Aveva appena ventitre anni lo chef Davide Del Duca, quando insieme al socio Andrea Martini ha rilevato un vecchio locale in via Ettore Rolli numero 2, a pochi passi da Porta Portese, per dare vita all'Osteria Fernanda: un locale in formato pop, in bilico tra bistrot e ristorante, che ha fatto subito breccia nella “nuova” scena gastronomica capitolina.
Ora che sono passati circa otto anni e, nonostante la crisi, il locale macina ancora coperti, è tempo per Fernanda di spiccare il volo verso un'altra location più spaziosa e in grado di ospitare una cucina maggiormente idonea allo stile di Del Duca, che in questo periodo è maturato molto, facendo sua un'identità culinaria tutt'altro che scontata o da semplice “osteria”.
Una linea gastronomica dal notevole rapporto qualità prezzo, che prende spunto dalle origini “ciociare” dello chef e dalla romanità più verace delle sue esperienze ai fornelli, per dare vita a un'intrigante risultato che unisce sapori genuini e prodotti della tradizione veicolati con un bagaglio tecnico moderno e dinamico.
Certo c'è il rischio di cadere in eccessi “modaioli”, ma alcuni piatti raggiungono livelli notevoli che non temono il confronto con preparazioni di locali più importanti e già affermati.
Il nuovo ristorante, dopo una lunga ricerca che inizialmente portava i due soci verso il centro di Roma, sorgerà in via Crescendo del Monte: a circa 200 metri di distanza in linea d'aria dal vecchio locale.
“La formazione rimarrà uguale” ci racconta Del Duca “Io mi metterò ai fornelli e Andrea si occuperà della sala con il supporto della mia compagna. Diciamo che andremo a creare un locale più accogliente e spazioso: l'arredamento del ristorante non è ancora definito, ma sicuramente il legno sarà molto presente. Ci sarà una cucina a vista e giocheremo molto con le altezze dell'architettura interna”.
I lavori cominceranno il prossimo 29 luglio con una ristrutturazione che partirà praticamente da zero: la riapertura di Fernanda è quindi prevista per i primi di dicembre.
“L'intento principale” conclude Del Duca “è quello di continuare il percorso di simil-bistronomia romana che abbiamo iniziato 8 anni fa, cercando di migliorare nello studio dei piatti e proporre ai nostri clienti un'offerta sempre più conveniente”.
Più giovane, ma premiata da altrettanto successo, l’interpretazione di cucina contemporanea di Alba Esteve Ruiz - un passato presso Paco Torreblanca e i fratelli Roca - anima spagnola di Marzapane, bistrot da subito impostosi sulla scena gastronomica romana, che ha superato a pieni voti l’anno di attività, catalizzando l’attenzione della critica sul piccolo locale, dagli arredi essenziali in bianco e nero, di via Velletri 39, alle spalle di Piazza Fiume. Atmosfera informale e servizio attento a completare una mano femminile che si muove leggera ma con grande concretezza (e tecnica), per una cucina godibile e accattivante, fresca, divertente e di ricercato equilibrio tra gli ingredienti.
Ora, l’imminente ristrutturazione del locale sancisce la crescita (e la solidità) del progetto di Alba e Mario Sansone; a breve lo spazio in sala (che attualmente conta poco più di venti coperti) si amplierà grazie all’annessione del locale adiacente, dove si sposterà la cucina, guadagnando circa 40mq e 14 coperti, per rispondere a una richiesta sempre maggiore alla capienza. La grande cucina a vista che caratterizza l’ambiente resterà il cuore del nuovo locale, con un'organzzazione più razionale degli spazi, zone di lavaggio e stoccaggio separate, lasciando solo l'area più operativa visibile dai tavoli in legno. Questi segnano un elemento di continuità con l'atmosfera da bistrot, pur con un'evoluzione negli arredi e nei materiali: tessuti, legno, ferro battuto, cotto e colori naturali, e un miglioramento complessivo del comfort, a partire dall'acustica. Nessun cambiamentonella formula, che rimane quella di sempre, mentre già si studiano i nuovi menu, si rispolvera qualche piatto dei primi tempi - in un anno e mezzo sono cambiati 7 menu  - e si riflette sull'eventualità di inserire un degustazione ancora più conveniente, a 30 euro, a confermare che nulla cambia nel nuovo Marzapane, se non una maggiore capienza, un migliore comodità e una maggiore efficienza, considerate le due persone che si uniscono allo gruppo, una in sala e una in cucina.
A cura di Lorenzo Sandano