Viaggio tra i vitigni autoctoni: la durella

10 Dic 2015, 09:00 | a cura di
Fermo, vivace, passito, ma soprattutto spumante. Le uve durella, l'autoctono dei Monti Lessini, si vinificano in tanti modi. Ma è forse il Metodo Classico quello che le valorizza meglio.

 

Storia e territorio

Oggi parliamo di un vitigno autoctono a bacca bianca storicamente molto legato al piccolo terroir di provenienza, la zona collinare dei Monti Lessini. La durella ha origini antichissime, è presente da secoli in quest’area, tanto che il nome deriva dal latino Durus Acinus, proprio per la consistenza della sua spessa buccia. Ne troviamo traccia nelle fonti a partire dal 1200, citata come varietà d’uva Durasena, tipica del territorio vicentino e veronese. L’altitudine dei rilievi dei Monti Lessini, le buone escursioni termiche e i suoli di origine vulcanica, con basalti ricchi di minerali, costituiscono il terroir d’elezione di questa varietà. All’inizio del secolo la durella si vinificava spesso con macerazione sulle bucce o si usava per aumentare l’acidità di altri vini.

La riscoperta del vitigno comincia negli anni sessanta, ma fino agli anni ’80 era ancora principalmente utilizzata per tagliare vini fermi o basi spumante. Solo negli ultimi decenni è cominciata la sua valorizzazione, grazie ad accurate vinificazioni in purezza e a un’interessante produzione spumantistica. Oggi la produzione di vino Durello rientra nella Doc Monti Lessini, con le tipologie fermo, vivace, spumante e passito. Gli ettari vitati a durella sono circa 300, per una produzione annua di circa 700.000 bottiglie. Le aziende associate al Consorzio Tutela Vino Lessini Durello sono una ventina e la produzione qualitativamente più interessante è senza dubbio rappresentata dalle Riserve Metodo Classico.

 

Caratteristiche

Il vitigno durella ha una natura piuttosto selvatica, è vigoroso, resistente e viene allevato tradizionalmente a pergola veronese. Predilige le zone collinari piuttosto elevate, caratterizzate da suoli leggeri. Per questo motivo ha trovato il suo habitat ideale sui suoli vulcanici ricchi di basalti dei Monti Lessini. L’uva ha un colore giallo con riflessi dorati. Ha una buccia spessa, ricca di polifenoli e una spiccata e vivace acidità. Il profilo olfattivo è elegante, caratterizzato da delicati profumi floreali e agrumati. Al palato spicca per la tagliente acidità citrina, accompagnata da note minerali e da un finale piacevolmente sapido. Grazie alla sua esuberante e dinamica freschezza, il vitigno durella si presta molto bene alla spumantizzazione, soprattutto con Metodo Classico. L’alto grado di acidità, permette anche di produrre vini passiti di grande equilibrio e finezza. Il Durello è’ un vino con un buon potenziale d’invecchiamento, può affinarsi in bottiglia per oltre 10 anni, sviluppando aromi evolutivi, che lo rendono più complesso e armonioso. Per quanto riguarda gli abbinamenti a tavola, si sposa molto bene con i piatti classici della cucina del territorio, il baccalà alla vicentina, il baccalà mantecato o con gli asparagi bianchi con le uova, le lumache e l’anguilla. Da provare con il formaggio Monte Veronese DOP, prodotto anche nella versione ubriaca, affinato proprio con le vinacce della durella.

Produttori

L’uva durella esprime al meglio le sue potenzialità nel campo del Metodo Classico, soprattutto se declinato nella versione Riserva. Il lungo affinamento sui lieviti contribuisce ad arricchire il bouquet con interessanti note evolutive. Tra le bottiglie più interessanti citiamo: il Monti Lessini Durello Metodo Classico Riserva Millesimato Doc di Casa Cecchin, il Monti Lessini Durello Brut Metodo Classico Riserva 60 di Corte Moschina, il Monti Lessini Durello Pas Dosé Metodo Classico Riserva Doc della Cantina Fongaro eil Monti Lessini Durello Extra Brut Metodo Classico A.R. Riserva Millesimato Doc della Cantina Marcato.

a cura di Alessio Turazza
foto Casa Cecchin 

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