Diecimila agricoltori di Coldiretti al Brennero per chiedere lo stop al "Fake in Italy"

8 Apr 2024, 17:12 | a cura di
Due giorni di manifestazione per lanciare una raccolta firme e una proposta di legge europea di iniziativa sulla trasparenza dei cibi che arrivano in tavola. Il sindacato chiede l'obbligo di indicazione dell'origine in etichetta a tutti gli alimentari in commercio nell'Ue

Imponente mobilitazione degli agricoltori della Coldiretti oggi e domani al Brennero, per fermare il cosiddetto fake in Italy. Il sindacato presieduto da Ettore Prandini ha invaso il confine con oltre diecimila persone, secondo gli organizzatori, per dire no alle importazioni di alimenti senza etichetta d'origine. Tir, camion frigo, autobotti vengono ispezionati, come avviene quotidianamente, dalle forze dell'ordine alla frontiera, ma stavolta con gli agricoltori che chiedono lo stop ai cibi importati e camuffati come italiani. Obiettivo della Coldiretti è lanciare una raccolta firme, da un luogo simbolo come il Brennero, per arrivare a quota un milione per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza del cibi che arrivano in tavola, che includa l'obbligo di indicazione dell'origine in etichetta a tutti gli alimentari in commercio nell'Ue.

Parte la raccolta firme per una legge europea

La campagna della Coldiretti potrà essere sostenuta dai cittadini firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti. Spazio anche a una promozione sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly. L'obiettivo dell'organizzazione degli agricoltori è proteggere il made in Italy e il mercato italiano dall'invasione di prodotti stranieri, che potrebbero mettere a rischio anche la salute, come accaduto recentemente - ricorda il sindacato agricolo - sia con le patate vendute come italiane sia coi falsi carciofi brindisini di provenienza africana, sia con l’olio di semi venduto ai ristoranti romani come extravergine. La Coldiretti chiede che i valichi e i porti italiani non continuino a essere un «colabrodo da cui passa di tutto». Per questo motivo, l'associazione chiede anche lo stop all'import di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto seccare in preraccolta col glifosato: «Gli obblighi imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo».

Dall'audit della Corte dei Conti alla direttiva Breakfast

La Coldiretti ha scelto di manifestare anche dopo la presa di posizione della Corte dei Conti Ue, nell’audit concluso a dicembre 2023, in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerati ostacoli al libero commercio. Nel pacchetto delle proteste c'è anche l’esclusione dalla Direttiva Breakfast dell’obbligo dell’indicazione di origine per succhi di frutta e marmellate, inizialmente inserito e poi bocciato in fase di Trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue.

Stop all'import di prodotti stranieri non conformi per 8 italiani su 10

Oltre otto italiani su dieci (83%), secondo un'indagine Coldiretti/Ixé, chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. Al Brennero, i manifestanti hanno allestito la tavola del fake in Italy: un menu dal primo al dolce, con prodotti esteri, che imitano quelli italiani (tra cui lasagne alla bolognese, arrosticini abruzzesi, lenticchie umbre). Coldiretti intende combattere il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell'ultima trasformazione sostanziale.

I prodotti ancora anonimi nel paniere alimentare

Sono diversi i prodotti oggi ancora definiti anonimi, e che rappresentano circa un quinto della spesa degli italiani. Tra questi, il pane: su pagnotte e panini non vige, ricorda la Coldiretti, l’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato, come accade per la pasta. Situazione analoga per tutti i derivati come biscotti, fette biscottate cracker e simili. Ma anche per i legumi in scatola, venduti in confezione con colori o segni che richiamano l’italianità, così come per le confetture di frutta o di verdura trasformata (marmellate e sottoli). L'etichetta d’origine non c'è neppure per ortaggi e frutta di quarta gamma, noci e pistacchi sgusciati, carne di coniglio e di cavallo. E restano completamente anonime - conclude il sindacato - le portate sui menu dei ristoranti. «Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato. Da qui - ha concluso il presidente Prandini - rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell'origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei. Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee».

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