A Milano riapre la Casa degli Artisti. Con la caffetteria di Future Fond la città incontra la campagna

24 Gen 2020, 10:30 | a cura di
Dietro al progetto gastronomico connesso alla riapertura della Casa degli Artisti c'è Future Fond, realtà fondata da Lorenzo Castellini. Ecco come lavorerà la caffetteria/ristoro, e perché si inserisce in un ampio discorso di rigenerazione urbana. Che passa dalla campagna.

La Casa degli Artisti di Milano. Le origini

Nel primo giorno di febbraio, tra una settimana, Milano ritroverà un luogo dove si è fatta la storia artistica della città nell'ultimo secolo. All'origine della Casa degli Artisti c'è l'impegno dei fratelli Bogani, mecenati illuminati che nel 1909 dotavano Milano di uno spazio destinato a produrre arte, e ispirarla, ospitando atelier e studi d'artista. Poi l'edificio all'angolo tra Corso Garibaldi e via Cazzaniga ha attraversato fasi alterne, vivendo un momento di particolare fermento creativo negli anni Settanta, quando l'idea di residenza artistica trovò piena espressione nel lavoro di un gruppo molto affiatato. È facile, però, che di questa storia, oggi, siano in pochi ad avere contezza. Perché di quello spazio, caduto in abbandono, si è persa persino la memoria topografica: quello che un tempo era un quartiere operaio (e ce lo ricorda la palazzina di case popolari dirimpetto alla Casa degli Artisti), è oggi un quadrante di Milano dalla spiccata attitudine commerciale, un po' bohémien (siamo pur sempre nell'orizzonte di Brera) e molto indaffarato. Si passa veloci, davanti a via Cazzaniga, senza prestare troppa attenzione a quell'edificio defilato, che pure sembra aver conservato, tra le sue mura, l'energia degli artisti che l'hanno “abitato”. Se ne renderà conto, presto, chi vorrà affacciarsi per curiosare nella “nuova” Casa degli Artisti.

Gli atelier alla Casa degli Artisti

La Casa degli Artisti di Milano. Cosa sarà

Che rinasce, grazie all'iniziativa dell'amministrazione comunale, con l'idea di sommare la destinazione originale del luogo – le residenze artistiche – e il ruolo di polo culturale aperto alla città. Nel 2018 sono state avviate le pratiche: tramite il Municipio 1, il Comune ha indetto un bando di gara per la concessione dell'immobile. Ad aggiudicarselo è stato il progetto di un insieme di associazioni, cinque realtà (ZONA K, That’s Contemporary, Spazio XPO’, NIC,Centro Itard Lombardia) che lavoreranno in sinergia, per gestire lo stabile e le sue attività. Ancora prima, tra il 2015 e il 2018, erano stati completati i lavori di ristrutturazione dell'edificio (grazie agli oneri di urbanizzazione), incentrati sul recupero filologico di uno spazio affascinante (1500 metri quadri, su tre piani), con le grandi vetrate che movimentano le facciate, e l'arioso open space del pian terreno - scandito da pilastri in mattoncini rossi - affacciato sul porticato interno, che diventerà ritrovo ideale nella bella stagione.

Lo studio di Dario Brunori alla Casa degli Artisti

Dunque, il 1 febbraio si comincia, poco alla volta, perché lo spazio tornerà a vivere grazie a chi lo “abiterà” quotidianamente: gli artisti vincitori delle residenze, negli atelier del primo piano; il quartiere, i milanesi e visitatori da tutto il mondo, negli spazi comuni al pian terreno. Che ospiterà eventi, mostre, e pure una caffetteria, gestita da Future Fond, che ha contribuito sin dall'inizio al disegno del progetto di gestione come partner esterno.

Future Fond. La rigenerazione urbana passa dalla campagna

Lorenzo Castellini ha fondato l'impresa che “sviluppa progetti e reti in ottica di rigenerazione urbana”, con l'idea di innescare un cambiamento recuperando il rapporto tra città e campagna, in un contesto, come quello di Milano, che si presta benissimo all'operazione. Future Fond, del resto, significa “affezionati al futuro”. E su questo spunto è partito, da un paio d'anni, il lavoro di un gruppo specializzato nel fornire consulenze d'impresa e servizi, nell'ottica di uno sviluppo sostenibile della città. Castellini non è nuovo del mestiere: con Beniamino Saibene ha fondato (era il 1995) e condotto, per oltre vent'anni, l'impresa culturale Esterni, che nel suo percorso ha ideato progetti come il Milano Film Festival, Un Posto a Milano all'interno di Cascina Cuccagna, Un Posto a Base, negli spazi dell'ex Ansaldo. Il comun denominatore è sempre stato quello di lavorare sul recupero di spazi dimenticati, e sul loro potenziale. Veicolando contenuti che fossero al contempo culturali e d'intrattenimento. Nel cibo, ma ancor prima nella produzione agricola, la squadra ha individuato una potente chiave di volta.

La caffetteria della Casa degli Artisti. Caffè, vino, pane ed erbe spontanee

Così sarà alla Casa degli Artisti, nel modulare l'offerta della caffetteria/bistrot, che sarà per definizione uno spazio Ristoro: “Qui lavoriamo in sinergia con gli altri progetti, e sul concetto di atelier. Quindi anche il progetto gastronomico sarà una tela bianca in divenire, un work in progress capace di reagire agli stimoli del quartiere. Amplieremo pian piano le attività, partendo dallo spazio”. Il Ristoro occuperà parte del pian terreno, nell'ambiente a sinistra dell'entrata, potendo disporre anche del porticato esterno (affacciato su un giardino pubblico) e della terrazza superiore. Si lavorerà sui prodotti, in modo semplice: “Non saremo un ristorante, non avremo neppure la cucina, che forse si realizzerà tra un anno, in base alla risposta del pubblico. E invece puntiamo su due prodotti principali: vino e caffè. Nel secondo caso, lavoreremo sui diversi metodi di estrazione, in una zona della città ancora poco vicina al discorso degli specialty coffee. La materia prima sarà, dunque, al centro: non abbiamo puntato su nomi di richiamo, ma sui prodotti”. Per questo Future Fond si appoggerà alla rete agricola di cui sopra, a fornitori di fiducia (una decina per cominciare), al lavoro di quattro professionisti stabilmente adibiti alla gestione della caffetteria, dalle 12 alle 22, no stop (in un secondo momento, si aprirà alle 10 del mattino). È prevista un'offerta per il pranzo: “Il pane al centro, e poi un lavoro sulle erbe spontanee, che ho già avviato in passato. Dunque, insalate, ma nel senso meno comune del termine. E la sera proporremo più che altro assaggi di prodotti, accompagnati dal vino. Dobbiamo capire come raccontare il progetto: la qualità del luogo è il nostro punto di forza, nei miei progetti sono sempre partito dagli spazi”.

La terrazza alla Casa degli Artisti

Uno spazio per il quartiere

Con la consapevolezza che la caffetteria dovrà camminare, e bene, sulle sue gambe: “Abbiamo la gestione per 12 anni, paghiamo un affitto di mercato, dobbiamo sostenerci economicamente. Ricordando che questo è un progetto di quartiere, che guarda al mondo, ma prima di tutto si mette al servizio della comunità". L'idea è anche quella di appoggiarsi a cuochi e aziende agricole già preposte alla trasformazione, per ampliare l'offerta su richiesta (si potrà prenotare lo spazio per cene speciali) o in occasione di attività straordinarie: “Penso per esempio a residenze gastronomiche, ispirate al modello di quelle artistiche. Con cuochi, anche stranieri, o produttori che possono lavorare con noi per un tempo limitato, portando avanti le proprie ricerche o sviluppando idee connesse con la storia del luogo”.

Agroscalo 2020, il progetto

Il progetto Agroscalo 2020

Future Fond in città. Da Porta Genova ai mercati rionali

Intanto all'orizzonte c'è anche l'impegno per la riqualificazione degli scali ferroviari di Milano: idea ambiziosa e fortemente voluta dal sindaco Sala, che finora ha subito diversi rallentamenti, ma proprio pochi giorni fa è stata presentato in forma più definitiva. Future Fond ha elaborato il progetto Agroscalo 2020, un “allestimento” temporaneo (3 anni) per trasformare lo scalo di Porta Genova in un campo agricolo, a filiera chiusa, per la coltivazione e la trasformazione in loco di oltre 150 specie tra erbe, germogli, ortaggi e fiori. Valorizzando, ancora una volta, il concetto di economia circolare. Ma in vista c'è pure il progetto di riqualificazione del mercato di via Monza, stavolta insieme alla società Posti, di cui Lorenzo è socio: “Il comun denominatore è l'attenzione alle piccole aziende agricole che stanno crescendo molto, anche grazie alle nuove generazioni che le stanno ripensando. Questa è una scalata senza fine, da lì passa il futuro, se vogliamo pensare in ottica sostenibile. Io sono molto urbano nei miei progetti, ma l'interazione con la campagna è ciò che voglio, per ripensare le modalità di distribuzione e la vendita del prodotto. Milano ha un grande vantaggio: è una piccola città. Ed è stato fatto un lavoro efficace di riconnessione delle aree periurbane: in 20 minuti sei ad Abbiategrasso, intorno sta crescendo un'area agricola di grande qualità. Così i centri extraurbani diventano vitali, la qualità della vita cresce. E non è un caso che molti attori in città stiano lavorando in questa direzione. C'è sinergia, e una bella energia”.

Casa degli Artisti - Milano - via Tommaso Cazzaniga - opening day il 1 febbraio 2020, dalle 15 alle 23/ aperto dal 4 febbraio, dalle 12 alle 22

 

a cura di Livia Montagnoli

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