugini di Bordeaux, colpiti dalla grandine qualche settimana fa. Ad oggi la Confederazione des Appellations e Vignerons de Bourgogne ha valutato una perdita di produzione di circa 100 mila ettolitri per un deficit di 75 milioni di euro, e secondo le stime iniziali, nomi famosi come Volnay, Pommard e Beaune avrebbero subito danni tra il 50 e il 90%, proprio in un anno in cui si sperava di recuperare in quantità. Intanto martedì è stata convocata d'urgenza una réunion de crise per far fronte ai problemi di liquidità e chiedere sgravi fiscali, sovvenzioni e finanziamenti per aumentare le misure anti-grandine (reti o generatori). Si tenga conto che solo solo il 30% dei produttori della Borgogna ha un'assicurazione contro la grandine. “Speriamo di ottenere qualcosa, perché l'anno scorso abbiamo incassato solo tante belle chiacchiere e pochi aiuti” ha dichiarato Thiébault Hubert, presidente dell'associazione Volnay Vintners.
A cura di Loredana Sottile