È vestito con una camicia a quadri rossi e blu e un jeans marrone. L'occhiale da sole a goccia definisce il suo stile da imprenditore che però viene dalla terra. Si scusa per il leggero ritardo dicendo che ha avuto dei controlli, che fortunatamente ha risolto. E subito sigla la sua forte personalità con una frase: "ci sono problemi che puoi risolvere, problemi che non puoi risolvere e problemi che devi accettare". Questa personalità poi la ritroveremo nel vino della loro produzione : "È iss", che in gergo napoletano vuol dire "È lui". Ma torniamo alla visita. Ci dice subito c'è una prima regola: visitare il vigneto calpestando la terra.
Camminando verso le vigne ci racconta un po' di storia di Tramonti. Lo fa con un tono fiero e deciso. Si interrompe appena qualcuno chiacchiera a bassa voce: l'attenzione deve essere tutta su di lui e la storia dell'azienda; anzi no la storia di Tramonti. Di quella storia antica, fatta di aneddoti che vanno dalla pizza, al vulcano, al latte che si produceva con le mucche.
Nella vigna ci racconta come è nata l'azienda: quattro soci che da un grosso invenduto hanno deciso di aprire una nuova azienda. Con il tempo e una persona che ha creduto nel progetto, sia economicamente che psicologicamente, ora possono dirsi una delle realtà vignaiole di spicco di questo angolo di mondo, salvato tanti anni fa dalla fillossera. La persona che aveva creduto nel progetto è Carmine Valentino, rispettato enologo del mondo vinicolo. Dopo una foto di gruppo nelle viti da cui nasce "È iss", ci dirigiamo verso l'azienda per le degustazioni. Camminando mi chiede da dove vengo e io, con lo stesso orgoglio che ha colorato tutto il suo racconto, rispondo l'Oltrepò pavese.
Ci sediamo a tavola, inizia la degustazione: "per Eva", 3 bicchieri Gambero Rosso. Un bianco fatto con uve Falanghina, Ginestra e Pepella. Passiamo al famoso vino "di carattere": È iss. Rosso. Deciso. Salta una fase, la filtrazione. Ah, dimenticavo, il tutto accompagnato da un salame di maiale e un formaggio pecorino, prodotto da loro. Il sapore così piacevole del pecorino non si può descrivere qui, bisognerebbe andare direttamente in azienda per assaggiarlo.
Si passa al rosè. Un rosato delicato, personalmente piacevole al palato.
Gaetano continua a raccontare sè stesso e aneddoti di vita, come commerciale della cantina. Perché Gaetano non si lascia mettere da parte. Come se il successo di questa azienda è proprio quello che sto vivendo attraverso i miei sensi: la sinergia tra la sua capacità commerciale e il vino. Il vino prodotto dall'impegno della terra, della vite e di tutti quelli che ci lavorano dietro.
Personalità. Cosi saluto Tramonti, Gaetano Bove e "È iss", perché ha saputo stupire una a cui i rossi non piacciono.
a cura di Angelica Prevedini
Master Comunicazione multimediale dell'enogastronomia
Gambero Rosso Città del gusto Napoli Suor Orsola Benincasa