Prenotati a Cocktail: come abbinarli al cibo domenica 13 novembre dalle 10.00 alle 14.00
Prenotati agli appuntamenti dell'Area Mixology
L'Area Mixology a Gourmet Expoforum
Il format Spirits, i maestri del cocktail (la trasmissione dedicata alla mixology di Gambero Rosso Channel) e Massimo D'Addezio si trasferiscono per tre giorni a Torino. Tre giorni durante i quali si raccontano le storie e gli aneddoti dei prodotti, dissacrando i falsi miti del mondo della miscelazione e parlando a tu per tu con gli ospiti che di volta in volta affiancano D'Addezio. Apre le danze Mary la tabagista, ovvero la versione del Bloody Mary targata Oscar Quagliarini. Si continua con gli incontri dedicati al gin e al vermouth, raccontati da Samuele Ambrosi del Cloakroom di Treviso e dall'enologo Andrea Capussotti. Nella seconda giornata si parla invece di metodo classico, e di liquori e distillati italiani, sempre con un minimo comun denominatore: il loro utilizzo nei drink. A tenere le masterclass, oltre a D'Addezio, Carlotta Linzalata (barlady di Smile Tree, Torino), Alessandro Melis (fondatore e socio Drinkable) e Andrea Maschio (distillatore della Distilleria Bonaventura Maschio). Durante la terza e ultima giornata il primo appuntamento è dedicato agli healthy drinks, ovvero quei cocktail che sfruttano le proprietà benefiche di erbe e spezie, e sono caratterizzati da basso contenuto calorico. Questi drink, preparati per l'occasione da Cinzia Ferro dell'Estremadura Café a Suna di Verbania, seguono il trend della mixologia americana fortemente attenta al benessere e alla salute, proprio come avviene in cucina. Chiudono i lavori due classici della miscelazione: il rum e il gin, quello italiano, con le spiegazioni del bartender di Piano 35 Mirko Turconi e di Filippo Sabatini, fondatore dell'omonimo gin. Per chi vuole gustare i cocktail di cui si è parlato, l'appuntamento è al Concept Bar, sempre all'interno di Lingotto.
Massimo D'Addezio
Ma vediamo chi è il patron dell'Area Mixology: uno dei più grandi barman italiani. Il suo destino era segnato sin dall'inizio: nonni e genitori nel mondo della ristorazione, prima in Italia e poi in Canada, dove Massimo è nato. Qualche anno a far teatro di strada finché, quasi per caso, ha messo il naso nel bicchiere. Da allora non ha mai smesso di degustare, viaggiare e studiare. Poi il '99, l'anno della svolta, con l'apertura di un nuovo albergo, e la proposta di avviarne bar e cocktail bar. Dal 2002 al 2013 è al capo dello Stravinskij, l'American Bar dell'Hotel De Russie in Roma, diventato in poco tempo uno dei primi bar cosmopoliti della Capitale. Ma lui non poteva fermarsi, così nel dicembre 2013 apre a Roma nel quartiere Pigneto, Co.So. un cocktail bar d’eccellenza. Nel 2015 si lancia nell'avventura di Chorus Cafè, un elegante locale all’interno dell’Auditorium di via della Conciliazione. E nel 2016 diventa il protagonista della trasmissione di Gambero Rosso Channel Spirits, i maestri del cocktail. Senza però montarsi la testa. D'Addezio è (e rimarrà) un creativo, un degustatore esperto, un viaggiatore instancabile, un abile interprete, un professionista consapevole, un saggio giramondo chiamato barman.
Qual è lo stato dell'arte oggi?
La mixology oggi è in grande salute, finalmente dopo tanti anni di duro lavoro, la clientela si è molto evoluta ed è in grado finalmente di distinguere la qualità. Sempre più spesso, oggi, il cliente chiede al barman di occuparsi di lui, ma con la coscienza di quello che viene messo nello shaker.
Perché negli ultimi anni il settore ha avuto questo enorme successo?
Il boom è frutto di vari fattori: uno su tutti, il lavoro fatto sui barman dalle aziende che hanno investito molto sulla formazione degli operatori sensibilizzandoli alla qualità.
Altro fattore?
La globalizzazione. Oggi sappiamo qual è il distillato o il drink in voga a migliaia di chilometri di distanza e il più delle volte è possibile averlo anche qui da noi. Poi si viaggia sempre di più, riuscendo a prendere ispirazione nei quattro angoli del mondo (discorso valido sia per i clienti che per barman e barmaid).
Quali sono i cocktail che riscuotono più successo sul mercato italiano? Ci sono stati dei cambiamenti di gusti nel corso degli ultimi anni?
La vodka è protagonista, insieme a gin, whiskey e distillati di agave. Il Moscow Mule e il Gin Tonic hanno spodestato i famigerati Mojito e Caipirinha di vario genere. L'Aperol Spritz gestisce un ruolo da padrone dell'aperitivo, ma quando si ha tempo e confidenza con il cliente la creatività è decisamente ben accetta.
C'è una regola per il cocktail perfetto?
Non esagerare. Il cocktail più semplice è anche il più equilibrato. Un bravo miscelatore deve rendere decifrabile al suo ospite il mix di ingredienti nel bicchiere. L'ideale sarebbe non andare oltre i 5 elementi.
È cambiato il rapporto dei cocktail con la ristorazione? Se sì, come?
Sempre più spesso si parla di food pairing, e sempre più spesso degli arditi si cimentano con quest'arte, che comunque rimane un territorio oscuro: la prima cosa che va ricordata è che il cocktail non è vino, ha una sua tecnologia, e una gradazione alcolica molto più importante rispetto al nettare di Bacco.
Anticipaci qualche cosa delle tue masterclass a Gourmet.
Il mio intento sarà quello di traslocare per alcuni giorni Spirits, i maestri del cocktail a Torino. L'obiettivo? Dissacrare i falsi miti del mondo della miscelazione.
Gourmet 2016 | Torino | Lingotto Fiere, padiglioni 2 e 3 | dal 13 al 15 novembre | Tutte le informazioni per partecipare sono disponibili sul sito www.gourmetforum.it
a cura di Annalisa Zordan
foto di apertura: www.albertoblasetti.com
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