L'ascesa di Barilla a New York
Le ultime vicende di Barilla a New York raccontano dell'apprezzamento crescente per un brand da sempre sinonimo di pasta italiana all'estero e da qualche tempo particolarmente prolifico sul versante della ristorazione veloce, in quel segmento cosiddetto fast-casual (tra il fast food e il ristorante con tutti i crismi del caso) che spopola in città, come si conviene a una metropoli dinamica che vive a tutte le ore del giorno e della notte. Dalla fine del 2013 a oggi l'azienda parmense è riuscita a popolare Manhattan con tre insegne che tengono alta la bandiera dell'italianità più immediata, pasta e pizza con ingredienti made in Italy di qualità, seppur con qualche concessione di troppo al folclore della cucina italoamericana, spaghetti with meatball docet. E proprio dall'ultima inaugurazione in Herald Square, sulla 6th Avenue – in attività dall'autunno scorso – arriva la novità più tecnologica messa in campo da Barilla per conquistare nuovi consensi.
La vetrina magica
È una vetrina intelligente quella che sorprenderà i passanti grazie a un sistema senza precedenti nel mondo della ristorazione: un grande schermo, progettato in collaborazione con Microsoft, collegato alla rete per trasmettere in tempo reale i commenti e le recensioni che i clienti pubblicano su TripAdvisor, con tutti i rischi del caso. Una strategia che non si limita all'operazione trasparenza, ma scommette anche sull'interattività, con un sensore Kinect integrato alla vetrina digitale, in grado di riconoscere i movimenti dei passanti e proiettare di conseguenza menu e foto dei piatti del giorno. L'ennesimo traguardo oltreoceano per il brand emiliano, che dopo New York punta a conquistare nuove piazze statunitensi, probabilmente a partire da Los Angeles.
E in Italia si testa lo smart working
Ma il feeling con l'innovazione sembra essere di casa anche al quartier generale di Barilla, che proprio nelle ultime ore ha annunciato il piano di smart working in programma per i prossimi anni: entro il 2020 tutti i dipendenti dell'azienda potranno usufruire dell'opportunità di lavoro flessibile. Fino ad oggi nel progetto - che usufruisce di strategie di pianificazione, sinergia e sviluppo delle tecnologie digitali – sono stati coinvolti 1600 dipendenti, ma presto anche agli addetti delle linee produttive sarà consentito richiedere quattro giorni al mese di lavoro da casa, anche grazie ai risultati positivi in termini di produttività a soddisfazione dei dipendenti riscontrati dopo il primo periodo di sperimentazione.