«Oltre l’incuria che c’è, si sta perdendo il senso della romanità, quelle abitudini e usanze dei romani. Quando ero ragazzino, i miei nonni abitavano a Campo de’ Fiori che in quei tempi era un posto meraviglioso, il più bel mercato di Roma. C’erano i banchi ordinati, con gli ombrelloni, la frutta messa a piramide e le mele lucidate una a una. Poi c’erano quelli colorati di olive e mais e ancora quelli delle primizie. Era un vero spettacolo. Ci sono ripassato qualche tempo fa: non ci si può più stare». Con queste parole il cantautore Amedeo Minghi parla della "sua" Roma e di come è cambiata negli anni, in particolare di piazza Campo de' Fiori. Il suo mercato è probabilmente uno dei più antichi della città, già nel 1869 era al centro del commercio delle "vignarole", signore che venivano tutti i giorni dalla campagna con le loro erbe e i loro ortaggi. All'inizio della sua storia il mercato era luogo di commercio quasi esclusivo di frutta e verdura, poi con il tempo si sono aggiunti i banchi della carne, dei fiori, del pesce.