Bourdain contro lo spreco
Usare tutto, sprecare niente. È il mantra del documentario che alla metà di ottobre uscirà in contemporanea in molti Paesi del mondo. Ed è pure il monito che Anthony Bourdain ripete guardando dritto in camera, memore “della prima vera regola della cucina classica francese”. Da questo assunto prende le mosse Wasted!, docufilm che il food writer, cuoco e viaggatore gourmet americano - capostipite di una generazione di divulgatori enogastronomici, che oggi impazzano sul piccolo schermo – ha prodotto insieme alle fidate Anna Chai e Nari Kye, entrambe premiate in passato per The Mind of a chef, la seconda già all’opera con Bourdain per la serie cult Parts Unknown. “Non sono un attivista” raccontava tempo fa a Hollywood Reporter Anthony Bourdain “ma il problema dello spreco alimentare mi ha accompagnato sin dai miei inizi in cucina”. E l’urgenza di prendere posizione contro un’abitudine diffusa che solo negli Stati Uniti destina il 40% del cibo prodotto e commercializzato alla spazzatura, ha preso corpo in oltre 15 anni passati a girare il mondo, davanti all’evidenza che tante persone, comunità, Paesi difficilmente riescono a fronteggiare la fame.
La lotta allo spreco. L’emergenza alimentare
I numeri dell’emergenza sono quelli che oggi molti canali di informazione e onlus impegnati contro lo spreco alimentare diffondono con l’auspicio di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni: ogni anno l’80% dell’acqua disponibile sul Pianeta, il 40% delle terre abitate e il 10% dell’energia prodotta a livello globale sono impiegate per alimentare la produzione di cibo. Il cibo che sprechiamo, invece, ammonta a 1,3 miliardi di tonnellate: circa un terzo della produzione totale (con picchi evidenti negli USA, che si aggiudicano una medaglia poco lusinghiera). Tra le associazioni attivamente impegnate nella lotta allo spreco, la Rockefeller Foundation è un’istituzione: nel 2016 la fondazione americana ha stanziato 130 milioni di dollari per incoraggiare il dimezzamento dello spreco sul suolo statunitense entro il 2030 (parte dell’investimento servirà a finanziare la diffusione negli States del refettorio di Massimo Bottura; per chi ancora non si fosse fatto un’idea della portata del progetto, semplice quanto rivoluzionario, c’è il docufilm The Theater of life, ora disponibile anche su Netflix). E per il documentario voluto da Bourdain non si è tirata indietro, supportando economicamente la Zero Point Zero nella produzione.
Wasted! Temi e protagonisti
The Story of Food Waste, presentato in anteprima mondiale al Tribeca Film Festival all’inizio del 2017, è una pellicola girata tra associazioni impegnate nella sensibilizzazione, supermercati votati al consumismo, scuole, orti urbani, ristoranti e cucine degli chef hanno sposato la causa consapevoli di poter portare un contributo importante. In termini di visibilità, facendosi testimonial della campagna antispreco e promotori di progetti solidali, e materialmente puntando sulla sostenibilità della propria attività. Alcuni di loro, Bourdain ha voluto coinvolgerli nel film. E così, in 85 minuti di narrazione, il film dà voce a Dan Barber e Mario Batali, Danny Bowien e Massimo Bottura, che nel trailer diffuso solo qualche giorno fa ricorda: “Non abbiamo bisogno di produrre di più, ma di agire in modo differente”. A proposito dello chef modenese, Bourdain ha le idee chiare: “L’esempio di Massimo Bottura è particolarmente efficace. Non solo riutilizza gli scarti per sfamare chi ne ha bisogno, ma si impegna per restituirgli rispetto e dignità, presentando il cibo nel migliore dei modi possibili, in uno spazio votato alla bellezza e all’umanità”. C’è anche questo in Wasted!, e l’auspicio di Bourdain non può che essere condiviso: “Se dopo averlo visto anche solo qualche persona comincerà a ripensare cosa porta in tavola per cena o ci penserà due volte prima di gettare il cibo nella spazzatura, allora sarà un buon giorno”. Dal 13 ottobre il film sarà disponibile su iTunes, in contemporanea all’uscita in sala.
a cura di Livia Montagnoli