La cucina italiana nel mondo. Si comincia
The Extraordinary Italian Taste, ovvero che la prima Settimana della Cucina Italiana nel mondo abbia inizio. L’iniziativa promossa dalle istituzioni italiane per dare seguito al percorso intrapreso durante Expo – e concretizzatosi nell’ultimo anno con il Food act prima, il protocollo d’intesa per la valorizzazione della cucina made in Italy di qualità poi, senza dimenticare la recente fondazione dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto che riunisce i principali attori del settore con fini di valorizzazione e promozione – entra per la prima volta nel vivo offrendo un’imponente mole di eventi in tutto il mondo: oltre 1300 distribuiti nei cinque continenti, nessuno escluso, con il coinvolgimento di 105 Paesi in difesa del vero made in Italy agroalimentare all’estero. Gli obiettivi, per essere precisi, erano stati ribaditi un mese fa a Villa Madama, Roma, durante l’incontro di presentazione congiunto che abbiamo avuto modo di raccontarvi, quando anche il Gambero Rosso, con il suo presidente Paolo Cuccia, si era schierato in qualità di partner dell’iniziativa.
Numeri e protagonisti dell’iniziativa
Ora però, dal 21 fino al 27 novembre, è il momento di raccogliere i frutti dell’impegno – per una volta collettivo – che ha riunito le forze di MAECI e MIPAAF in sinergia con enti pubblici e privati, associazioni di categoria, scuole di formazione, e, in prima linea sul campo, la rete dei ristoranti italiani certificati all’estero. In numeri lo sforzo potrebbe riassumersi con qualche dato che impressiona positivamente per capacità di diversificazione e alto profilo degli appuntamenti: dei 1300 eventi in programma, molti coinvolgeranno attivamente le sedi diplomatiche, consolari e gli istituti italiani di cultura (295 i rappresentanti della rete attivata), proponendo oltre 170 conferenze, quasi 400 proiezioni a tema e rappresentazioni teatrali legate al cibo, una trentina di mostre che sottolineano il valore culturale del cibo, 150 tra master class e cooking show a opera degli chef italiani che lavorano all’estero, , oltre 300 incontri per la valorizzazione dei sapori dell’agroalimentare made in Italy. E ancora conferenze nelle aule universitarie e promozioni speciali nei ristoranti coinvolti, seminari tecnico-scientifici e premiazioni per la cucina tricolore di qualità.
Il programma. Conferenze, degustazioni e solidarietà
Nella fattispecie il ventaglio di opportunità è vario, e descritto nel dettaglio sul sito dell’iniziativa (oltre 120 pagine di calendario, suddivise per Paese). Gli esempi non mancano: ieri all’Istituto di Cultura Italiano di Lisbona Massimo Montanari ha raccontato la cultura gastronomica del BelPaese nella storia, in Austria arriverà il professor Migliaccio per approfondire i valori della Dieta Mediterranea (tanti i seminari accademici sul tema, da Ankara ad Hanoi); intanto all’Ambasciata Italia di Maputo, Mozambico, i bambini del luogo saranno protagonisti di laboratori di cucina all’insegna di una spensieratezza fin troppo inusuale a quelle latitudini, in Venezuela un ciclo di incontri culturali presenterà il legame della gastronomia con le arti, pittura e cinema, a Canberra, Australia, il pubblico potrà assistere alla proiezione del film La Cena di Ettore Scola (e tante sono le proiezioni dei grandi maestri del cinema italiano in programma durante la settimana). Poi c’è Pellegrino Artusi, che tenne a battesimo la codificazione della cucina regionale italiana oltre un secolo fa, e ora diventa ambasciatore nel mondo di quei valori culinari che hanno mosso una macchina così strutturata: tanti gli appuntamenti a lui dedicati, a Bruxelles e Parigi non mancherà l’opportunità di presentare la prima edizione in francese del suo testo più celebre.
Solidarietà per Amatrice
E del resto gli stimoli per attivarsi non mancano: molti agiranno a favore dei terremotati del Centro Italia. Nelle mense Volkswagen di Germania, per esempio, per tutta la settimana saranno serviti piatti italiani e il ricavato sarà devoluto per la ricostruzione dei paesi colpiti dal sisma. A Melbourne, invece, il ristorante Donnini ospiterà una cena benefica sulla Cucina del riuso e di Amatrice; mentre all’Ambasciata di Riga arriveranno i cuochi della cittadina laziale simbolo del primo devastante terremoto, per proporre su al Nord i sapori autentici del territorio.
I grandi nomi della cucina italiana
Poi ci sono i nomi e le realtà più prestigiose: all’Istituto di Cultura Italiana di Madrid la degustazione guidata con Mastroberardino, all’Ambasciata italiana di Londra il maestro Gualtiero Marchesi per presentare il documentario sulla sua storia in cucina, a Berlino Heinz Beck, protagonista di un incontro-intervista all’Ambasciata. E mentre Laura Ravaioli sarà impegnata nelle cucine dell’ambasciatore Ramat Gan in Israele con un menu di ispirazione ebraica, a Bucarest (Romania) la cena in ambasciata sarà servita dai fratelli Serva (il 30 novembre), a Hong Kong, presso il ristorante Isola, da Marco Sacco (dal 23 al 26). E a Delhi (India) Viviana Varese regalerà a 150 ospiti locali l’opportunità di scoprire i sapori della cucina d’autore italiana, protagonista di un tour al mercato prima, di una cena di gala in Ambasciata poi (dal 22 al 25). Dall’altra parte del mondo, al Boragò di Santiago del Cile, gli ospiti d’onore saranno Cristina Bowerman – presidente degli Ambasciatori del Gusto – e i fratelli Costardi, protagonisti di una cena a 6 mani nel celebre ristorante il 22 novembre. Perché qualità, identità ed eccellenza della cucina italiana siano valori riconoscibili e ampiamente condivisi nel mondo. È solo l’inizio. Speriamo.
Il programma completo degli eventi
a cura di Livia Montagnoli