Suona come una profezia allarmista, ma i dati diramati dalla Coldiretti circa gli effetti dell’ultimo infausto raccolto che ha toccato il settore agroalimentare - tanto le olive da olio quanto gli agrumi o i pomodori -rischiano di trasformare un’annata funestata da condizioni climatiche avverse e epidemie in una seria minaccia per le abitudini alimentari degli italiani.
Il Paese simbolo della dieta mediterranea si troverebbe così nel 2015 a fare i conti con il razionamento di molti prodotti che arriveranno sugli scaffali dei supermercati in quantità sensibilmente inferiori rispetto alla media (si prospettano diminuzioni dal 15 al 50%).
A cominciare dal miele made in Italy che registra una produzione quasi dimezzata per effetto del clima degli ultimi mesi, che ha inficiato anche la vendemmia – la più scarsa dal 1950 – per un totale complessivo di vino imbottigliato pari a 41 milioni di ettolitri. L’olio extravergine d’oliva risente invece dei disastri causati dalla mosca olearia e chiude l’anno fermandosi a 300mila tonnellate prodotte. Ma il pericolo arriva anche dall’Estero: nell’ultimo anno il Canada, principale fonte di approvvigionamento per il grano duro utilizzato dai pastifici nazionali, ha visto diminuire il raccolto di frumento del 27% (e non naviga in acque migliori l’Unione Europea con una flessione dell’10%) . A rischio, dunque, anche la produzione di pasta. Poi ci sono gli agrumi (- 25%) e il raccolto di castagne che tocca il minimo storico.
In questa contingenza c’è il rischio - preannuncia Coldiretti - che sulle tavole degli italiani arrivino prodotti spacciati per made in Italy, in realtà importati da mercati esteri in espansione e spesso di bassa qualità.