Ne siamo a conoscenza tutti, o almeno i green addicted: si adottano alberi in Amazzonia, arance in Sicilia, alveari in ogni regione d’Italia, ma al grano, almeno in larga scala e non con progetti di piccole dimensioni, non ci aveva pensato nessuno. Petra Molino Quaglia, in collaborazione con Simenza di Giuseppe Li Rosi, ha lanciato il progetto Petra Evolutiva, dove tutti possono adottare un raccolto.
Il progetto Adotta un raccolto
Adottare un raccolto vuole dire seguirlo dalla semina fino al prodotto finale. Chi aderisce al progetto Petra Evolutiva sceglie i suoi ettari di terreno (adesso presenti prevalentemente in Sicilia vicino Enna, nel Lazio a Rieti, nelle Marche in provincia di Ascoli-Piceno), partecipa alla semina, monitora il raccolto documentato da agricoltori e tecnici selezionati e seguiti da Li Rosi, segue la mietitura e la macinazione anche a distanza. Ogni campo di grano adottato porta il nome del suo “genitore” ed è segnalato con delle coordinate geografiche, tutto riportato in forma visual sia sui sacchi di farina, che poi arrivano all’adottante, sia su quelli che conservano e trasportano il grano raccolto. Ogni grano ha un nome, ogni farina ha un nome. Ed è tutto esclusivo.
La cura e l’importanza dei valori
Se vi dicessimo che questo progetto molto probabilmente, almeno per il momento, non punta al business non ci crederete. Tutto prende vita e cresce grazie al progresso, alla ricerca e alla collaborazione. Le quantità prodotte non sono industriali ma si sa, tante cose piccole fanno una cosa molto grande. Il molino in cui viene macinato il grano del progetto Petra Evolutiva è piccolo, esclusivo, ed è situato in uno stabilimento a parte rispetto agli impianti principali di Farina Petra.
Chi ha aderito al progetto: gli adottanti
La forza di questo progetto sta principalmente negli adottanti che sono noti pizzaioli, panificatori (molti ne abbiamo anche premiati nelle nostre guide Gambero Rosso) che aderiscono a un disegno evolutivo in tutti i sensi. Da Gabriele Bonci a Massimiliano Prete, fino a Luca Doro, Davide Di Bilio, Giovanni Senese, Massimo Quaglia. I nomi sono tanti, non tantissimi, ma fanno la differenza.
E le adozioni stanno aumentando anche da parte di privati. Sì, perché gli amanti della panificazione domestica possono portarsi i loro 8 chili di farina a casa e diventare adottanti di un raccolto.
I punti forti del progetto Petra Evolutiva
Qui diventa tutto esperienza culinaria esclusiva, e le storie che girano intorno al prodotto sono vive e in movimento. I punti di forza sono da ricercare nell’artigianalità e nella tradizione contadina che non si perde, anzi si evolve; nella tracciabilità totale: ogni chicco di grano viene seguito dalla semina al packaging e alla consegna; e nell’esclusività: una pizza, figlia di questo progetto, ad esempio, sarà unica perché unica è la farina con cui è stata prodotta, ancora prima lo è il grano. E si potrà mangiare solo in quella pizzeria e quell’anno di produzione. L’anno successivo il grano regalerà nuove esperienze.
Un nuovo modello economico-alimentare
Se nel 1994 John Nash conquistò il Nobel per la teoria (vincente!) dei giochi, un motivo ci sarà stato. Collaborando si vince. Ed è proprio da questa idea economica su cui si basa Petra Evolutiva: il rischio si ripartisce su tutta la filiera. In un modello economico-agroalimentare classico se il raccolto va male, i costi sono a carico dell’agricoltore, ma con questa soluzione “il molino garantisce all’agricoltore l’acquisto del grano a prescindere dalla qualità”, come spiega Piero Gabrieli, direttore marketing di Petra Molino Quaglia.
“Qui l’obiettivo non è puntare alla farina migliore possibile, ma mantenere su il progetto” continua Gabrieli “La farina cambia ogni anno per profumi, prestazioni e non sarà in termini qualitativi migliori possibili, ma con questo progetto vogliamo superare questo concetto e andare oltre per arrivare alle storie: se al consumatore venisse raccontata la storia io credo che l’apprezzerebbe”.
La letteratura agroalimentare già ci racconta di progetti di adozione di un raccolto o di farine, come già spiegato, ma quello di Petra vuole essere un modello di collaborazione e ricerca che coinvolge tutti gli attori della filiera in un progetto circolare che non termina, ma si evolve. L’inizio coincide con la fine e la fine con l’inizio. In uno scambio di conoscenze, informazioni e anima. L’agricoltore è legato al panificatore, il panificatore al mugnaio, l’agricoltore al mugnaio.
“Qualsiasi azione materiale ha un corrispettivo spirituale. Gli iniziati dicono che l’economia del futuro sarà un’economia basata sull’eliminazione della parola compravendita sostituita da un concetto più complesso che mette insieme le persone per trasformarla la materia. Tutto questo diventa un’Opera”, dice Giuseppe Li Rosi e poi continua: “La parola prezzo viene capovolta e diventa valore, che non viene assegnato dal venditore ma dal gruppo: è il cliente che decide quanto pagare per un bene o un servizio. Quello che stiamo facendo è l’embrione di tutto questo”.
La carta dei grani e il grano evolutivo
Chi conosce Petra e il lavoro di Giuseppe Li Rosi con Simenza sa della loro sensibilità al grano evolutivo. Abbiamo affrontato ampiamente il tema, qui ma non è mai abbastanza parlare di questa operazione sperimentale e di avanguardia.
Perché l’evolutivo? Il motivo è presto spiegato da Petra Molino Quaglia stesso: “Immaginiamo migliaia di varianti della stessa specie di frumento, seminate sullo stesso terreno per anni, e ogni anno la natura seleziona le varietà più resistenti; così il campo di grano si aggancia alle variazioni climatiche, resistendo anche ad infestanti e malattie”. I vantaggi dell’evolutivo sono tanti e attorno a esso si è creata una comunità molto forte di aderenti che credono nelle capacità di questo grano del futuro.
Non solo evolutivo. Il progetto di adozione lavora con altre varietà di grano: in Sicilia anche con Maiorca, ma la potenza sperimentale di tutto questo sta anche nella ricerca e scoperta di nuove tipologie di grani e cereali, come quello successo con la segale iermana che verrà implementata nei campi del reatino. Il progetto ambizioso di Petra Evolutiva vuole raggiungere un nuovo traguardo: quello di creare una carta dei grani. E stando a quello che hanno già realizzato, pensiamo che il passo sia davvero breve.