La classifica dei grandi classici
Il prossimo 15 maggio sarà la volta della Top 100 dei ristoranti europei, che nel 2016 ha incoronato L’Arpege, nell’anno più fortunato di Alain Passard. Ma le classifiche stilate dal sito Opinionated About Dining sono molteplici, e da qualche anno a questa parte riscuotono il seguito della comunità gastronomica internazionale. Dietro c’è l’impegno di Steve Plotnicki, che sul suo blog raccoglie il parere di appassionati gourmande da tutto il mondo, e annualmente stila le consuete Top 100 e Top 50 sulla base delle recensioni dei mesi precedenti (tenendo conto del giudizio in funzione della qualità e della quantità dei ristoranti visitati da ciascuno). E se la lista dedicata all’Europa – che si appresta a celebrare la sesta edizione – resta la più attesa dagli chef di casa nostra, dall’anno scorso la Top 100 Classical&Heritage, che proprio nel 2016 ha esordito, offre una spigolatura in più alla ricognizione delle migliori tavole d’autore. In particolar modo, la classifica si concentra sulla ristorazione “classica”, considerando le insegne con almeno 25 anni di esperienza all’attivo, molte a gestione familiare, votate dai clienti gourmet. Si premia, dunque, non solo la qualità della proposta gastronomica e del servizio, ma anche la coerenza e la longevità della formula, oltre al fascino senza tempo di tante glorie dell’alta ristorazione. Accantonando, per una volta, la rincorsa alle ultime tendenze di grido.
Egemonia Francia. Prima la Svizzera del compianto Benoit Violier
La Top 100 2017 – che rispetto all’anno passato si concentra solo sull’Europa - incorona Franck Giovannini, successore di Benoit Violier al Restaurant de l’Hotel de Ville di Crissier: un premio che sembra riconoscere il lavoro dello chef scomparso prematuramente poco più di un anno fa, quando si tolse la vita lasciando scioccata la comunità internazionale. E dunque la medaglia d’oro finisce in Svizzera, dopo il lungo viaggio che l’anno scorso l’aveva portata in Giappone, ma per premiare un nume tutelare della cucina francese, Michel Bras e il suo ristorante Toya di Hokkaido. Secondo e terzo gradino del podio invece si confermano francesi, con Regis et Jacques Marcon al numero due, Troisgros (fresco di trasloco, ma in ballo dal 1957) per la medaglia di bronzo. Ma è l’intera top 10 a gridare il predominio francese, con – tra gli altri – L’Ambroise di Bernard Pacaud (6) e Le Cinq di Christian La Squer (7) a Parigi, e il Louis XV di Alain Ducasse (8) a Montecarlo. Rompe l’egemonia l’asador Ibai di Alicio Barro a San Sebastian, che strappa il nono piazzamento.
L’Italia in classifica
La prima degli italiani è Nadia Santini: per la signora della ristorazione di Canneto sull’Oglio nel 2016 era arrivato il sesto posto, quest’anno Dal Pescatore scivola al numero 12. Seguono, nell’elenco dei 100, altre 14 insegne tricolore: Da Vittorio (25),La Pergola (33),Al Sorriso (37),il Luogo di Aimo e Nadia (41),L’Enoteca Pinchiorri (43),Don Alfonso 1890 (44),Antica Corte Pallavicina (63),Antica Corte Reale (64),Trattoria della Posta (90),Ciau del Tornavento (91),da Romano (94),Villa Feltrinelli (96),Casa Vissani a Baschi (98),Lorenzo che chiude la classifica al numero 100. Numero stabile rispetto al 2016, con la soddisfazione di veder esordire i fratelli Cerea (Da Vittorio) e la famiglia Iaccarino (Don Alfonso), l’anno scorso inspiegabilmente assenti.
a cura di Livia Montagnoli