A tavola come nel Cinquecento. Immaginando per un istante di essere seduti in compagnia di Jacopo Carucci, passato agli onori della cronaca come Pontormo, commensali di uno dei grandi protagonisti della “maniera moderna” nella Firenze medicea. Sì, perché l’artista toscano, che con il pennello sapeva stupire per la stravaganza delle composizioni, l’intensità espressiva e l’audacia degli accostamenti cromatici, rivive ancora oggi nei racconti meticolosi del diario che scrisse ogni giorno dal 1554 al 1556. Annotazioni quotidiane, gli incontri con i suoi colleghi pittori, magari davanti a un piatto di “colombacci” o ad una “minestra di pisegli” in compagnia di Bronzino, l’elenco giornaliero dei pasti consumati, con dovizia di dettagli. Un’alimentazione, quella dell’artista dal gusto tanto contemporaneo sulla tela quanto nel piatto, basata su ingredienti semplici, locali e genuini, che in 500 anni non sembrano poi esser cambiati molto: dai più frugali “cavolo buono cotto di mia mano”, raccolto nell’orto che personalmente coltivava, formaggio e baccelli, fichi secchi e cacio, alle prelibatezze da gustare in taverna con gli amici, come “fegato fritto d’agnello”, “migliaci e fegategli ‘l porco”, “testa di capretto lessa o fritta”, che tanto ricordano una tradizione culinaria fiorentina ancora molto legata a piatti a base di interiora fritte. E le uova, spesso presenti in tavola, “afrettellate”, “nel tegame” o “in pesce d’uovo” (la nostra frittata!). Insomma, una fonte d’ispirazione così speciale, da spingere la giornalista enogastronomica Annamaria Tossani, in collaborazione con Ludovica Sebregondi, storica dell’arte e curatrice della mostra dedicata proprio a Pontormo e Rosso Fiorentino, attualmente in Palazzo Strozzi a Firenze, a chiamare a raccolta 20 grandi chef per ricreare le ricette del diario. Il progetto nasce come corredo alla mostra fiorentina, e vede la partecipazione di James B. Bradburne, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, dove, lunedì 9 giugno, sarà presentato il libro La tavola del Pontormo. Ricette di grandi chef, ingredienti senza tempo e suggestioni d’arte. Così la cucina toscana dal XVI secolo rivive nei piatti di Roberto Cordisco, Deborah Corsi, Andrea Mattei, Vito Mollica, Valeria Piccini, Marco Stabile e molti altri chef di ristoranti toscani e internazionali, ispirati dal diario o dai dipinti del Pontormo. Un bella iniziativa arricchita dagli scatti del fotografo canadese James O’Mara, che ritrae chef e nature morte degli ingredienti, immortalati davanti ai capolavori dell’artista.
La tavola del Pontormo. Ricette di grandi chef, ingredienti senza tempo e suggestioni d’arte | Maschietto editore, 136 pp., in italiano e inglese, 30 euro