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L’Hotel Chapter a Roma. Gli inizi
Poco meno di un anno fa, nel centro di Roma, inaugurava l’hotel Chapter. Un progetto innovativo per la Capitale, incentrato sulla formula del lusso accessibile, tanto nell’approccio agli ospiti dell’hotel quanto nei servizi offerti alla città. L’idea di Marco Cilia si concretizzava in tal senso in via de’ Calderari, al limitare del ghetto, sul lato di via Arenula, a pochi metri dal Tevere. Il giovane imprenditore romano, suggestionato da un passato di viaggi intorno al mondo, decideva così di importare a Roma un concetto di ospitalità già visto nelle grandi capitali straniere, adattandolo al contesto locale per fare del Chapter un polo creativo capace di catalizzare l’attenzione di turisti e romani. Nel rimodulare gli spazi del bel palazzo storico di fine Ottocento incastonato nel Rione Regola, dunque, si sceglieva di coniugare artigianato di qualità, idee di design e arte urbana (affidata, negli spazi comuni, ai murales di Alice Pasquini). In un riuscito mix di materiali pregiati, opere d’arte contemporanee, inserti industriali e originali complementi d’arredo. Un anno dopo, con la voglia di lasciarsi alle spalle mesi difficili, il progetto Chapter riparte rinsaldando i suoi punti di forza e alzando la posta in gioco.
Ripartire di slancio
In città il settore dell’ospitalità ha sofferto e continuerà a scontare il drastico calo del turismo. Cilia, però, guarda con ottimismo al futuro prossimo: “Abbiamo avuto un rallentamento, ma credo che la situazione rientrerà nel giro di qualche mese, e non di anni, come sostiene qualcuno meno ottimista. E la nostra idea di lusso accessibile, in questa situazione, si conferma una volta di più vincente: abbiamo riaperto all’inizio di luglio, le prime settimane sono state difficili; ora le prenotazioni stanno iniziando a entrare. Ho avviato il progetto convinto che nell’ospitalità romana (e italiana) mancasse un prodotto così. Attiriamo una clientela legata al mondo dell’arte, del design, della moda, ma non solo. Noi vogliamo portare la città in un luogo diverso dal solito, proporci come punto di incontro. Così ne beneficiano tutti: l’ambiente diventa più interessante per gli ospiti stranieri che soggiornano in hotel e per i romani che frequentano il bar. Il segreto sta nel favorire il giusto mix tra persone del posto e ospiti dell’hotel”. Con l’autunno 2020, arriveranno cinque nuove camere, per un totale di 47 stanze con vista sui tetti di Roma. La rivoluzione più evidente, però, si sta completando negli spazi comuni del pian terreno, dove sin dall’inizio era stato impostato un discorso su ristorazione e servizi f&b che faceva ben sperare. Finora, infatti, l’offerta gastronomica è stata demandata al Salad Bar a disposizione di ospiti dell’hotel ed esterni, particolarmente funzionale per la pausa pranzo. Ma già in nuce, un anno fa, c’era l’idea di affiancargli un ristorante più ambizioso. Nello spazio adiacente, intanto, lo scenografico bancone del bar era in cerca di una figura che lo valorizzasse. Tutto ciò si concretizza in queste settimane, con l’arrivo di Davide Puleio e Mario Farulla.
Il ristorante di Davide Puleio
Il primo, giovane cuoco romano di talento, torna a Roma per amore del progetto e con la voglia di portare nuova linfa alla scena gastronomica della sua città, dopo tante soddisfazioni ottenute altrove. All’ultima cucina che l’ha visto protagonista, l’Alchimia di Milano, Puleio ha portato grandi grandi riconoscimenti di pubblico e critica. All’inizio della sua carriera, però, c’è stato il Convivio di Angelo Troiani, tappa che resta essenziale per la sua formazione (a Roma, sarebbe tornato anche qualche anno più tardi, prima dell’esperienza meneghina, nella cucina di Pipero, con Luciano Monosilio). Poi è arrivato l’estero con il Texture di Londra e il Noma di Copenaghen. Ora la voglia di fare bene a Roma, forte delle sicurezze che ha acquisito a Milano. Puleio, che inizia in questi giorni a muoversi in hotel, supervisionerà l’intera offerta f&b, dalle colazioni alla proposta del Salad Bar, al menu agile del Lobby Bar. Ma soprattutto sarà alla guida del ristorante gastronomico che sta nascendo sul retro dell’hotel, dotato di una sua insegna (il nome è ancora in via di definizione) e di un’entrata separata per gli ospiti esterni: “Sarà una tavola in linea con la filosofia dell’hotel, incentrata sul concetto di lusso accessibile. Ma nulla sarà lasciato al caso, dalla sala allestita dallo stesso studio che ha curato gli interni dell’albergo (50 coperti, ndr), alla proposta gastronomica. Vogliamo offrire una proposta curata per tutte le tasche, un po’ come ho già fatto a Milano: credo che il futuro dell’alta ristorazione sia l’inclusività. Dunque avremo un servizio attento, uno spazio accogliente, piatti studiati con richiami classici della tradizione sostenuti da una visione contemporanea”.
L’idea di cucina
Davide è al lavoro sul progetto dallo scorso gennaio; l’apertura del ristorante è prevista per novembre: “Credo che a Roma manchi una proposta del genere, ma la città è pronta, anzi ha bisogno di una proposta di questo tipo. Avevo voglia di tornare in città e dimostrarle il mio attaccamento. Voglio fare bene”. Si potrà ordinare alla carta, o scegliere uno dei due percorsi degustazione: “La mia è una cucina comprensibile, chiara, netta, pulita. Punto alla forza del gusto, la ricerca non deve essere estrema, né forzata, ma portata avanti con cognizione di causa. Porterò con me alcuni piatti iconici, che hanno segnato la mia carriera. Ma mi farò ispirare anche dal contesto”. Circa 60 euro lo scontrino medio, inizialmente solo a cena, ma già si pensa al brunch del weekend. In cucina, accanto a Davide, anche il suo fidato sous chef Nico Palleschi, fresco di alcuni mesi di stage al Geranium di Copenaghen.
Il bar d’hotel secondo Mario Farulla
Chiude il cerchio l’altro nuovo acquisto del Chapter, Mario Farulla, destinato a diventare l’anima del bar, che già tra un paio di settimane entrerà a pieno regime. Farulla, peraltro amico di vecchia data di Puleio, è un barman di lunga esperienza, ben noto al pubblico romano. Dietro al bancone di Baccano, ha imposto la sua idea di miscelazione sulla scena internazionale, e ora, portando con sé tutta la vecchia squadra, si appresta a ripartire con un nuovo progetto che scommette sulla forza del bar d’hotel: “Per Roma questa è una grande sfida, qui le persone continuano a temere l’idea di vivere un bar d’hotel, c’è un certo timore reverenziale. Ma questo è il posto giusto per provarci: non siamo vincolati dalla formalità delle grandi catene, c’è una bella atmosfera, e io sto cercando di disegnarmi addosso il bar, per raccontare il mio modo di vedere il bancone. In carriera ho sperimentato di tutto, dal bar di provincia ai grandi hotel, al bistrot brasserie; la formula vincente si basa sull’offrire un grande servizio, senza però perdere la dinamicità di uno street bar. E questo faremo”. Si lavora con qualche accorgimento sulle luci, la bottigliera, la sala del Lobby Bar. Nel frattempo si studia la nuova drink list, “in linea con quello che sta succedendo nel mondo, con grande attenzione ai particolari, un bel lavoro sul ghiaccio, le sperimentazioni in laboratorio, la presentazione minimale, perché il lusso non passa attraverso lo sfarzo, e al centro dell’esperienza restano il gusto e il servizio”. Niente giacche, né cravatte, una politica di prezzi aggressiva (“circa 10-12 euro per cocktail, siamo riusciti a contenere molto il drink cost”, e si può optare anche per i mezzi drink, a 5 euro), ingresso indipendente, da strada. Si parte con una carta provvisoria di New contemporary classic, in attesa di esordire alla fine di settembre con la nuova drink list. In abbinamento, anche un menu agile con pietanze da accompagnare, studiate con Davide Puleio, “stile tapas, ma all’italiana”. E si punterà su un orario prolungato, con chiusura del bar alle 2 della notte. Per gli ospiti dell’hotel, invece, una coccola in più: non solo il kit per i cocktail fai da te (già presente nelle camere dall’inaugurazione), ma anche drink preimbottigliati pronti all’uso, da sorseggiare nella tranquillità della propria camera.
Su queste basi, il progetto Chapter guarda avanti: “Vorrei portare il brand in giro per l’Italia” spiega Cilia “Avevamo quasi concluso per Firenze, ma l’opportunità è sfumata. Ora siamo in trattativa per Milano e Torino, la scelta dell’edificio è sempre difficile, cerchiamo spazi con personalità. Ma sul lungo periodo l’idea è quella di far trovare al nostro cliente straniero un hotel Chapter in ogni città d’Italia”.
Hotel Chapter - Roma - via Santa Maria de' Calderari, 47 - 06 8993 5351 - www.chapter-roma.com
a cura di Livia Montagnoli