Coronavirus. La situazione a Berlino
Mentre in Europa l’attenzione si concentra su Spagna, Francia e Regno Unito – Paesi dove l’aumento del numero dei contagi continua a sembrare fuori controllo – anche la Germania, che invece si attesta su numeri inferiori o simili a quelli italiani, corre ai ripari. A preoccupare è principalmente l’area di Berlino. Già un paio di settimane fa il sindaco Michael Muller aveva anticipato un inasprimento delle misure di contenimento del virus a partire dall’inizio di ottobre: “La leggerezza estiva è un capitolo chiuso”, gli faceva eco la senatrice Ramona Pop. E così, dal 3 ottobre, sono scattati limiti al numero di invitati in feste private, multe per chi rilascia false generalità quando entra in un locale pubblico e obbligo di mascherina negli uffici pubblici e privati. Nella Capitale tedesca, negli ultimi giorni, i nuovi casi registrati si aggirano intorno alle 200 unità al giorno, con un incremento di 1600 nuovi contagi nell’ultima settimana (mentre il computo, ampliando l’orizzonte ai confini nazionale, raggiunge i 2636 casi). Numeri, dicevamo, ancora ampiamente in controllo, che però preoccupano per la rapida evoluzione osservata negli altri Paesi. Ecco perché a partire dal weekend dal 10 e 11 ottobre, a Berlino, scatta quel coprifuoco che l’Italia ha scongiurato (almeno per il momento, fatta eccezione per la Campania di Vincenzo De Luca).
Bar e ristoranti chiudono alle 23
In città, dunque, ristoranti e bar dovranno osservare chiusura obbligata dalle 23 alle 6 del mattino seguente, con eccezioni limitate ai benzinai con bar, che però non potranno vendere alcolici per tutta la notte. Nella stessa fascia oraria saranno anche vietati gli incontri tra più di cinque persone. Il provvedimento si protrarrà fino alla fine di ottobre, salvo ulteriori valutazioni sullo stato dei contagi: le misure, seppur percepite come eccessive da parte della popolazione, sono stata introdotte con anticipo sui tempi per scongiurare il rischio di un nuovo lockdown, ha spiegato l’amministrazione locale. Quattro dei dodici distretti berlinesi (fra cui i quartieri di Mitte, Kreuzberg e Neukoelln), infatti, sono considerati ad alto rischio per l’incidenza dei contagi registrati nell’ultima settimana. E infatti due degli stati della confederazione tedesca già impongono la quarantena obbligata per chi proviene da quelle aree della Capitale. Scongiurare gli assembramenti da movida - anche se il coprifuoco colpisce ugualmente locali e ristorazione tout court, penalizzando l’intero settore - sembra quindi una misura necessaria per evitare lo spaccamento del Paese. Ora il livello di allerta, che a Berlino è misurato in semafori rossi dall’inizio della pandemia, è salito al secondo livello. Ma a partire dal 9 ottobre, anche a Monaco e Francoforte scatterà il divieto per ristoranti e birrerie di stare aperti dopo le 22.