L'acqua spacca l'Italia a metà, tanta al nord mentre il sud rimane a secco. Il rapporto Ispra

11 Nov 2024, 09:09 | a cura di
Lo scorso anno sulle Alpi Orientali la disponibilità idrica è 5 volte quella riscontrata in Sicilia. Una situazione destinata a peggiorare in quelle che saranno le future stime sull'anno corrente

Chi vive nella provincia di Enna quest'anno ha potuto toccare con mano cosa significa trovarsi nel mezzo di una vera e propria crisi idrica. Dai rubinetti di molte abitazioni continua a uscire acqua a intermittenza, le autobotti sono una presenza fissa e agli inizi di ottobre si parlava di una potenziale crisi igienico sanitaria. Proprio a tal proposito, pur riferendosi allo scorso anno, quella scattata dal nuovo rapporto Ispra è una fotografia impietosa che lancia un grido di allarme sulla nostra risorsa più preziosa. Se si fa una valutazione su scala nazionale nel 2023 si conferma, come ormai avviene da diversi anni, il trend negativo della disponibilità naturale di risorsa idrica rinnovabile. Vale a dire che la quantità di precipitazione, al netto della perdita per evapotraspirazione, che rimane disponibile nell’ambiente per gli ecosistemi e per i diversi usi, è in calo.

Minore disponibilità di acqua nel 2023

La disponibilità di risorsa idrica, sebbene in ripresa rispetto al minimo storico del 2022 (quasi un +68%), ha fatto comunque registrare una riduzione a livello nazionale del 18,4% rispetto alla media annua del lungo
periodo 1951–2023. Una riduzione di questa entità è stata causata dall’effetto combinato di un deficit di precipitazioni (specialmente nei mesi di febbraio, marzo, settembre e dicembre) e di un incremento dei volumi evaporati dagli specchi d’acqua e dal terreno. Negli ultimi tre mesi dell’anno, che generalmente risultano i più piovosi, in particolare in Sicilia e in parte della Calabria ionica si è registrato un consistente deficit di precipitazioni. Un problema che ha portato a una situazione di siccità estrema con effetti in termini di severità idrica che si sono protratti nel 2024 investendo il centro-sud Italia e le isole maggiori e aggravandosi ulteriormente per le scarse precipitazioni nel prosieguo dell’anno.

L'Italia spaccata in due

Secondo i dati dell'Ispra il massimo valore della disponibilità naturale della risorsa idrica nel 2023 è quello delle Alpi Orientali, con un valore di circa 664 mm (poco più di 23 miliardi di metri cubi), valore che costituisce il 51,2% della precipitazione annua e che corrisponde a circa 5 volte la disponibilità di risorsa nel Distretto della Sicilia per lo stesso anno. Nel 2023, è infatti il Friuli Venezia Giulia la Regione con il massimo di precipitazione totale annua (più di 1750 mm), così come è la Sicilia la Regione con il valore minimo di piogge (565,5 mm). In termini di disponibilità naturale delle risorse idriche, è tuttavia la Puglia la Regione che ha segnato il minimo con 100 mm nel 2023, ovvero quasi la metà del valore medio sul lungo periodo.

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