C'è anche un listino prezzi: 1 euro per la singola, 2,50 per il pacchetto di 3, la versione d'autore costa invece 5 euro. Così un bar nella provincia di Treviso ha deciso di tassare chi bestemmia. Spirito goliardico, sì, ma anche senso degli affari: il Veneto è – a furor di popolo - la regione in cui si bestemmia di più in Italia. E non solo: una ricerca dell'inizio dell'anno ha monitorato le abitudini linguistiche di 1.558 abitanti di 19 località. Ne è emerso che nella top 3 delle città con più alto tasso di imprecazione (ma la ricerca parlava di parolacce pure), ben due sono venete: Venezia (19 volte al giorno) e Padova (17). Anche se il trevigiano non entra in questa curiosa classifica, probabilmente non sfugge all'uso locale che vuole la bestemmia usata come rafforzativo della frase quando non come intercalare o segno di interpunzione, anche creativo.
Ed è proprio quest'uso e abuso che ha spinto un bar a mettere in freno, tassando l'imprecazione. Senza però andare a spolverare il vecchio articolo 724 del Codice penale che riguardava proprio le bestemmie (e più in generale le parole oltraggiose e offensive verso la religione dette pubblicamente contro defunti; divinità, simboli religiosi e persone di religione), per le quali era prevista addirittura un'ammenda e di cui rimaneva traccia sulla fedina penale. Il reato nel 1999 è stato depenalizzato a illecito amministrativo per il quale ancor oggi si rischia una sanzione. Il bar di Treviso, però, ha deciso di intervenire direttamente senza bisogno di rivolgersi alle autorità.
Il bar anti-bestemmia
È successo, come racconta il Gazzettino, a seguito di un'animata discussione tra due clienti che si lasciavano andare a imprecazioni di fronte agli astanti, tra cui un bambino, così Camilla Muledda ha lanciato l'idea di tassare le bestemmie, subito accolta dal padre Daniele Muledda e dalla madre Michela Bizzotto, gestori del Bar Sport Da Mu a Castello di Godego. Detto, fatto: un cartello con il tariffario e un bussolotto per raccogliere i soldi e la tassa è partita senza troppe lamentele da parte degli interessati, al contrario, raccogliendo il plauso e qualche risata anche sui canali social: "Se passo io mi mangio la tredicesima in un'ora al massimo" dice un utente commentando sotto la foto nella pagina Facebook del bar. Pare addirittura che qualcuno avrebbe pagato preventivamente, chiedendo un abbonamento che lo liberasse dal conteggio. Il ricavato, fanno sapere, andrà poi in beneficienza.