"Il vecchio alimentari non va più, interessa solo l'aperitivo". A Firenze chiude uno storico pizzicagnolo

22 Lug 2024, 12:09 | a cura di
Dopo 70 anni, come riporta La Nazione, l'insegna fiorentina chiude per sempre: "Volevo rinnovarlo anche mettendo un piccolo dehor fuori, ma non è stato possibile"

La gentrificazione dei quartieri periferici delle città fa crescere le aree più marginali, ma spesso porta con sé anche una serie di vittime. È il caso di uno storico pizzicagnolo di Firenze, Sieni di piazza dei Tigli, che dopo settant'anni di attività ha deciso di chiudere per sempre. Negli ultimi anni, come racconta La Nazione, il commercio della prima periferia d'Oltrarno, quella fascia tra Isolotto e Monticelli, punteggiata da botteghe di vicinato, è cambiato notevolmente. Ha generato un gran dibattito l’apertura di Starbucks nella stessa zona, c'è infatti chi vede l'arrivo della multinazionale come una perdita di identità, viceversa chi pensa sia una crescita per la città e il quartiere.

A Firenze chiude un pizzicagnolo storico

Ora arriva la notizia della chiusura di una delle botteghe più antiche e iconiche dell’Isolotto. «Aprì mio babbo il 2 gennaio 1955, l’anno prossimo avremmo festeggiato 70 anni», racconta alla Nazione Lorenzo Sieni, titolare dell’omonimo alimentari di piazza dei Tigli che lo gestisce da 32 anni. «Questo è un piccolo fondo di 23 metri quadri, una tipologia di alimentari che sta andando a morire. Adesso le salumerie per andare avanti devono affiancare una produzione interna, come il pane o soprattutto la cucina e gli aperitivi. Volevo rinnovarlo anche mettendo un piccolo dehor fuori, come va adesso; avrei fatto dei lavori di ristrutturazione e adeguamento, la proprietaria inizialmente era d’accordo, ma suo figlio no, anche se mi sarei accollato tutte le spese».

«Perciò, con tanto dispiacere ho deciso di rendere le chiavi: è un’attività impegnativa e se non c’è un buon riscontro economico meglio guardarsi intorno», spiega Sieni annunciando la chiusura. «Ho 55 anni, ho da lavorare ancora una decina d’anni, le mie figlie non sono interessate a proseguire e così mi riciclo nel settore, ma come sottoposto. Certo, in famiglia ci dispiace e a settembre vorremmo fare una festa di saluto al quartiere, magari in collaborazione con la galleria d’arte di mio fratello Virgilio qui in piazza».

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