Sancta Sanctorum a Napoli. La cucina di Francesco Sposito e i cocktail dell'Antiquario in centro città

12 Dic 2016, 12:44 | a cura di

Apre al pubblico lunedì 19 dicembre il palazzetto liberty di via Filangieri che diventerà casa del gusto sotto le cure di Francesco Sposito, da Taverna Estia al cuore di Napoli con una proposta fusion che scommette sul pescato del Mediterraneo, la tradizione campana e l'influenza dell'Oriente. Tra cocktail bar, bistrot gourmet e Champagneria. 


Da Taverna Estia a via Filangieri

A Brusciano la famiglia Sposito è sinonimo di alta cucina da due generazioni. La scommessa vincente di questa insegna che è diventata punto di riferimento gourmet dell'area metropolitana di Napoli l'abbiamo raccontata a più riprese, fino all'ultima soddisfazione, giusto un paio di mesi fa, quando Taverna Estia ha raggiunto il riconoscimento più ambito della guida Ristoranti d'Italia del Gambero Rosso, le Tre Forchette. Prima ancora, era il 2010, Francesco (che oggi con il fratello Mario conduce l'attività avviata da papà Armando) otteneva il titolo di Miglior chef emergente, raccogliendo i frutti di un percorso che negli anni l'ha portato dalla cucina di Igles Corelli a quella di Alain Passard, tra le mura stellate de L'Arpege (e nel frattempo le stelle sono piovute anche su Brusciano, due quelle che brillano in via De Ruggiero, civico 108). Fin qui tutto bene, con tanti progetti per il futuro, che dovrebbero prevedere un salto importante verso l'ospitalità. Intanto però la sorpresa arriva da Napoli, dove il prossimo 14 dicembre aprirà i battenti (ma solo per una tre giorni di inaugurazione su invito, al pubblico si apre, solo su prenotazione, da lunedì 19) l'ambizioso complesso extralusso promosso da Stefano Parisio e Anteo Letticinio, inedita accoppiata dell'imprenditoria partenopea. E già il nome contribuisce a innalzare le aspettative: Sancta Sanctorum, si chiamerà, e riunirà tre ambienti in uno nel bel palazzetto liberty di via Filangieri, rettifilo bene della città.

 

Sancta Sanctorum. Alta cucina, cocktail, ostriche e champagne

Tre livelli per altrettante esperienze gastronomiche che scommettono sull'esclusività di uno spazio ripensato dall'architetto Gian Barbato nel rispetto delle preesistenze d'epoca, come la scala di inizio Novecento che collega tra loro i piani. Ma la decisione più coraggiosa, per l'appunto, si lega al coinvolgimento di Francesco Sposito (“è un bel progetto, le aspettative sono molto alte e abbiamo voglia di fare bene, lavorando su misura, senza precorrere i tempi o creare confusione”) per la supervisione dello staff di cucina e sala: una brigata composta di giovanissimi, che sarà capitanata dallo chef Raffaele Dell'Aria, classe 1988, già in forze nella cucina di Taverna Estia, come gli altri quattro ragazzi che si muoveranno in cucina. Due invece le ragazze in sala, anche loro in arrivo dalla squadra di Sposito. Prima di salire al bistrot, però, al piano terra i clienti saranno accolti dal cocktail bar che chiama in causa un'altra firma d'eccellenza del capoluogo campano: la carta dei drink e miscelati, infatti, sarà affidata alle cure dell'Antiquario, in abbinamento a un menu di crudi per cominciare la serata al bancone o comodamente seduti sui divani blu che caratterizzano l'ambiente. Sei gli sgabelli vista bar, 18 le sedute in sala per un ambiente esclusivo gestito solo su prenotazione, “proprio per differenziarci dagli altri, prestando grande attenzione alla qualità del servizio”. Diverse le proposte in carta, dalla variazione di paninetti gourmet che giocano al confine tra sapori della tradizione e spunti esotici a sashimi con riso e tartare di pesce. Oltre alla formula oyster, disponibile anche all'ultimo piano, con le ostriche fornite in esclusiva da un produttore francese.

 

Il menu del bistrot

Al primo piano, invece, troverà spazio il ristorante gourmet, 36 coperti in tutto e un menu che abbatte i confini geografici, scommettendo sulla fusion tra cucina mediterranea e influenze orientali. Qualche esempio? Dalla carta d'esordio si potrà ordinare un “semplice” Uovo al tegamino o una Frisella di pasta brisee integrale con sashimi e fonduta di provola, per proseguire con uno Spaghettone al miso con friarielli e cappesante o un Raviolo ripieno di razza e pizzaiola con caviale e frutti di mare. Tra i secondi molto pesce freschissimo e un manzo dell'Appennino marchigiano affumicato; per concludere una Brulee alla liquirizia con tartufo bianco, pralinato alle noci e sorbetto ai cachi.

La Champagneria

Mentre alla Champagneria è stato riservato il rooftop, solo 20 coperti (tra interno ed esterno) e una carta che nuovamente privilegia crudi e proposte fusion in abbinamento con le bollicine francesi (ma è l'intera carta dei vini a meritare attenzione, con una selezione di 300 etichette seguita dalla giovane sommelier Manuela De Francesco). Nelle premesse il ristorante proporrà un menu d'alto livello, per una spesa media tra i 70 e gli 80 euro, vini esclusi. Si comincia con apertura serale, “anche se la richiesta e la curiosità sono già alte non vogliamo rischiare: per fare bene occorre procedere per gradi”. E l'intenzione di fare bene sembra esserci proprio tutta.  

 

Sancta Sanctorum | Napoli | via Filangieri, 16c | da lunedì 19 dicembre, solo la sera

 

a cura di Livia Montagnoli

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram