“Il pesto è buono” e si può portare in volo
Il pesto per i genovesi è un prodotto iconico, che in tempi di crisi (parliamo del 2009) ha addirittura rappresentato l'articolo di punta nell'export dell’agroalimentare regionale. Ma è notizia di questi giorni una piacevole novità per tutti quei turisti, che dopo averlo assaggiato, lo vogliono portare a casa come souvenir gastronomico. Dal 1 giugno si può, grazie all’accordo fra Aeroporto di Genova, Ascom ed ENAC (Ente nazionale per l’aviazione civile). L’iniziativa si chiama “Il pesto è buono” e permette a tutti i passeggeri in partenza da Genova di portare il prezioso condimento nel bagaglio a mano, in deroga alle norme vigenti che prevedono il limite di 100 ml per ogni liquido. L’intero ricavato dell’operazione verrà inoltre devoluto a Flying Angels Onlus, nata per garantire il trasferimento aereo dei bimbi gravemente malati verso gli ospedali dove è possibile curarli. “Ogni giorno ci sono migliaia di bambini che devono raggiungere un ospedale in Italia e nel mondo. E attraverso le varie donazioni, facciamo arrivare questi bambini a destinazione” si legge nel sito della onlus “e spesso un volo è la loro unica possibilità” . Una di queste donazioni è per l'appunto legata al pesto.
Come funziona
Il progetto nasce da una semplice constatazione: ogni anno sono tantissimi i barattoli di pesto che vengono “abbandonati” in aeroporto ai varchi dei controlli perché impossibili da imbarcare nel bagaglio a mano. Barattoli che, secondo le norme vigenti, devono essere buttati, provocando uno spreco non da poco, sia economico che d'immagine. Così l’aeroporto di Genova-Sestri ha chiesto alla direzione di ENAC di trovare una soluzione che consentisse, sempre nel massimo rispetto della sicurezza, di salire a bordo degli aerei in partenza da Genova con il prodotto, sia acquistato che realizzato a casa, chiuso in vasetti tra i 100 e i 500 ml. Per poterlo fare basta solo richiedere nei negozi convenzionati o presso la biglietteria dell’aeroporto l’apposito bollino da apporre sul vasetto, versando un contributo di 50 centesimi. Ovviamente, prima di ottenere il bollino, ogni barattolo è sottoposto a controllo da un apparecchio radiogeno, che conferma l’integrità del liquido e la sua “non pericolosità”. La nuova norma vale esclusivamente per i voli diretti, ma è un’operazione che ha suscitato già un discreto successo: secondo i portavoce dell'aeroporto di Genova in meno di un mese sono stati imbarcati oltre 500 barattoli.
a cura di Francesca Fiore