Ab Inbev non resiste al fascino del made in Italy. Si tratta per il 20% dei pomodori Mutti

4 Nov 2016, 10:30 | a cura di

Nei mesi scorsi ha fatto scalpore l'acquisizione di Birra del Borgo, oggi parte dello sconfinato portfolio brassicolo del colosso belga. Ora oggetto d'interesse sono i pomodori della Valle del Po e il prestigio di Mutti. A Verlinvest, private equity della multinazionale, il 20% delle quote: l'azienda parmense vuole crescere all'estero.


Mutti, pomodori dal 1850

Nella Food Valley parmense ognuno fa il suo. Ognuno contribuisce a tenere alto il nome del made in Italy gastronomico nel mondo, all'avanguardia per progresso tecnologico e qualità delle materie prime. E Mutti, a Parma, vuol dire inequivocabilmente conserve di pomodoro: il brand è l'unica azienda di marca in Italia a occuparsi solo di pomodoro, con lo scrupolo di chi controlla attentamente ogni passaggio della filiera, dai luoghi di produzione (che distano mediamente solo un centinaio di chilometri dai centri di produzione) fino alla selezione finale. L'area di pertinenza è quella della Valle del Po, che garantisce alle coltivazioni di pomodoro terroir differenti per composizione del terreno e condizioni climatiche; e negli stabilimenti aziendali confluisce ogni anno il raccolto (lavorato nell'arco di 24 ore e immediatamente confezionato, assicurano dalla base) di oltre 400 agricoltori che fanno parte di una rete certificata a garantita da Mutti. Tanto che l'azienda parmense, da diciassette anni a questa parte, premia con il Pomodorino d'oro i suoi migliori 40 coltivatori, quelli che meglio degli altri si attengono al disciplinare di Buone Pratiche Agricole alla base del patto, nel rispetto dell'ambiente e di una gestione responsabile dell'acqua. Ecco perché, nel panorama dell'industria agroalimentare nazionale, Mutti ha sempre rappresentato un baluardo da promuovere sul mercato estero. E, per altro verso, una mira particolarmente appetibile per le grandi multinazionali internazionali.

La trattativa. Ad Ab Inbev il 20% di Mutti?

Lo conferma, nelle ultime ore, l'interessamento del colosso belga Verlinvest per il brand parmense, che con molta probabilità porterà all'acquisizione del 20% delle quote societarie (il valore complessivo si attesta sui 250 milioni di euro) da parte della private equity controllata da Ab Inbev. Sì, proprio quella macchina da guerra che monopolizza il mercato della birra mondiale e nell'ultimo anno ha manifestato grande interesse per l'Italia, conquistando – tra polemiche e insurrezioni di piazza – uno dei fiori all'occhiello del panorama brassicolo artigianale nazionale, Birra del Borgo, oggi in buona compagnia di Peroni, Moretti, Stella Artois e tanti altri brand della birra riassorbiti dallo tsunami targato Ab Inbev-Sab Miller.

Ora però i tempi sono maturi per perseguire una strategia di diversificazione che sembra indirizzarsi su realtà del made in Italy celebri per prestigio (e storia: Mutti esiste dal 1850) ancor prima che per giro d'affari. Nel 2016 Mutti ha fatturato “solo” 245 milioni di euro – ma la crescita è stata esponenziale - numeri tutto sommato irrisori per una multinazionale da 100 miliardi di dollari, evidentemente sensibile al fascino dello “shopping” tricolore.

Alla conquista dei mercati stranieri. I vantaggi per Mutti

E dal canto suo Mutti, ben posizionata sul mercato interno e un brand autorevole, avrebbe già manifestato il desiderio di conquistare nuovi mercati in Europa e Stati Uniti, come testimonia il recente ingresso in Borsa Italiana nel programma Elite. Le voci di corridoio si fanno insistenti: con la compartecipazione di Ab Inbev i pomodori Mutti potrebbero approdare sulle piattaforme mondiali, permeando il mercato dei supermercati internazionali (nel portfolio food&beverage di Verlinvest già patatine in busta, salse, bevande brasiliane e acque aromatizzate, prodotti gluten free, gelati). Insomma, nozze d'amore salutate con entusiasmo dal presidente Francesco Mutti. A quando la conferma?

 

a cura di Livia Montagnoli

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