Il vino spaziale va all’asta
Un milione di dollari. Tanto dovrà sborsare chi vorrà aggiudicarsi la bottiglia di Petrus 2000 battuta all’asta da Christie’s per un’occasione più unica che rara. Il valore esorbitante del vino ottenuto da uve Merlot nella regione di Bordeaux - prodotto dalla celebre cantina Chateau Petrus, nella vocata regione vitivinicola francese - infatti, dipende da una contingenza decisamente straordinaria: la bottiglia in questione, infatti, rientra da un viaggio di oltre 400 giorni nello spazio, oggetto di una missione avviata nel novembre 2019, quando la Space Cargo Unlimited ha spedito in orbita 11 bottiglie nell'ambito di uno studio di ricerca sull'alimentazione e l'agricoltura finanziato da privati. Destinazione: la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il vino “spaziale”, dunque, può vantare un periodo di invecchiamento trascorso in orbita intorno alla Terra per oltre un anno, anche se questa particolarità, a detta di molti sommelier, non giustificherebbe la spesa esorbitante necessaria per acquistarlo. Ma certo la case d’aste inglese punta sul fascino dell’operazione, con l’obiettivo di ingolosire i collezionisti più indomiti, cui Christie’s proporrà trattative private fiduciosa di raggiungere il prezzo stimato attorno al milione di dollari. Se la cifra – equivalente di 830mila euro – dovesse essere raggiunta, si tratterebbe della bottiglia di vino più costosa mai venduta al mondo.
Come cambia il vino in orbita?
Qualcuno, peraltro, ha già avuto il privilegio di assaggiare parte del vino del lotto rientrato dalla sua missione spaziale: agli scienziati che hanno condotto le analisi del caso presso l’Istituto del vino dell’università di Bordeaux, infatti, si sono affiancati alcuni sommelier, chiamati a confrontare il gusto vino spaziale con quello di bottiglie invecchiate in modo convenzionale, restando “con i piedi per terra”. Tra loro, Jane Anson, giornalista e autrice di Inside Bordeaux, ha condiviso le su prime impressioni con la BBC, evidenziando innanzitutto un gusto decisamente diverso: “Difficile stabilire se fosse meglio o peggio. Ma gli aromi erano più floreali e più fumosi”. La cosa, però, come ha sottolineato l’esperta, sarebbe probabilmente dovuta al processo di invecchiamento del Petrus, e dunque sarebbe accaduta a prescindere dal viaggio nello spazio. Quel che è certo, sostengono gli scienziati dell’università di Bordeaux dati alla mano, è che il vino contenuto all’interno delle bottiglie, nonostante l’escursione extraterrestre, è rimasto “di grande qualità”.
La missione Wise
La bottiglia sarà venduta all’interno di una confezione in legno unica nel suo genere, proprio come il vino spaziale, costata 900 ore di lavoro alle maestranze degli Ateliers Victor di Parigi, che hanno lavorato sul tema ispirandosi a Jules Verne e Star Trek. Il pacchetto all’asta include anche un un decanter, dei bicchieri e un cavatappi ricavato da un frammento di meteorite, oltre a una bottiglie di Petrus “terrestre”, per concedere all’acquirente di confrontare gli assaggi, se mai decidesse di stappare la bottiglia spaziale, anziché – cosa più che probabile – decidere di custodirla gelosamente come pezzo forte della propria collezione. Il ricavato dell’asta sarà destinato a finanziare le future spedizioni nello spazio della Missione Wise, “sei esperimenti per aiutare a inventare l’agricoltura e il cibo di cui abbiamo bisogno per il domani sulla Terra”, ha spiegato Nicolas Gaume, ceo di Space Cargo Unlimited.