Sulle Dolomiti con Norbert Niederkofler
“Domani sarà una giornata mozzafiato”. Così recitava, alla vigilia dell'apertura, il motto d'incitamento sulla pagina Facebook dell'AlpInn Food Space & Restaurant (“un concetto diverso di ristorazione” spiega il sito web “tra standing, dining e lounging”) che oggi inaugura a 2265 metri di altitudine, sulla vetta di Plan de Corones. Uno scatto degli ultimi preparativi in corso per allestire la sala che accoglierà i primi ospiti di questa nuova avventura sposata da Norbert Niederkofler e Paolo Ferretti, che lassù, tra le vette innevate delle Dolomiti altoatesine portano il progetto Cook the Mountain in una forma accessibile a tutti. Cucina da rifugio, ma con l'obiettivo di raccontare il territorio, la sue tradizioni e i suoi prodotti nel modo più autentico, come lo chef del St. Hubertus di San Cassiano (Tre Forchette e Tre Stelle) ci raccontava all'inizio di novembre, anticipando le linee guida del progetto AlpInn: “Un rifugio dove si farà cucina di montagna stile bistrot. Un posto pazzesco con una vista che spazia da Lienz a tutta la Valle Aurina, compresa casa mia!”, scherzava lui sottolineando l'amore che lo lega alla sua terra.
E come previsto il panorama è quello delle migliori occasioni: concepito all'interno del nuovo museo della fotografia di montagna – Lumen – che inaugura contestualmente nello spazio dell'ex stazione a monte della funivia di Plan de Corones, il ristorante di Niederkofler occupa l'ampia porzione aggettante dell'edificio, circondata su tre lati da pareti vetrate che invitano a godere di un paesaggio che si estende a perdita d'occhio. Al lavoro per allestire gli interni ha contribuito in misura determinante il designer Martino Gamper, star della progettazione sostenibile. Pavimento e tavoli in legno chiaro, soffitto rivestito in tela acceso da pennellate di colore, luci calde per offrire un rifugio dove il cibo sarà insieme nutrimento e opportunità per ritrovarsi insieme.
AlpInn al museo Lumen. Una casa per Cook the Mountain
Il museo, del resto, ha l'ambizione di trasformarsi in un'attrazione di grande richiamo per i frequentatori abituali delle piste da sci, con i suoi 1800 metri quadri articolati su quattro livelli per accogliere una collezione permanente e mostre temporanee che tracciano la storia delle fotografia di montagna dagli esordi a oggi, sotto la direzione artistica di Thina Adams. Numerosi, quindi, i temi che si intrecceranno tra loro, dall'alpinismo alla politica, al turismo e alla spiritualità. Ma la struttura - progettata da Gerhard Mahlknecht, e ricca di elementi scenografici, come l'otturatore che si apre e si chiude, dov'era il vecchio ingresso della funivia - mette a disposizione anche uno spazio eventi per 200 persone, che potrà interagire con la cucina, chiamata a gestire il servizio del pranzo (AlpInn resta chiuso a cena, assecondando gli orari del museo) ed eventuali banchetti ed eventi speciali.
La guida della brigata è affidata a Marco Perez, che si muoverà (nell'altrettanto scenografica cucina con vista sulle vette) sotto la direzione di Niederkofler stesso, proponendo una cucina alpina dai sapori genuini e secondo stagionalità delle materie prime, proprio come da filosofia della squadra. E anche i fornitori sono quelli di sempre, una quarantina di produttori locali che lo chef conosce personalmente, per reperire prodotti che spaziano dal latte di capra al graukase, a radici e ortaggi di stagione. A disposizione degli ospiti oltre un centinaio di posti, tra l'ottantina di coperti all'interno e i tavoli in terrazza. Territorio e sostenibilità sono le parole chiave che orienteranno il lavoro: Cook the Mountain ha trovato casa. E vuole condividerla con tutti. Lumen inaugura oggi, e resterà in attività per tutta la stagione sciistica, fino al 22 aprile, per riaprire con un nuovo allestimento durante la stagione estiva.
a cura di Livia Montagnoli