Come il fast food ripensa la sua immagine
Tra le strategie delle grandi catene di fast food per rinnovare la propria immagine e conquistare nuove fasce di pubblico, non c'è solo il lavoro di sviluppo di nuovi prodotti (ma attenzione a non cadere negli specchietti per allodole: siamo sicuri che oggi il menu di un fast food sia meno dannoso per la salute? Con un ampio servizio – e tanto di copertina! - ne parleremo ampiamente sul nostro mensile cartaceo sul prossimo numero di Maggio). Anche un restyling degli spazi e la proposta di locali più confortevoli e moderni, che si allontanino da uno stereotipo fatto di tavoli spartani e colori fluo, è un indizio per comprendere dove sta andando il mondo del fast food per restare al passo con i tempi. In Estremo Oriente, per esempio, già nel 2016 McDonald's inaugurava un format improntato al design e alla funzionalità degli spazi: abbandonati i colori societari, Next, a Hong Kong, è stato il primo esperimento del genere. Per non parlare della rivoluzione Starbuck's, sempre più incline a offrire spazi scenografici che spettacolarizzano il momento della pausa caffè.
Il McDonald's d'autore (italiano) a Parigi
A Parigi, è italiana la firma dell'ultimo restyling d'autore promosso ancora una volta da casa McDonald's, che per ripensare una delle più longeve filiali in città ha scritturato l'architetto Paola Navone. Così ora il McDonald's di Austerlitz fondato nel 1989 nel V arrondissement stupisce con effetti speciali, tanto da non sembrare neppure lontano parente del fast food degli inizi. Già al lavoro per diverse celebri realtà del design made in Italy – da Alessi a Cappellini, a Natuzzi, Molteni e Richard Ginori – la Navone ha scelto di lavorare su più suggestioni, spaziando dalla sua passione per la cultura orientale all'ispirazione di certi bistrot francesi, e nella direzione di privilegiare l'unicità di soluzioni spaziali e d'arredo sempre diverse. L'obiettivo? Riproporre l'atmosfera di un'abitazione dove ogni stanza è unica e arredata con mobili colorati che favoriscono il buon umore. In parallelo, l'architetto ha lavorato su texture differenti e tinte acquose che illuminano l'ambiente con pennellate irregolari, per differenziare le superfici e invitare i clienti a visitare lo spazio, percepito come una scatola luminosa da vivere a proprio piacimento. Del resto è ampiamente dimostrato come architettura e design siano potenti alleati nella progettazione di spazi destinati alla ristorazione e all'ospitalità, e da anni il Premio Internazionale di Architettura e Design Bar Ristoranti e Hotel d'Autore premia gli esiti migliori di questa collaborazione.
Paola Navone omaggia il design italiano
A Parigi, il lavoro sui complementi d'arredo è ben evidente nella selezione delle sedute (Cappellini e Gervasoni), tutte diverse l'una dall'altra, “in modo che ognuno sia libero di scegliere la propria”, per promuovere un'estetica artigianale che mai avremmo pensato di associare all'immaginario del fast food, dove la logica imperante è quella della catena di montaggio. Ci sono voluti tre anni per concretizzare l'idea, spiega oggi Paola Navone, che ha lavorato soprattutto per rendere credibile l'illusione di trovarsi in uno spazio hand-made, sebbene tutti i pezzi confluiti nello spazio siano stati scelti per le loro elevate prestazioni tecniche (come le lampade, sempre made in Italy, di Martinelli Luce).
McDonald's Austerlitz – Parigi – Boulevard de l'Hopital, 2