Il primo giorno di scuola? C'erano 8 studenti, tutti maschi (per la prima femmina occorre aspettare oltre 100 anni). Era il 17 maggio del 1863 e inaugurava, in anticipo rispetto al previsto, il primo istituto agrario d'Italia, a Todi. Allora si chiamava Colonia agricola ed era nata grazie alle rendite dell'Opera Pia della Consolazione. Il primo cambio d'abito una ventina di anni dopo, quando diventa Regia scuola pratica di agricoltura, nel 1921 intitolata al politico Augusto Ciuffelli. Da lì una serie di salti avanti: Regia scuola agraria media, poi Istituto tecnico agrario statale Augusto Ciuffelli di Todi (1933 – 1997), quindi Istituto di istruzione superiore Augusto Ciuffelli tecnico agrario ed agroambientale (con sezione aggregata Istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato di Todi). Nel 2009, unito al tecnico commerciale e per geometri Luigi Einaudi, diventa Istituto di istruzione superiore Ciuffelli – Einaudi.
L'istituto agrario più antico d'Italia. Il libro
A più di un secolo e mezzo dal suo inizio, un volume celebra questa lunga storia e ne testimonia gli esordi. “Si credeva che tutte le documentazioni dei primi 30 anni fossero andate perse”: racconta Gilberto Santucci, direttore dell'azienda e fattoria didattica dell'istituto e autore del volume “L'istituto agrario più antico d'Italia” insieme a Marcello Rinaldi, dirigente scolastico dell'IIS Ciuffelli-Einaudi Todi. Il ritrovamento di un primo documento ha messo in moto una catena di recuperi, e uno dopo l'altro sono tornati alla luce tutti i testi, “a partire dalla pre-fondazione” che danno conto del dibattito politico, culturale, sociale che ne era all'origine: “tutti, pur se da posizioni diverse, immaginavano una scuola che potesse elevare il grado di istruzione dei contadini della zona”.
Il volume, frutto di tre anni di lavoro, racconta quale sia stata la strada della scuola italiana nella formazione in agricoltura, a partire dalla storia dell'istituto: le prime innovazioni, il rapporto con il territorio, ma anche la didattica di allora, in cui la pratica era preminente. E poi, le foto - la più antica del 1877 - che raccontano come vestivano e vivevano gli allievi. I primi, tra i 5 mila diplomati dell'istituto.
Quando poi nacque l'ordine professionale dei Periti Agrari, nel 1926, l'agrario Ciuffelli fu uno dei 6 istituti in cui chi non aveva frequentato la scuola poteva presentare la domanda per l'esame di ammissione. E con la domanda, la documentazione del lavoro svolto in vigna, nei campi e nell'organizzazione delle aziende agricole. Una preziosa testimonianza, “affresco bellissimo e di enorme importanza sull'agricoltura del Centro Italia nei primi del '900”.
L'istituto Ciuffelli oggi
Oggi l'istituto conta 530 studenti, il 30% ragazze. Sono giovani con una particolare sensibilità per la paesaggistica e l'ambiente, alcuni figli di imprenditori agricoli. Molti, circa 150, arrivano da fuori e risiedono nel convitto che “dal dopoguerra a oggi ha ospitato ragazzi da 17 regioni italiane e 8 stati stranieri”. Del resto gli spazi non mancano: la sede è un ex monastero del 1248, “primo luogo di sepoltura Jacopone da Todi dove, nella seconda metà dell'800, nasceva una cittadella agraria”.
L'alternanza scuola lavoro
Parte integrante dell'istituto è l'azienda agricola in parte in regime biologico, il resto in convenzionale “uno sforzo organizzativo, ma indispensabile per presentare agli studenti diverse realtà”. 75 ettari, 4 solo di vigneto doc, e poi oliveto, campo-catalogo di biodiversità, frutteto, serre, allevamento, un caseificio in cui si producono 80 tipi diversi formaggio, il laboratorio del miele e l'allevamento di api, una cantina sperimentale, un frantoio sperimentale (che due anni fa ha conquistato il premio Pandolea con Gambero Rosso per gli istituti tecnici). Poi ci sono la fattoria didattica (oltre 30 percorsi di educazione ambientale e alimentare seguiti ogni anno da 4mila alunni di varie età), e la fattoria sociale volta all'integrazione di soggetti deboli e a rischio di marginalità. Che qui trovano una prospettiva professionale.
È un'azienda agricola vera, non simulata. “Qui l'alternanza scuola lavoro esiste da 160 anni”, commenta Santucci. I ragazzi escono dall'aula e sono nel frutteto, in cantina o nella serra, “un laboratorio a cielo aperto” spiega “così vicino che adattiamo gli orari della teoria alla pratica: se bisogna svinare o trebbiare, si spostano delle lezioni al giorno successivo. Perché” spiega “è importante che si abbia un'esperienza reale del lavoro. E che l'azienda agricola funzioni”. Spesso, negli istituti agrari, la pratica è esternalizzata per la difficoltà della gestione “Ma è necessario che i ragazzi seguano direttamente anche la conduzione imprenditoriale”.
L'azienda agricola, la bottega e il nuovi laboratori
Anche se la ragione sociale è unica tra istituto e azienda, quest'ultima deve essere economicamente autosufficiente, non può avere aiuti dalla scuola ma può accedere - come qualunque altra impresa - a fondi messi in campo dalle istituzioni. La cantina, per esempio, per il 40% è stata finanziata con l'Ocm vino e il resto con i proventi dell'azienda. “Fatturiamo 100mila euro l'anno”, nonostante alcune attività, come quelle sociali, non producano reddito.
Ma fonti di guadagno non mancano, tra gli altri la vendita dei prodotti nella bottega interna, online e attraverso gruppi Whattsapp. Ogni sabato percorsi di educazione alimentare ne illustrano uno tra quelli in scaffale: verdure frutta formaggi salumi miele vino olio confetture, un centinaio di referenze dell'istituto o di piccole aziende di ex allievi ai quali si offre una vetrina; la pasta è quella di un pastificio di zona che usa il grano della scuola e lo stesso per le farine, per ora molite all'esterno. Ma a breve le cose cambieranno, perché è in corso il recupero un'antica corte contadina, 800 mq destinati a laboratori, “un progetto da un 1,5 milioni di euro, più di un terzo destinato ai macchinari finanziati dal Miur, nel progetto laboratori territoriali per l'occupabilità”: birrificio, laboratorio per le erbe aromatiche officinali, ampliamento della cantina, mulino, forno, così da chiudere il ciclo dal grano alla tavola: le mense, infatti, impiegano i prodotti dell'azienda agricola.
L’istituto agrario di Todi. La cantina
Il vino è comparto centrale al punto che l'istituto è tra i promotori dell'associazione Todi terra di vino, e ha ampliato il percorso scolastico con un sesto anno di specializzazione in enologia. 20 le etichette prodotte, “lavoriamo anche con università e aziende esterne, sperimentiamo nuovi prodotti e protocolli”. A loro si deve la riscoperta e il salvataggio del grero, un greco nero, un vitigno scomparso nei primi del '900. “Agli inizi del 2000 c'era una sola pianta di 120 anni, nel 2011 abbiamo ottenuto l'iscrizione del vitigno nel registro nazionale, poi abbiamo continuato con microvinificazioni e imbottigliamenti”. Sempre da qui arriva il Berit, un vino da Messa che ha visto la luce nel 2017 “in questo progetto coinvolgiamo ragazzi a rischio di marginalità sociale” spiega, e continua “il vino da Messa è prodotto secondo le regole definite dal codice Diritto Canonico, e ha una certificazione del Vaticano; non deve essere corrotto dalla mano dell'uomo, deve essere un vino naturale, senza presidi chimici in vigneto e in cantina”.
Corsi pomeridiani, sostenibilità e innovazione
Oltre al programma obbligatorio, la didattica si arricchisce di corsi pomeridiani e serali, aperti anche ad esterni. L'agricoltura naturale è tra questi, poi ci sono quelli di degustazione di olio, potatura delle viti e degli olivi, guida di droni. “L'autonomia scolastica permette di ampliare il panorama formativo. La scuola risponde in ritardo alle esigenze del mercato, noi possiamo muoverci più velocemente e trovare soluzioni all'interno delle direttive ministeriali” spiega “confrontarsi con aziende ed ex allievi è fondamentale perché stimoli e input arrivano da lì. Il mercato conosce le esigenze, per questo anche la bottega è un test importante: se sei nel sistema, ne cogli umore esigenze e tendenze”.
Un esempio è l'agricoltura di precisione: “tra qualche anno magari avremo 5 ore nei programmi scolastici, ma nel frattempo sta a insegnanti e scuole creare laboratori e iniziative per affrontare questo tema”. Tema che sta a cuore al Ciuffelli: “siamo stati il primo istituto pubblico italiano ad aprire il laboratorio di agricoltura di precisione, nel 2012, e per trovare strumenti siamo dovuti andare in America. La digitalizzazione nel lavoro nei campi, qui nasce circa 10 anni fa, anche grazie a un ex allievo che lavora nel software per l'agricoltura”. “Il digitale ci piace molto” aggiunge, e racconta che al primo segnale di chiusura per l'emergenza Covid, hanno accelerato la scelta di programmi e piattaforme, fatto simulazioni in presenza e al lockdown la didattica a distanza è partita subito.
Allievi ed ex allievi
Le lezioni pomeridiane sono un fondamentali soprattutto per gli studenti a convitto, “abbiamo un ricco programma di attività creative e ludiche per loro, ma intorno ai 17 anni cominciano a capire quel che vogliono fare, si vedono proiettati nel mondo produttivo, vogliono ampliare esperienze e conoscenze. I corsi li mettono in contatto con imprenditori agricoli, ne colgono sollecitazioni, imparano e comprendono i problemi del fare impresa”. Giovani e adulti insieme? “Non credo che i ragazzi debbano stare con i ragazzi e gli adulti con gli adulti: ognuno può prendere dall'altro. Far incontrare questi mondi credo sia una delle esperienze più belle”.
Oggi, il 65% degli studenti prosegue gli studi, il restante al massimo in due anni, trova lavoro nel settore agroalimentare, con un percentuale di impiegati complessiva del 90%. Molti ex allievi ora occupano posizioni chiave nel settore, e “se devono fare assunzioni si rivolgono a noi, tanto che abbiamo difficoltà a trovare ragazzi per tutte le richieste”. Il rapporto con chi ha frequentato la scuola è vivo: dal 2002 l'associazione ex allievi si tiene in “affettuoso contatto” con una pubblicazione semestrale - Cittadella agraria - che racconta come i progressi e le iniziative della scuola mentre un gruppo Facebook documenta in tempo reale ogni novità dell'istituto. Un istituto pubblico.
Istituto di istruzione superiore Ciuffelli–Einaudi - Todi (PG) - via Montecristo, 3 - 075 895 9511 - http://www.isistodi.edu.it/
a cura di Antonella De Santis