I benefici della ristorazione sociale. Un modello da Torino
A Torino, la Cooperativa Sociale Raggio opera dal 2012, quando si è costituita per iniziativa di tre giovani soci (oggi il presidente è Fabrizio Billero) intenzionati a garantire un punto di riferimento per il quartiere Mirafiori Nord, dove sono nati e cresciuti, vivendo i problemi endemici comuni a tanti quartieri periferici, che spesso trascurano l’importanza dell’aggregazione sociale. Così la cooperativa si è costituita con il duplice obiettivo di offrire spazi di condivisione per tutta la comunità e un lavoro per i soggetti più svantaggiati.
È nato il Baretto, e qualche anno più tardi l’Osteria Andirivieni, operativa all’interno di Cascina Roccafranca dal 2016. Un’esperienza, la seconda, che si è rivelata essenziale per ampliare il raggio d’azione di quella che oggi è una delle associazioni del terzo settore più attive di Torino, allineata sugli obiettivi di altre cooperative virtuose che operano in Italia (per fortuna sono sempre più numerose) a partire dall’idea che l’inclusione sociale e lavorativa possono generare un modello di business sostenibile, e al contempo creare valore umano per la comunità.
Inclusione e buoni prodotti del territorio
Nelle attività gestite dalla cooperativa Raggio, quindi, lavorano persone con disabilità, ex detenuti e soggetti in condizioni di semi-libertà, rifugiati politici e persone in arrivo da percorsi di tossicodipendenza e alcolismo. Inoltre, nell’ottica di attivare un circolo virtuoso, le cucine di Raggio utilizzano prodotti locali di piccole realtà del territorio, cercando di proporre cibo di qualità a prezzi accessibili. Per questo, nell’ambito del progetto di ristorazione sociale si è costituito il punto Raggio Alveare, in collaborazione con la rete dell’Alveare che dice sì, che presta servizio presso il Baretto di via Guido Reni, organizzando ogni martedì un punto di confronto e acquisto con i produttori. In questi anni il modello si è rivelato vincente: oggi la cooperativa impiega più di 20 persone, di cui la metà provengono dai percorsi di recupero o integrazione di cui sopra. Ecco perché a partire dal 1 luglio gli impegni in città triplicano, con l’apertura della piola “oltre frontiera” Al Cecchi.
Al Cecchi. La piola oltre frontiera
Un nuovo quadrante di Torino – siamo al quartiere Aurora – con il medesimo intento di offrire un punto di incontro e formazione per ragazzi in cerca di riscatto, ancora una volta in una zona periferica della città (anche se rivitalizzata dall'apertura della Nuvola Lavazza, e oggi ricca di piccole, giovani realtà commerciali da incoraggiare, tra enoteche naturali e cucine del mondo), per sottolineare come la diversità possa rivelarsi una risorsa per tutti. Dunque la piola Al Cecchi, nella casa di quartiere di via Cecchi, sarà sì un locale di cucina popolare come ci si aspetterebbe da un’osteria della tradizione cittadina, ma si proietterà anche oltre frontiera, mettendo insieme esperienze diverse all’interno di uno spazio di ristorazione che genera integrazione e lavoro. In cucina e sala si muoveranno dieci tra ragazze e ragazzi che vogliono lasciarsi alle spalle momenti difficili, qui assunte a tempo indeterminato. Quattro di loro sono disabili in stato detentivo, che a fine turno, rientreranno nelle strutture di competenza. La piola prende il posto del precedente bar del Cecchi Point, dopo un ripensamento degli spazi e con la sfida di creare sinergie con altre realtà del quartiere, privilegiandone la vocazione multiculturale. E impostando un lavoro di valore anche a tavola, con materie prime da filiera bio ed equo-solidale, birre artigianali (Filodilana) e vini naturali dei produttori di Govone (e presto, proprio sul versante dell’approvvigionamento potrebbe arrivare un’altra novità, grazie all’aggiudicazione di un bando a Rivalta, per la realizzazione di un progetto di autoproduzione in agricoltura sociale). La piola aprirà già nel pomeriggio, dedicando il momento dell’aperitivo a quelli che sono già stati ribattezzati “cecchetti”, cicchetti alla torinese con ingredienti di stagione. Inaugurazione il 1 luglio, dalle 17.
Al Cecchi, Piola oltre frontiera – Torino – via Antonio Cecchi, 17 - 011 1899 8096 – pagina Fb