Una vita in Galleria
“La Storia siamo noi, è un elemento con cui abbiamo familiarità. E così comprendere gli spazi storici e gli episodi che ne hanno segnato le 'vite' precedenti è un obiettivo che ci aiuta a farli tornare protagonisti nel presente, in vista del futuro”. È un viaggio nel tempo quello che Alessandro Rosso ci prospetta per descrivere il rapporto che lo lega alla “sua” Galleria. E del resto parlare di storia nel cuore del Salotto milanese intitolato a Vittorio Emanuele II, che l'anno prossimo compirà 150 anni, sembra la scelta più opportuna. Perché per ottenere il titolo di “re dei piani alti” che qualcuno gli ha prontamente assegnato, l'imprenditore milanese figlio del celebre Franco Rosso (fondatore dell'omonimo tour operator), la Galleria con vista sul Duomo deve averla studiata a lungo. Fino a comprendere come rinnovarne l'anima senza snaturarla, “rifacendole il trucco” a uso e consumo del pubblico privilegiato che ogni giorno frequenta il suo impero, un gruppo che spazia dall'alberghiero alla ristorazione, agli eventi culturali, generando 150 milioni di fatturato all'anno. E gran parte passano proprio per la Galleria, che “è una forza della natura perché raccoglie tutti i giorni le energie vitali di migliaia di persone in arrivo da ogni parte del mondo, come alla corte di un re d'altri tempi che riceve le delegazioni in visita, e a ognuno ruba un po' d'esperienza e informazioni, facendone tesoro”. Una visione potente e romantica la sua, che però non lo distrae dall'obiettivo imprenditoriale, e anzi ne rafforza l'intento di recuperare l'Ottagono nella sua complessità architettonica. Così “mentre tutti desiderano i piani terra” dalla più spiccata vocazione commerciale, Rosso investe sui piani alti, senza mezze misure.
Ospitalità e ristorazione per rinnovare l'Ottagono
E con l'incentivo dell'amministrazione: nel giro di qualche anno è riuscito ad aggiudicarsi all'asta la concessione di un terzo dei piani alti, investendo circa 30 milioni di euro per ristrutturare una superficie complessiva di 10mila metri quadri, suddivisa in più lotti. L'operazione, ammantata di un rispetto filologico che preserva le suggestioni originali dell'architetto Giuseppe Mengoni, ha portato i frutti sperati. Oggi il gruppo Alessandro Rosso gestisce l'albergo extralusso Townhouse Galleria-Seven Stars (dal 2007 ai piani nobili, sopra le eleganti vetrine delle boutique),ma anche le 14 stanze e suite dell'hotel Townhouse Duomo sorto più recentemente all'interno di un palazzo storico affacciato su piazza del Duomo, che da qualche mese annovera il ristorante di Felix Lo Basso (60 coperti, di cui 25 in terrazza) tra le principali attrattive.
La scelta di uno chef noto al pubblico milanese e acclamato sulla scena gastronomica nazionale conferma il secondo asset che Rosso ha deciso di sviluppare per corroborare la propria idea di ospitalità: la cucina, “perché sono cresciuto respirando il piacere di viaggiare, da sempre ospitalità e cucina sono le principali fonti di conoscenza. E noi vogliamo rifocillare i clienti nel corpo e nell'anima, per offrirgli nuove opportunità di scoperta dell'altro”.
E infatti al gruppo fanno capo anche il risto-museo intitolato a Luciano Pavarotti, un'enoteca, un oyster bar e una pizzeria, tutti rigorosamente ricavati sugli spalti della Galleria. Cui si è aggiunto solo qualche giorno fa Al Panino Bistrò, al primo piano di Duomo 21, ulteriore esclusivo spazio con terrazza vista Duomo.
Progetti in corso. La scuola per chef e maggiordomi...
Ma lui a quale progetto tiene di più? “A tutti nella stessa maniera, sono tutti figli della Galleria, che è magnifica davvero”. Ecco perché di accontentarsi Alessandro Rosso non ci pensa nemmeno. E infatti all'ultima asta pubblica si è aggiudicato uno spazio di oltre 300 metri quadri, dove ha intenzione di aprire una scuola per chef e maggiordomi: “Stavolta il progetto è dedicato a chef internazionali già formati, che vogliono approfondire un percorso di formazione di qualità. Noi cercheremo di fornirgli contenuti, informazioni ed esperienze condensate in un master di 3 mesi a tempo pieno”. Chiaramente si parlerà di tutto, perché “fare ristorazione oggi significa investire sulla qualità, la qualità e poi ancora la qualità” e all'approccio interdisciplinare Rosso ha già dimostrato di tenere molto. Quindi spazio al design e alla comunicazione, alla cantina e alla presentazione, con il supporto “di grandi professionisti stellati in cucina e nella vita e la collaborazione di una nota università milanese”. Cantiere in corso e ingresso da via Silvio Pellico.
...E il Fast Star Casual
Sul lato opposto, invece, a novembre arriverà un altro ristorante, Fast Star Casual, con ingresso da via Foscolo, “per ribadire il respiro internazionale di Milano” realizzando una sorta di show room per chef, e offrire a tutti la possibilità di assaggiare piatti d'autore a prezzi abbordabili. D'altronde basta poco per capire che tipo di imprenditore della ristorazione vuole essere Rosso: “Al successo di un ristorante contribuiscono la sorpresa, la capacità innovativa, la cura dello spazio, ma anche la voglia di restare un po' bambini”. Che per Alessandro significa anche fare tesoro di tutti gli anni passati al fianco di suo padre, Franco, per apprendere i segreti di una vita spesa nel turismo. E sfruttare la congiuntura favorevole: “L'amministrazione di Milano favorisce l'iniziativa imprenditoriale. Indubbiamente ho la fortuna di lavorare nella città più aperta all'innovazione e internazionale d'Italia”. (E infatti non dimentichiamo che proprio in Galleria si attende l'arrivo di un altro big come Carlo Cracco).
L'ultima domanda sorge spontanea: dove si vede in futuro? “Non so, andrò dove mi porta la vita... Ma sicuramente resterò qui al fianco della Galleria che generosamente mi ha permesso di assisterla nel suo progetto di rinascita”.
Townhouse Galleria - Seven Stars | Milano | via Silvio Pellico, 8 | www.galleria.townhousehotels.com
Townhouse Duomo | Milano | via Silvio Pellico, 2 | www.duomo.townhousehotels.com
Felix Lo Basso Restaurant | Milano | Piazza Duomo, 21, quinto piano| tel. 02 83412410 www.felixlobassorestaurant.it
a cura di Livia Montagnoli