Il bilancio
Dicembre. Tempo di Avvento, di feste, pranzi ricchi e golosi strappi alla regola. Ma soprattutto tempo di numeri. Di tirare le somme dell'anno che sta per volgere al termine, e fare previsioni per quello che verrà. Anche in campo gastronomico. Al centro degli studi e delle analisi di mercato degli esperti di settore, le tendenze del mondo del food & beverage: quale sarà la moda del 2018? Quali i progetti di food tech più innovativi? Supposizioni e pronostici a parte, dicembre è soprattutto il mese dei bilanci. Mai come negli ultimi anni, il panorama nazionale continua a offrire un'istantanea dell'industria agroalimentare positiva e ottimistica. E il 2017 non fa eccezione. Si parla, infatti, di un giro di affari di circa 35 miliardi, con 1/4 del fatturato derivante dalle cooperative (4.703 imprese totali). Numeri favorevoli, quelli del rapporto dell'Osservatorio sulla Cooperazione agricola, che testimoniano ancora una volta il ruolo fondamentale del cibo nell'economia del Paese.
Il ruolo delle cooperative
“Sono soddisfatto del quadro economico fotografato dal rapporto”, commenta Giorgio Mercuri, presidente dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. E aggiunge: “In particolare per il contributo importante che le cooperative stanno dando in termini di incremento delle vendite sui mercati internazionali”. Queste realtà, infatti, molto spesso rappresentano la strada per arrivare più compatti e forti sui mercati, non solo quelli interni. È il caso del settore vitivinicolo, in cui le cooperative rappresentano circa il 10% del fatturato totale del comparto, con numeri in costante crescita: “Le prime 25 cooperative vitivinicole hanno in media la metà del loro giro d'affari derivante dall'export”.
La provenienza delle materie prime
E non solo: occorre ricordare anche che le imprese cooperative lavorano materia prima per il 74% di provenienza locale, per il 24% nazionale e solo per il restante 2% estera. Un dato da sottolineare, considerata l'importanza che negli ultimi anni è stata riservata alla tracciabilità dei prodotti e alla trasparenza della filiera. “Questo è possibile grazie al forte legame che le cooperative hanno con la propria base sociale di agricoltori”, spiega Ersilia Di Tullio, responsabile cooperazione della società Nomisma. La quota degli approvvigionamenti di materia prima delle cooperative, infatti, oggi “è costituita dai conferimenti dei propri soci, come evidenzia il grado di mutualità pari in media all'83%”.
I prodotti più in voga
Ad aumentare più di tutti il proprio export (20% in un solo anno), il settore lattiero-caseario, ma accanto al latte, i prodotti principali trattati dalle cooperative restano carne, ortofrutta e vino. In particolare, sono le carni fresche e quelle trasformate a raggiungere la maggiore quota di fatturato: 8,9 miliardi di euro, pari al 26% del totale. A seguire, il comparto dell'ortofrutta, con8,7 miliardi (25% del fatturato totale), e poi quello del latte (6,6 miliardi, 18% del fatturato totale). Ultimi posti per i servizi (4,8 miliardi, 14% fatturato), e per il vino, con 4,5 miliardi pari al 13% del fatturato totale.
a cura di Michela Becchi