Valencia sott’acqua. Ad oggi si contano almeno 95 morti e le campagne sono state soffocate dalla furia di Dana, un fenomeno meteorologico tipico della Spagna e del Mediterraneo occidentale. La comunità valenciana affronta in questi giorni le devastanti conseguenze di un’alluvione senza precedenti, che ha portato morte, distruzione e un conto salatissimo per l’agricoltura locale. Tra campi allagati e alberi abbattuti, la tempesta Dana ha colpito migliaia di ettari di colture, lasciando sul terreno danni stimati nell’ordine dei milioni e distruggendo interi raccolti di agrumi, cachi e ortaggi.
Danni a migliaia di ettari di coltivazioni
Nelle regioni interne, la forza dell’acqua ha sradicato migliaia di viti e altre colture che, al contrario, avevano appena attraversato uno degli anni idrologici più secchi della storia che aveva causato la morte delle piantagioni a causa del deficit idrico. Secondo un comunicato stampa rilasciato dall’Associazione valenciana degli agricoltori (Ava-Asaja), la tempesta ha infierito su oltre 60mila ettari di terreno agricolo, provocando «perdite catastrofiche dalle conseguenze incalcolabili». La zona della Ribera Alta è stata tra le più colpite, dove si registrano danni fino al 100% alle coltivazioni di agrumi e cachi, in piena raccolta. Nelle aree interne, a La Hoya de Buñol e Utiel-Requena, la pioggia ha sradicato vigneti e ortaggi, distruggendo piante già compromesse dalla siccità dell’ultimo anno. Sono stati segnalati 445,4 mm di pioggia in un solo giorno, con punte di 343 mm in appena quattro ore. Anche a Chiva, 160 mm di pioggia sono caduti in un’ora, un valore sufficiente per compromettere irrimediabilmente le coltivazioni. Mentre il centro città di Valencia sembra salvo, grazie al Turia, un enorme giardino urbano creato nel 1986 per fronteggiare le inondazioni, il quale ha permesso che tutta l’acqua defluisse al suo interno.
L’effetto dei tornado e l'impatto sugli allevamenti
Oltre alla pioggia, grandinate e tornado hanno inflitto danni supplementari in molte zone, come Alfarp e Llombai, dove chicchi di grandine grandi come un pugno hanno distrutto interi raccolti. La tempesta ha devastato soprattutto le serre di El Ejido, una cittadina spagnola prettamente rurale, nella provincia di Almeria, con danni - stimati per ora dalla comunità - a oltre i 4500 ettari. In questa zona, principale area di produzione di peperoni, si prevede un calo del 20 per cento del raccolto, mentre cetrioli, zucchine e melanzane sono stati danneggiati fino al 30 per cento. «La grandine ha colpito così forte che è penetrata nelle coperture delle serre, raggiungendo le piante e spaccando gli ortaggi», racconta sul magazine Fresh Plaza José Antonio Baños, presidente della cooperativa Ejidomar, che produce circa 20mila tonnellate di peperone l’anno, sulle 45mila tonnellate che compongono la sua gamma completa di prodotti.
Non sono stati risparmiati nemmeno gli allevamenti: con i campi allagati, molti allevatori faticano a nutrire e abbeverare gli animali, alcuni dei quali sono morti per annegamento. La rimozione dei corpi, necessaria per prevenire rischi di salute pubblica, resta complicata a causa delle difficoltà di accesso alle strade rurali, gravemente danneggiate dalla furia di Dana.
La richiesta di aiuto degli agricoltori
Ava-Asaja ha lanciato un appello urgente alle istituzioni per richiedere misure di sostegno agli agricoltori e agli allevatori colpiti. Oltre alle perdite dirette, che interessano fino al 100% delle coltivazioni in alcune aree, i danni si estendono a infrastrutture come impianti di irrigazione, magazzini e macchinari agricoli. Pascual Prats, presidente dell’Associazione del kaki, sottolinea che i campi allagati potrebbero essere inaccessibili per un’altra settimana, lasciando marcire il raccolto e aumentando le perdite. Nonostante i tentativi di AVA-ASAJA di stimare le perdite, l’accesso a molte aziende agricole rimane impossibile a causa delle inondazioni e delle strade bloccate. Gli agricoltori che sono riusciti a raggiungere le loro terre si sono concentrati a rimuovere l’acqua che ha invaso case e magazzini. La comunità è in ginocchio e affronta una crisi che potrebbe compromettere la produzione agricola regionale per anni, minando una delle principali fonti economiche della Spagna.