“2.5 acres of great wine, food & hospitality”. È questo lo slogan che ha accompagnato in questi 16 anni Vinopolis, una delle più importanti istituzioni del vino nella capitale britannica. Almeno fino ad ora. Il passato è d'obbligo perché il labirinto enoico sotto gli archi della ferrovia di Bankside, tra la Tate Modern e il Borough Market, sta per chiudere i battenti.
Addio previsto per il 31 dicembre 2015, quando questa piccola città del vino verrà sostituita da un retail di lusso. Dal 1999 Vinopolis ha offerto ai wine lover di tutto il mondo - inglesi in primis - tour virtuali delle principali regioni vinicole del mondo, proponendo lezioni, degustazioni, ed eventi a tema. Cos'è successo poi? “È semplicemente l'offerta giusta al momento giusto e nel migliore interesse degli azionisti” ha dichiarato il portavoce di Wineworld, la società a capo della struttura. Le vendite di vino a luglio erano scese dell'8% rispetto all'anno precedente, attestandosi sui 7,3 milioni di sterline. Troppo poco per resistere? O forse si poteva fare qualche sforzo in più, a fronte dei migliaia di visitatori l'anno?
“Cosa posso dire?” è la rassegnata reazione della wine educator Jennifer Franich “otterranno più soldi dalla vendita del contratto di locazione che dalla gestione di Vinopolis. Ma così Londra perde una grande istituzione: qui è dove la scintilla che in molti avevano per il vino, è diventata passione”.
Tanto che oggi la Gran Bretagna è uno dei maggiori importatori mondiali di vino. Per l'Italia rappresenta il terzo Paese di destinazione: in valore 529,6 milioni di euro, tra gennaio e ottobre 2014, con una crescita del 5,6% sull'anno precedente. Di certo non basterà un cancello chiuso a fermare la sete di vino dei sudditi di Sua Maestà – anche perché l'offerta enoica londinese in questi anni si è quadruplicata – ma è pur sempre un pezzo di storia che se ne va.
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a cura di Loredana Sottile