Fipe Fic arriva l'accordo
L'unione fa la forza; finalmente. Perché da sempre il mondo della ristorazione italiano, un comparto che conta oltre 300mila imprese 1,2 milioni di addetti e vale oltre 46 miliardi di euro, soffre di una cronica divisione. Che l'accordo tra FIPE-Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici Esercizi, e FIC, Federazione Italiana Cuochi siglato il martedì primo febbraio sembra voler allontanare. Gli obiettivi del Protocollo d'intesa sono molteplici, ma si possono riassumere in due assert principali: da una parte la formazione e il rafforzamento delle professionalità, dall'altra la tutela e la promozione della cultura enogastronomica italiana, fatta di tradizioni, competenze, ma anche prodotti e presenza nello scenario internazionale. Parte integrante di questo accordo, infatti, è la spinta a combattere l'italian sounding, che tra falsi e contraffazioni di ogni genere alimenta un mercato che supera i 100 miliardi di euro. “Qualità e Cultura sono i vantaggi competitivi del nostro Paese nella ristorazione e parti costituenti della nostra identità enogastronomica: va cercato il modo di difenderle, promuoverle e rinnovarle il più possibile” spiega il presidente di FIPE-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani.
Imprenditori e cuochi uniti
Un accordo tanto più importante, quanto più il comparto vive una situazione di fragilità data dall'azione combinata della pandemia, con i suoi effetti sull'economia e la socialità, dei rincari energetici e di difficoltà diventate sempre più strutturali. Che solo la collaborazione stretta tra i diversi attori del comparto può contrastare: “Imprenditori e cuochi sono due anime fondamentali della ristorazione italiana, che a volte coincidono” aggiunge Stoppani “ma interpretano comunque due aspetti diversi e complementari che vanno integrati per riuscire a valorizzare pienamente il patrimonio alimentare del Paese”. La creazione di una compagine finalmente non concentrata sulle esigenze delle singole realtà ma focalizzata sull'intero comparto Horeca potrebbe presentarsi unita e dunque più forte di fronte alle istituzioni.
La formazione e la promozione all'estero
Da sempre bestia nera del comparto, la mancanza di un programma di formazione professionale all'altezza di un panorama che ha saputo esprimere, nel corso degli ultimi anni, un grande valore qualitativo e imprenditoriale. “In questo quadro si inserisce la svolta epocale della nuova certificazione per i cuochi che fissa competenze e criteri per chi vuole lavorare in cucina. Una novità importante per valorizzare la nostra attività” commenta Rocco Pozzulo, presidente FIC che sottolinea come in questo momento sia fondamentale fare rete per il bene del comparto. “Così come è fondamentale, per costruire il futuro della ristorazione, puntare sulla massima qualità. Sia per quanto riguarda i prodotti agroalimentari, sia per quanto riguarda le professionalità”.
Una professionalità che per svilupparsi e crescere anche nel panorama internazionale, ha bisogno di investimenti di interventi strutturali, da qui la scelta di inserire all’interno del protocollo un esplicito riferimento alla partecipazione a eventi quali il Bocuse d’Or o le Olimpiadi Erfurt; con FIPE-Confcommercio e FIC che si impegnano a sostenere i team italiani, lavorando anche al reperimento di sponsor e sostenitori.