La produzione dei borghi
5.567. È il numero dei borghi che compongono l'affascinante panorama della Penisola italiana, piccoli Comuni al di sotto dei 5mila abitanti, dove vivono circa 10 milioni di italiani. È qui, in queste località caratteristiche che punteggiano lo Stivale, che si produce il 92%dei prodotti di origine protetta (Dop e Igp), oltre al 79% dei vini italiani più pregiati. Quella della cosiddetta “Italia minore”, infatti, è una cucina fatta di tradizioni secolari, ricette antiche, manualità e gesti ripetuti nel tempo, una storia avvolta nel mito, prodotti autentici, sapori netti e decisi, una tavola schietta e senza fronzoli che rispecchia a pieno il carattere identitario del luogo da cui ha origine. Il rapporto Coldiretti-Fondazione Symbol “Piccoli Comuni e tipicità”, da poco pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, offre un'istantanea della dimensione produttiva di ogni singola regione, evidenziando ancora una volta il ruolo determinante che i produttori dei borghi italiani ricoprono nel settore agroalimentare nazionale.
La legge Realacci a tutela dei piccoli Comuni
Un patrimonio immenso che potrà essere ulteriormente valorizzato e promosso grazie alla legge Realacci (la n.158 del 6 ottobre 2017), che contiene misure per il sostegno dei piccoli Comuni, un testo ottenuto dopo un iter lunghissimo, che ha visto l'impegno di decine di associazioni, prime tra tutte Coldiretti e Legambiente, e di migliaia di cittadini. Una norma che prevede una serie di semplificazioni e di misure per favorire il turismo di qualità, per la promozione dell’agroalimentare a filiera corta, ma anche la diffusione della banda larga, strumento essenziale per ampliare l’universo comunicativo e produttivo di territori ritenuti finora marginali. E che investe anche sulla dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, sulla manutenzione del territorio e la messa in sicurezza di strade, scuole e del patrimonio edilizio pubblico.
L'iniziativa di Coldiretti
Ancora a favore dei Comuni più piccoli, il progetto di Coldiretti, in collaborazione con Symbola, che dopo l'annuncio del 2018 anno del cibo italiano, vuole promuovere quello in corso come “Anno europeo del patrimonio culturale”. L'obiettivo? Restituire valore ai riconoscimenti Unesco legati alla tavola, come la Dieta mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi delle Langhe Roero e del Monferrato, Parma città creativa della gastronomia, e la più recente Arte del pizzaiuolo napoletano. La sfida è quella di rilanciare un nuovo modello di economia più a misura d’uomo, che tiene insieme sviluppo e sfide tecnologiche, benessere e vitalità delle comunità. Dopo l'iniziativa della campagna social dedicata al rapporto fra arte e cibo (con l'account Instagram @museitaliani), l’anno nazionale del cibo italiano nel mondo continua con la mappa gourmet dei tesori nascosti nei borghi d’Italia, che raccontano la storia di un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione locale.
L'app
Tante le prelibatezze che caratterizzano le diverse cucine regionali. C'è il Vin Santo di Vigoleno nell'omonimo borgo a Vernasca, in provincia di Piacenza, che con circa 5mila bottiglie prodotte ogni anno si contende il titolo della più piccola Doc d'Italia con il vino Loazzolo, realizzato nel paesino dell'Astigiano che conta solo 358 anime. E poi il carciofo violaceo di Montelupone nel Maceratese (detto “scarciofeno”), la mortadella di Campotosto, le lenticchie di Ustica, la treccia di Santa Croce di Magliano, l'aglio di Resia, i fagioli di Sarconi. La lista, lunga e complessa, continua fra formaggi, salumi, ortaggi singolari, erbe spontanee, legumi, prodotti da forno, farine e cereali. Per trovare queste e molte altre prelibatezze made in Italy meno conosciute, per tutto il 2018 sarà attiva una nuova app firmata Coldiretti, Farmers for you, che raduna i migliori mercati, le fattorie, e le botteghe, per una mappa gastronomica che conta oltre 10mila punti in tutta Italia.
a cura di Michela Becchi