Il primo giugno è stato pubblicato il testo del decreto-legge per aiutare le zone dell’Emilia-Romagna colpite lo scorso mese. Quello del decreto è stato un percorso particolarmente complicato: dall’annuncio del Governo del 23 maggio sono passati diversi giorni senza che gli amministratori fossero a conoscenza dei dettagli del provvedimento, che ha causato non poche difficoltà per rimettere in piedi le zone colpite, soprattutto per quanto riguarda il settore agricolo. Inoltre, nonostante il Governo avesse comunicato uno stanziamento di due miliardi e duecento milioni di euro per fronteggiare l’emergenza, il fact-checking di Pagella Politica ha fatto emergere che i fondi messi a disposizione sono circa 600 milioni di euro in meno di quelli annunciati.
I fondi per l’agricoltura
L’articolo 12 del decreto-legge stabilisce tipologia ed entità degli interventi in favore delle aziende agricole colpite, che a fronte del miliardo e mezzo di euro di danni subiti per ora ha visto stanziati 175 milioni complessivi oltre il fondo Agricat. Inoltre, 100 milioni del Fondo di Solidarietà sono stati tagliati da quelli già previsti per i danni da siccità del 2022 dal Governo. Sono 50 i milioni del Fondo di Solidarietà adibiti per l’indennizzo dei danni a colture, gestiti dalla società di Ismea che gestisce AgriCat, il Fondo Catastrofale. Parlando del settore agricolo, il Sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha detto che “tra il 20 e il 30% di aziende è a terra con danni pluriennali, anche se è impossibile fare stime precise dei danni”. Tra le lamentele del Sindaco di Cesena, anche quella per la mancata nomina di un commissario per l’emergenza, di cui il Governo ha parlato negli scorsi giorni senza però concreti passi in avanti.
Gli amministratori evidenziano i problemi per il settore agricolo
Di tenore simile le dichiarazioni del presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi: “Nell’agroindustriale si registrano difficoltà di approvvigionamento. Il vero dramma è nei campi, le nostre sette coop bracciantili, le più grandi in Europa, hanno 6.150 ettari sui 12mila coltivati distrutti dall'acqua”. Un problema amplificato dall’incertezza sui fondi stanziati dal Governo: “È chiaro già da ora che i 100 milioni di euro di risarcimenti per l’agricoltura stanziati dal Governo sono totalmente inadeguati: sono 50 milioni di euro i danni solo per le produzioni agricole perse e ora c’è il problema del fango, che rende incoltivabile la terra e ci vorranno 4 anni prima di riportare a produttività i frutteti da ripiantare. Non dimentichiamo – continua Lucchi – che la Romagna produce il 30% di tutta la frutta e la verdura italiana e che ci saranno ripercussioni pesanti sui posti di lavoro nella filiera dei trasporti e in tutta la distribuzione a km zero”.
Intanto, ha preso luogo a Ravenna la cabina di regia per la messa in sicurezza idraulica dei territori colpiti dal maltempo con i rappresentanti degli enti locali dei territori alluvionati, che hanno poi incontrato a Roma il Governo in un contesto ancora preoccupante: mentre il quadro sembra lontano dalla sua risoluzione, è ancora attiva l’allerta meteo nel Centro-Nord.