Culinary Cinema alla Berlinale
Il rapporto tra cinema e cibo è noto e manifesto. Come l'uno rappresenta l'altro, che a sua volta è una potente fonte d'ispirazione per registi e sceneggiatori in cerca di stralci di vita reale o fantasiosi soggetti che vogliono prenderci per la gola. E infatti di film a tema gastronomico, nella storia del cinema, se ne contano molti, per non parlare delle pellicole che pur concentrandosi su altre vicende finiscono per immortalare abitudini, vizi e vezzi della società alimentare. Oggi, come in passato, quando le citazioni in questione assurgono a testimonianza di stili di vita e usanze che molti non ricordano più. E la Berlinale, il festival del cinema di Berlino che quest'anno celebra la sua 67esima edizione, le potenzialità attrattive di questo scambio reciproco sembra averle intuite già diversi anni fa. Dotando la categoria del cinema gastronomico di una sezione dedicata tra i film in concorso: Culinary Cinema, si intitola il format, e nel 2017 si presenta in grande spolvero per l'undicesima edizione, dopo i festeggiamenti che l'anno scorso hanno accompagnato il decimo compleanno. Passion Food è il tema del cartellone che prenderà forma dal 12 al 17 febbraio, in parallelo alle proiezioni in concorso. Ogni giorno, dalle 19.30, lo spettacolo avrà inizio: alla proiezione delle pellicole protagoniste di giornata seguirà la cena servita presso il ristorante Gropius Mirror da uno degli chef invitati a partecipare alla Berlinale 2017.
Il cartellone e i protagonisti
Un “parterre” d'eccellenza che alterna glorie nazionali e guest star in arrivo dall'estero: Eneko Atxa, Alexander Koppe, Tim Raue, Sebastian Frank e Christian Lohse, che presenteranno agli ospiti un menu ispirato ai film in programma. Cinque (+ una) le premiere più significative, su cui ci dilungheremo più sotto, cui si affianca il cartellone della seconda serata, con proposte altrettanto interessanti come Atlantic (di Risteard O Domhnaill) e la sua indagine sullo spopolamento dei mari, o le riflessioni animaliste di At the Fork (di John Papola e Lisa Versaci). Del resto, a detta del direttore del festival Dieter Kosslick, il criterio che ha orientato la scelta è sempre lo stesso: la passione che accomuna chef e registi, che di conseguenza animerà la narrazione e sarà protagonista sullo schermo. Gli fa eco il curatore della sezione, Thomas Struck, che dell'edizione 2017 evidenzia il melting pot di stimoli raccontati dalle pellicole in programma. E non solo, perché tra gli appuntamenti collaterali anche quest'anno si ripete l'iniziativa Tea Time, con talk e approfondimenti in compagnia di chi sul cibo può offrire prospettive alternative e spunti di riflessione, come lo chef attivista Kamal Mouzawak, a Berlino per parlare di migrazioni e culture gastronomiche in viaggio. A corollario, perché anche la buona tavola sia onorata come merita sotto i riflettori, le proposte street food dei truck selezionati in collaborazione con Slow Food e il Markthalle Neun, che animeranno l'area antistante la Berlinale dall'8 al 19 febbraio.
Premiere e film da non perdere
Ora, però, torniamo ad occuparci dei film, passandoli brevemente in rassegna. È prevedibile che troveranno un posto tra le novità più intriganti offerte dal cinema gastronomico nel 2017.
Chef's Table, la terza stagione (escludendo dal computo lo speciale in quattro episodi dedicato alla cucina francese): Il nuovo capitolo della serie evento prodotta da Netflix per la direzione di David Gelb – presente al festival - sarà disponibile online a partire dal 17 febbraio. Solo due episodi su sei saranno proiettati in anteprima mondiale al festival di Berlino, ma i nomi dei protagonisti sono già noti: Tim Raue (a Berlino gioca in casa, e a lui sarà dedicata la prima premiere), Jeong Kwan (Corea), Vladimir Muhkin (Russia), Virgilio Martinez (Perù), Ivan Orkin (New York), Nancy Silverton (Los Angeles). Ne riparleremo.
Soul: Il documentario di Josè Antonio Blanco e Angel Parra segue le vicende dello chef basco Eneko Atxa, e del suo ristorante vicino Bilbao, l'Azurmendi di Larrabetzu. Ma alla visione del giovane tristellato – 39 anni e una vita spesa nell'alta ristorazione – contrappone quella di Jiro Ono, 91 anni e una fama planetaria dovuta alla precedente incursione nel mondo del cinema con Jiro Dreams of sushi, sempre per la regia di David Gelb, che ha fatto scuola in materia di reportage incentrati sul mestiere dello chef. E Soul, che si muove tra l'orizzonte spagnolo e quello giapponese, tra l'avanguardia gastronomica e la tradizione culinaria (con incursioni di Joel Robuchon e Martin Berasategui, Carmen Ruscalleda e il direttore Michelin Michael Ellis), non fa altro che confermare il successo di questo filone narrativo. A proposito di storytelling gastronomico: fenomeno di tendenza o preziosa risorsa?
Schumann's Bar Talk: L'interesse di Marieke Schroeder si concentra sulla figura leggendaria di Charles Schumann, barman tedesco classe 1941, che nel 1982 apriva la sua prima attività nel centro di Monaco, lo Schumann's American Bar. Da allora è stato in grado di costruire un impero fondato sulla professionalità e la qualità del servizio (“il barman è la persona che dirige il bar, non solo colui che miscela i cocktail”, tra le frasi che gli attribuiscono, anche se “la maggior parte della mia vita l'ho passata con lo shaker in mano”). Sullo schermo lo seguiremo alla scoperta dei migliori bar del mondo.
Andrè – The voice of wine: Il docufilm porta sullo schermo la storia dell'enologo russo emigrato in America che alla fine del Proibizionismo influenzò la ripresa della produzione vinicola in California, determinandone gli orientamenti futuri. Nato a Mosca nel 1901, Andrè Tchelistcheff (scomparso nel 1994) ha attraversato il Novecento da protagonista della storia enologica internazionale, e il film ne ripercorre la vita con il contributo di tante personalità del settore che l'hanno incontrato sul proprio cammino. Alla regia il pronipote Mark.
Theater of Life: La produzione canadese affidata alla regia di Peter Svatek racconta l'esperienza del Refettorio Ambrosiano di Massimo Bottura. Il risultato? “Un intenso documentario sulla vita, il cibo, lo spreco”, recita lo slogan del film. Già presentato in tanti paesi del mondo, il progetto (che può contare su un esauriente sito web, che vi consigliamo di visitare all'indirizzo www.theateroflifemovie.com) arriva alla Berlinale per la sezione Culinary Cinema Goes Kiez, e al termine della proiezione sarà il mercato cittadino a fornire gli ingredienti per la cena organizzata dal ristorante Restlos Glucklich.
Culinary Cinema | Berlino | dal 12 al 17 febbraio | www.berlinale.de
a cura di Livia Montagnoli