Innovare nella ristorazione è ancora possibile? Inseguire l'originalità è una sfida costante che ogni buon imprenditore del settore gastronomico si trova ad affrontare per restare sulla cresta dell'onda. E la difficoltà principale è quella di coniugare una buona idea con la qualità del risultato finale. Le tendenze gastronomiche girano veloci, alcune perdono appeal con grande rapidità, altre resistono al tempo e si confermano grandi intuizioni. Ciò che è certo è che il confine dell'innovazione si spinge sempre un po' più in là. Il magazine Restaurant Business ha stilato una lista delle migliori 50 idee che nel 2015 abbiamo visto al ristorante, per riassumere un anno di utili scoperte e invenzioni insolite. Determinate dal boom dello street food, molte – inevitabilmente – si concentrano sul packaging. Obiettivo: rendere semplice anche ciò che sembra complicato.
Spaghetti da passeggio e caffè in corsia preferenziale
Come mangiare gli spaghetti passeggiando per le strade di New York senza macchiarsi o perdere la pazienza; in aiuto arriva il cono usa e getta (che, per la verità, ricorda molto il “cuoppo” di casa nostra) di Spaghetti Incident: cartocci con coperchio in materiale robusto e antimacchia. Particolarmente apprezzata da chi è sempre in ritardo la mattina anche l'idea di un bar di Washington, che ha inaugurato una corsia preferenziale per chi di sorseggiare un caffè seduto comodamente al tavolo non ha proprio tempo: dalle 6 alle 14 la fast lane del Thomas Hammer Coffee Roaster permette di lasciare un dollaro in cassa e servirsi da soli.
Un cocktail creativo. Dai tarocchi alla bottiglia take away
Lo stesso succede a New York, dove gli avventori del Genuine Liquorette semplificano il compito dei bartender versandosi da bere autonomamente (ma qualcuno controlla che non si alzi troppo il gomito). Idee curiose dal mondo del bere miscelato non mancano mai: The Drifter, a Chicago, presenta il cliente una serie di tarocchi. Lui ne pesca 6 dal mazzo e poi sarà il fato a decidere il cocktail più indicato per ognuno. Altrettanto originali i cocktail venduti in bottiglia del barman di Cured, a San Antonio (ma non dimentichiamo che anche a Roma c'è già chi prova a lanciare la moda del cocktail take away, come il team di Co.So. o il nuovo 47 Barrato di Emanuele Broccatelli).
Coccole al ristorante. Candele profumate e pareti interattive
Per chi preferisce mettersi comodo e farsi coccolare in un ristorante di livello, la tendenza più diffusa oltreoceano sembra scommettere proprio sulla necessità di mettere a proprio agio gli ospiti. Come? Alla Masseria di Washington lo chef italo americano Nick Stefanelli ricrea l'atmosfera del Sud Italia con candele aromatizzate all'arancio, rosmarino e sale marino. E chi vuole può portare con sé il ricordo di una cena mediterranea anche a casa, acquistando le candele.
Mentre a Chicago l'idea è quella di rendere partecipi i commensali: ognuno può lasciare una traccia del suo passaggio sulle pareti del Kinmont Restaurant, grandi “tele” in lavagna che tutti possono personalizzare.
Frigoriferi condivisi, ordinazioni sicure, pizza a domicilio con whats'app
Mentre gli assidui frequentatori del mercato apprezzeranno la trovata ideate in Minnesota, dove un servizio gratuito garantisce la possibilità di conservare la spesa fresca in frigoriferi comuni, mentre si consuma uno spuntino prima di avviarsi verso casa. Sul fronte utilità si segnala invece l'idea del caotico Beefsteak di Washington, che per risolvere il problema dello smarrimento delle comande ha pensato di fornire i camerieri di pennarello e vassoi lavagnetta, su cui appuntare ordinazioni e nome corrispondente prima di portare i piatti in tavola. Per la serie “mai più senza” invece l'idea della catena Domino's Pizza guarda ai giovani. Ordinare una pizza per telefono è più semplice con la campagna Domino's AnyWare: dopo aver registrato il proprio pizza profile è sufficiente inviare un messaggio con l'emoji della pizza per vedersi recapitare a casa il proprio gusto preferito. E per chi non rinuncia alla tecnologia neanche durante l'aperitivo, ecco l'idea del Tria Taproom di Philadelphia: niente carta dei vini, ma solo un codice a barre da scannerizzare con lo smartphone per accedere alla lista delle bevande che cambia di continuo. Potevamo farne a meno? Forse sì.