Un concorso a squadre per i futuri chef e camerieri voluto dal team de Il Luogo di Aimo e Nadia: espressione di grande cucina, professionalità e valore umano nel segno dei fondatori. In palio ci sono un periodo di formazione di sei mesi presso il ristorante, comprensivo di vitto alloggio e rimborso mensile, seguito da sei mesi di assunzione in azienda. Non è finita: alla fine dell’anno anche un corso di perfezionamento, presso ALMA (Scuola Internazionale di Cucina Italiana) a Colorno, sulla base delle attitudini e predisposizioni personali.
Il Luogo di Aimo e Nadia
Quando ha aperto, il Luogo di Aimo e Nadia era poco più di un bar-trattoria. Era il 1962 e via Raimondo Montecuccoli, decentrata ancora oggi, era come dire fuori città. Toscani tradotti a Milano, Aimo e Nadia Moroni non hanno mai scordato le loro origini, accompagnando quei sapori della memoria con prodotti pescati qua e là, in un grand tour gastronomico che è andato a comporre piatti che sono diventati monumento, come la zuppa etrusca o lo spaghetto al cipollotto. Con lo scorrere degli anni la trattoria, ormai divenuta grande ristorante, si afferma come punto di riferimento di una Milano che vive di mille vite e cambia molte vesti, mentre il Luogo rimane sempre lì, con la sua proposta e l'asticella sempre alta, che pure il cambio generazionale ha saputo mantenere come la recente guida Lombardia - Il meglio di Milano e delle altre province 2024 del Gambero Rosso ha confermato.
Fabio Pisani e Alessandro Negrini
A raccogliere l'eredità dei due fondatori è stata un'altra coppia, stavolta entrambi davanti ai fornelli: Fabio Pisani e Alessandro Negrini, al pass del Luogo dal 2012, quando hanno affiancato Stefania Moroni, figlia di Aimo e Nadia, alla guida del locale. Loro in cucina e lei a occuparsi del resto con Nicola Dell'Agnolo e Alberto Piras in sala, ma sempre con in mente l'idea chiara di una identità che si può e si deve evolvere, mai cancellare o conservare immobile. E pare proprio una conseguenza di questo approccio la creazione di un premio per la nuova generazione di cuochi.
Il premio Aimo e Nadia per i giovani
Si intitola Aimo e Nadia per i giovani e nasce per dare continuità ai valori che il Luogo - oggi diventato un piccolo organismo gastronomico costituito dal ristorante principale, il BistRo Aimo e Nadia e il ristorante caffetteria VOCE Aimo e Nadia - non smette di tramandare. La prima edizione vede coinvolti gli alunni dell’Istituto Alberghiero di Molfetta, lo stesso in cui ha studiato Fabio Pisani, a voler sancire un valore, quello della continuità. Si tratta di una sfida a squadre rivolta agli studenti del 4° e 5° anno di un alberghiero diverso ogni edizione.
«Volevamo istituire un premio per trasmettere nelle scuole alberghiere i valori che questa insegna ha sempre avuto: italianità, prodotto, ricerca continua nei territori, ma soprattutto il binomio sala e cucina, un elemento che è molto identificativo del Luogo” spiega Alessandro Negrini. L'idea è unire le due anime del ristorante in una sorta di challenge. «Il punto è far capire quale è l'interazione tra il cuoco e il cameriere, che devono lavorare insieme per un obiettivo: arrivare al cliente. Che significa non solo presentare il piatto e pensare all'abbinamento cibo vino, ma guardare anche al modo in cui raccontare, attraverso il piatto, il territorio e la sua cultura. Vogliamo far diventare questa esperienza una sorta di promozione del dialogo tra il ristorante e il territorio in cui lo stesso vive».
Un'iniziativa che rappresenta un omaggio all'azienda e ai suoi fondatori, Aimo e Nadia, alla capacità di promuovere un approccio in cui professionalità e umanità vanno di pari passo, dando valore a tutte le persone coinvolte nel ristorante: dai produttori ai cuochi ai camerieri. «Crediamo che il tema della mancanza di personale si affronti anche così: riuscendo a trasmettere non solo le ricette e gli insegnamenti tecnici, ma i valori che ci sono nella nostra cucina. Crediamo che i valori trasmessi da Aimo e Nadia e dal gruppo siano straordinari e possano essere un esempio per chi vuole fare cucina italiana. Il nostro paese si trova davanti a una grande svolta, bisognerà attingere a persone che non sono di cultura italiana e occorre trasmettere loro i nostri valori gastronomici, il modo in cui viviamo il cibo nella daily routine: non basta un corso, i ragazzi devono condividere questi aspetti, viverli, anche subirli, farli propri. Quando formi un ragazzo giovane stai costruendo il futuro della cucina italiana e della società». Per questo il logo dell'iniziativa è una figura che guarda lontano.