Le tovagliette illustrate
C’è chi non conosce la lingua e finisce per ordinare la prima cosa che trova sul menù, c’è chi ha problemi a comunicare e non riesce ad ordinare esattamente quello che vuole, accontentandosi di quello che suggerisce il cameriere. E c’è chi, caso ancora più grave, non riesce a comunicare una specifica intolleranza alimentare. Ma una tovaglietta illustrata può risolvere molti problemi: un’idea semplice, che potrebbe spingere i ristoranti a essere sempre più inclusivi. La tovaglietta contiene disegni e semplici diciture, ed è stata creata sia in versione italiana che inglese per permettere di semplificare le ordinazioni da parte dei bambini in età prescolare, delle persone che non conoscono la lingua italiana, o delle persone con difficoltà cognitive o di comunicazione. Come ha spiegato Marcello Fiore, direttore generale di Fipe “la tovaglietta incarna perfettamente lo spirito con cui ogni pubblico esercizio dovrebbe operare: un luogo in cui i clienti possano trascorrere momenti piacevoli e a proprio agio. Un gesto di attenzione semplice ma che conta moltissimo per chi lo riceve, in grado di rendere i nostri locali ancora più inclusivi e accoglienti”. La tovaglietta è stata realizzata in collaborazione con il gruppo pubblici esercizi Ascom Bergamo, e una onlus locale, l'associazione Angelman.
Come sono fatte le tovagliette
Le tovagliette saranno distribuite nelle due versioni, italiana e inglese: la seconda, rivolta a coloro che non conoscono la nostra lingua, presenta anche la traduzione dei piatti e delle bevande. Sul lato sinistro abbiamo tutte le immagini che riguardano le bevande: dal caffè alle spremute, dall’acqua frizzante al thé freddo. Sul lato destro invece tutto ciò che riguarda la ristorazione: pasta, pizza, verdure, cornetto, insalata e così via. Ai margini destro e sinistro ci sono invece le illustrazioni dei gesti primari, che servono per comunicare ai camerieri ciò che vogliano: ancora, basta così, aiutami, per favore, bagno, grazie, mi piace/non mi piace. Tutto è rappresentato da immagini semplici e colorate, oltre che da simboli appartenenti al sistema della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), un approccio nato per i bambini e i ragazzi affetti da autismo e disabilità complesse, che sta diventando uno strumento molto usato. Un'iniziativa a cui faranno seguito molte altre ancora, per rendere la tavola un vero luogo di scambio e condivisione, fra tutti. I progetti per il futuro di “Al bar e ristorante scelgo io!” prevedono infatti anche l’inclusione anche delle persone non vedenti. Secondo gli ideatori, il prossimo passo sarà rendere l’iniziativa ancora più completa e solidale, corredando immagini e traduzioni con le diciture in braille.
a cura di Francesca Fiore