La derisione del Belpaese viene da lontano. Ma stavolta a finire sulla stampa internazionale non sono gli scandali del politico di turno o i sei Ministri all'Agricoltura cambiati in soli sei anni. Ma le truffe dell’extravergine italiano, diventati un fumetto per il New York Times e firmati dall'art director Nicholas Blechman: 15 disegni che attraversano tutte le fasi di falsificazione dell'oro verde italiano, dal produttore al consumatore. Il titolo? Extra Virgin Suicide. Che più evocativo non si può. Dentro c'è l'Italia vista dalla prospettiva americana: un covo di truffatori, protetti dal potere politico, che importano olio dall’estero (soprattutto da Spagna, Marocco e Tunisia) da adulterare e miscelare con quello proprio per poi spacciarlo come Made in Italy, in barba anche alle forze dell’ordine. Per inciso si ricordi che gli States rappresentano il principale Paese extracomunitario di destinazione dell'olio italiano. La fonte di questa triste storia è il blog “Truth in Olive Oil” gestito da Tom Mueller, lo stesso autore del libro “Extraverginità” sullo scandaloso mondo dell’olio di oliva, che proprio domani (29 gennaio) sarà presentato alla Camera dei Deputati, sollevando, senza dubbio, una serie di temi che non possono più esseri rimandati. Un sincronismo casuale? “Attenzione” è il monito dell'Unaprol “l'incontro e la presentazione del libro saranno anche un'occasione per fare luce su alcune zone d'ombra compreso anche un certo modo di fare informazione che a volte, con un perfetto sincronismo, accende i riflettori più per accecare che per fare luce”. E poi continua il presidente del Consorzio Olivicolo Italiano, Massimo Gargano: “Le accuse mosse al nostro made in Italy non riguardano il vero olio extra vergine di oliva prodotto in Italia bensì quello che viene spacciato fraudolentemente per made in Italy negli Usa e non solo. E adesso quello autentico soffre per l'immagine compromessa”. E anche questo è vero. Ma innegabile che il fenomeno esiste ed è stato più volte e da più parti denunciato, come ricorda la Coldiretti: “Il racconto del New York Times riporta una realtà, purtroppo già nota e denunciata, di numerose frodi e contraffazioni come quella scoperta recentemente dalla Guardia di Finanza in Toscana che ha portato al sequestro di 8 milioni di bottiglie di olio di oliva destinato al mercato, con una origine e qualità diverse da quelle presentate”. Una realtà che fa ancora più male se si pensa ai numeri: l'Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari di terreno. L'altra faccia della medaglia mostra, però, un'Italia ai primi posti per l'importazione dello stesso olio. Un vero paradosso per il Paese degli ulivi. “Ma” continua Coldiretti “’l'Italia ha adesso l’occasione di ricostruire una credibilità internazionale attraverso l'applicazione della legge salva olio approvata nel 2013 e il ripristino, tra l’altro, del tappo antirabbocco a tutela del vero extravergine italiano anche nella ristorazione”. Forse l'ultima possibilità per salvaguardare il mercato ed evitare il suicidio del Made in Italy. Il New York Times ha avvisato.
A cura di Loredana Sottile