È una sorta di ibrido tra una redazione, un ufficio eventi e un ufficio stampa. In poche parole, l'evoluzione di quest'ultimo. Il team è ovviamente nutrito, composto, tra gli altri, dai founder Mattia Cinacchi e Morgan Babsia, e dagli addetti uffici stampa Camilla Rocca, Beatrice Mencattini eFabio Rinaldi.
Parliamo degli inizi
Tutto è cominciato con Perbellini, in un periodo in cui la comunicazione nel settore food era pressoché inesistente. Parliamo del 2010. Gli abbiamo dapprima costruito il sito web, poi ci siamo trovati necessariamente a dover ricoprire il ruolo dell'ufficio stampa. Non siamo nati come ufficio stampa e fin da subito non ci siamo limitati a fare questo. Ci consideriamo più che altro un'agenzia di comunicazione, che poi, oggi, è l'evoluzione fisiologica dell'ufficio stampa.
Che requisiti deve avere l’addetto all’ufficio stampa?
Il potere dell'ufficio stampa è costruito dalle persone. Queste devono essere socievoli, organizzate e necessariamente debbono conoscere il mondo in cui e per il quale lavorano. Si tratta di professionisti che fanno da cuscinetto tra le esigenze della stampa e gli obiettivi del cliente, cercando di far coincidere le due cose. Come? Rendendo il più interessante possibile il contenuto.
Come rendere un comunicato stampa “appetibile”?
Solitamente veicolando, secondo il taglio della rivista/magazine da coinvolgere, i contenuti. Questi devo essere “notiziabili”. Ecco perché il perfetto addetto all'ufficio stampa deve essere versatile, flessibile, propenso ai rapporti umani e deve sempre avere in pugno le redini della situazione.
L'ufficio stampa ai tempi dei social come si deve comportare?
È un doppio lavoro. L'addetto all'ufficio stampa deve comunicare via mail con i giornalisti e deve anche essere presente sul web, in modo coerente con le strategie scelte e coinvolgendo le persone che hanno un importante seguito sui social, gli influencer di oggi. L'obiettivo oramai non è solo la pubblicazione di articoli. Nel contesto social hanno un gran valore anche le condivisioni di immagini, video, pensieri.
L'ufficio stampa 3.0 è soprattutto social?
Se dovessimo fare una classifica, carta stampata e social sono a pari merito. Ecco perché è fondamentale avere tra i contatti gli influencer, per poterli taggare (previo consenso) o invitare agli eventi, fare gli auguri di compleanno, postare tutte le novità sulla pagina del cliente quasi fosse una sorta di comunicato stampa smart. Poi grazie ai social abbiamo un feedback immediato.
Quali sono i compiti dell’ufficio stampa che si occupa di food?
Via con l'elenco: bisogna mantenere una relazione continua con il cliente, redigere la cartella stampa, creare il comunicato stampa e inviarlo ai magazine, ai giornalisti, agli influencer. Di norma serve anche fare il recall, perché quasi nessuno dà un feedback alle mail. E ancora, organizzare gli eventi di lancio, se si tratta di locali, fungendo anche da PR. In questo caso sono molto importanti anche le foto. In poche parole, tutto quello che fa un normale ufficio stampa digitale e tradizionale, con in più una specializzazione importante nel settore, che prevede sia l'essere sul pezzo (informato su tutte le nuove tendenze), sia la gestione degli eventi, dal concepimento alla realizzazione.
Quali, invece, non sono i compiti dell'ufficio stampa?
Oggi i confini dell'ufficio stampa sono poco nitidi. Noi ne siamo un esempio: AromiCreativi non è solo ufficio stampa, è una società che offre una comunicazione integrata e aiuta a individuare le giuste strategie comunicative, quindi il nostro ufficio stampa ha confini ancora più ampi e ingloba talvolta anche la consulenza.
Chi sono e come gestite i diversi clienti?
Sono quasi tutti nel settore food/hospitality/lifestyle. Ognuno ha esigenze diverse, di conseguenza fare comunicazione e ufficio stampa per uno stellato è inevitabilmente diverso dal farlo per una importante pizzeria o per un hotel di lusso. Ecco perché le nostre azioni sono differenti caso per caso, a seconda anche della città in cui ci troviamo a operare. Essendo su Milano, Roma e Verona, ci siamo resi conto che, per esempio, a Milano i locali non richiedono gli eventi di lancio (cosa molto diffusa a Roma), preferendo organizzare un evento successivamente, quando si son ben rodati. Noi ci adattiamo, condividendo sempre con tutto il team la strategia.
Gli errori imperdonabili per un addetto all’ufficio stampa?
Sono fondamentalmente quattro e molto pratici: sbagliare data nel comunicato, sbagliare invitati a una cena (il parallelismo con i matrimoni è immediato: se sbagli a fare i tavoli, è la fine!), mettere tutti i destinatari in CC e non CCN, non mandare nei tempi corretti le informazioni ai giornalisti, talvolta il tempismo è tutto. Noi solitamente mandiamo un comunicato il mese prima dell'evento, al quale segue, più sotto data, il recall.
Per voi chi sono gli influencer oggi?
Tra i tanti, citiamo Elisia Menduni, Lorenza Fumelli, Federico De Cesare Viola, Lorenzo Sandano, Gnambox e Chiara Maci.
Le testate?
Gambero Rosso, Identità, Corriere, Repubblica, Grande Cucina, Cook_inc. Paradossalmente, a volte ci sono più difficoltà con le testate locali, che essendo di dimensioni medio-piccole raramente hanno un giornalista specializzato nel food, e potrebbero non valutare al meglio una notizia.
Cosa vi aspettate invitando dei giornalisti a una cena?
La premessa è questa: sia il giornalista/critico che l'ufficio stampa sono, ognuno nel proprio campo, due professionisti. Pertanto non si impone niente a nessuno e (nel nostro caso) non si invita nemmeno un giornalista o un critico a una particolare azione, anzi. Nel caso di eventi o presentazioni dedicate alla stampa, se un giornalista accetta l'invito si presume che l'argomento lo interessi e che quindi ne scriverà. Detto ciò, se in seguito all'evento ci comunica che non lo farà (perché non ha trovato il ristorante/l'evento all'altezza delle sue aspettative o perché per qualche motivo, se freelance, il pezzo non è stato approvato dalla redazione) non ci sono problemi. Basta essere corretti e trasparenti, da entrambe le parti... e torniamo quindi alla premessa iniziale.
foto di apertura: piatto di Anthony Genovese
a cura di Annalisa Zordan
Gli uffici stampa del food&wine