Il valore delle aree interne e del patrimonio agricolo
“Ciò che prima poteva essere solo un obbligo, recuperare beni che rischiamo di perdere per sempre, oggi diventa una grande risorsa economica”. Così si è pronunciato il ministro Dario Franceschini sull’importanza di dare nuova linfa ai borghi d’Italia spopolati e di recuperare i numerosi immobili rurali condannati all’incuria e al degrado in occasione del XXV convegno nazionale dei delegati e volontari del Fai, andato in scena lo scorso 20 marzo. A questo scopo, il titolare del dicastero dei Beni Culturali si impegna a stanziare 650 milioni di euro per il restauro del patrimonio costituito dall’edilizia rurale - casali, rustici, depositi agricoli in disuso – incoraggiando l’iniziativa privata senza particolati vincoli d’uso: “Potrebbero restare manufatti destinati all’agricoltura o trasformarsi in abitazioni, agriturismi, ristoranti, sedi aziendali”, ipotizza il ministro. Questo nell’ottica di rafforzare le economie rurali locali e tutelare un importante patrimonio culturale immateriale fatto di tradizioni e saperi contadini, incentivando la ripresa del turismo a partire dai piccoli centri e dalle aree interne (a un miliardo di euro, non a caso, ammonterebbe lo stanziamento previsto nel Recovery Plan per aiutare i borghi delle aree interne).
100 Case Cantoniere in concessione
A tal proposito, nelle stesse ore, l’Anas pubblicava in Gazzetta Ufficiale il bando per l’assegnazione di 100 case cantoniere dislocate su tutto il territorio nazionale, oggi in disuso e pronte a essere valorizzate grazie a nuove destinazioni d’uso. Un progetto che parte da lontano, originato proprio da un testo firmato nel 2014 da Dario Franceschini – anche all’epoca ministro dei Beni Culturali – che nell’Art Bonus si pronunciava in favore del recupero di spazi ed edifici demaniali ormai inutilizzati, con l’affidamento a privati o cooperative che potessero restituirgli nuova vita. Intento poi ribadito nel progetto Valore Paese Italia, che negli ultimi anni ha coinvolto, tra gli altri, anche alcuni tra i più suggestivi fari presenti sulle coste italiane. Nel 2016, dunque, la collaborazione tra Ministero, Anas e Demanio portava a individuare circa 650 case cantoniere da recuperare (su un patrimonio complessivo di oltre 1200 strutture, in servizio dal 13 aprile 1830, come riporta un Regio Decreto del Regno di Sardegna) per dare impulso a una forma di turismo lento e sostenibile di cui potesse godere tutta la Penisola. Obiettivo: trasformare gli ex edifici gestiti dall’Anas in ristoranti, alberghi e luoghi deputati all’ospitalità. La prima tranche dell’iniziativa ne assegnò una trentina, con i risultati che si apprezzano oggi.
Da Casa Cantoniera a punto ristoro
Ora la campagna di assegnazione si fa più massiccia: “Attraverso il recupero di questi edifici dal rilevante valore iconico vogliamo promuovere un modello di sviluppo sostenibile in termini ambientali e socio economici per i territori dove sono ubicati, rivitalizzando l'economia locale ed i suoi microsistemi industriali, incentivando un turismo diffuso di qualità”, ribadisce l’Anas tramite le parole del suo Amministratore Delegato Massimo Simonini. Il bando interessa molte regioni italiane, con la Sardegna che svetta con ben 30 edifici da assegnare, seguita da Lombardia (12), Abruzzo (10), Toscana e Lazio (7 ciascuna). L’obiettivo? Realizzare nelle Case Cantoniere in disuso un'attività ricettiva di qualità e funzioni complementari come ristorazione, bar o punti di ristoro (con valorizzazione di prodotti da filiera corta), centri informativi e didattici, stazioni per la ricarica dei veicoli elettrici. Con un focus specifico sulla promozione di prodotti tipici locali di natura enogastronomica, artigianale e artistica. Finora le manifestazioni d’interesse pervenute in risposta all’indagine di mercato condotta lo scorso autunno sono state avanzate per un 41% da società, un 31% da privati, un 15% da Enti, Amministrazioni pubbliche e protezione civile; mentre l'8% è a carico di associazioni e cooperative, e solo il 5%, coinvolge aziende agricole. Le proposte tecnico-economiche dovranno pervenire online, corredate dalla documentazione richiesta, entro il 15 giugno 2021, sul portale acquisti dell’ANAS. Nella trasformazione degli immobili, i destinatari saranno vincolati a mantenere il caratteristico colore rosso pompeiano, e l’altrettanto peculiare targa con l’indicazione della Strada Statale. La Concessione sarà aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, riservando però alla qualità del progetto fino a 70 punti su un totale di 100.