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Me lo racconta Elisa Sandri (figlia di uno dei due fondatori nonchè responsabile commerciale dell’azienda) durante la prima manifestazione di Vini d’Italia a Napoli organizzata da Città del gusto Napoli il 23 ottobre presso la Sala Congressi di Città della Scienza.
L’Azienda è nata nel 1975 dall’incontro di due giovani: Fiorentino Sandri (che da poco aveva ereditato 2 ettari di vigneto) e Mario Pojer (con un diploma di enologia fresco fresco).
Fin dalla nascita, caratteristiche peculiari dell’azienda sono l’attenzione e la tenacia in vigna, attraverso la ricerca di soluzioni adatte e diversificate a seconda del terroir, che oggi va da Faedo fino alla Val di Cembra, a cui l’azienda è arrivata da qualche tempo, e in cantina, attraverso attente ed accurate attività di ricerca e sperimentazione, creazione e implementazione di soluzioni tecnologiche di assoluta avanguardia, replicate poi da altre aziende vitivinicole del mondo.
Inizialmente il lavaggio delle uve, utilizzando una “lava uva” (progettata nel 2003), nata dall’idea di sottoporre l’uva ad una sorta di idromassaggio con bolle in una vasca che producesse un effetto tipo la “Jacuzzi” al fine di pulire i chicchi da terra, polvere, insetti e residui di vario tipo, permettendo così ai lieviti di poter “lavorare al meglio”, in condizioni ottimali per svolgere le loro attività fermentative, e non facendo disperdere le caratteristiche del territorio.
Successivamente, progettazione e realizzazione di macchinari per la follatura (che consiste nel follare, cioè bucare, e rimescolare, il cappello di bucce che emerge nel tino durante la vinificazione), di una diraspa-pigiatrice (che permette di mantenere inalterate le qualità organolettiche dell'uva e ne favorisce la fermentazione), di un sistema idraulico per pressare direttamente in vasca le vinacce dei rossi, un intero processo di separazione dei vinaccioli dalle vinacce per migliorare la qualità della grappa.
L’impegno maggiore è stato speso per un progetto legato alla lavorazione delle uve bianche, con la progettazione e successivo brevetto a livello internazionale, di una nuova tecnica di pressatura in atmosfera controllata. Il contatto con l’ossigeno ha un ruolo centrale nella produzione del vino, soprattutto bianco, ma in determinate condizioni può condizionare lo stile del vino stesso. La pressatura in atmosfera controllata serve a produrre vino con una composizione molto più fedele all’uva da cui è ottenuto, con una vinaccia qualitativamente migliore e meglio preservata dalle ossidazioni.
Ma Pojer e Sandri non produce solo vino.
Nella Distilleria, dalla distillazione delle vinacce prodotte dopo la fermentazione di tutti le uve dell’azienda, (Traminer, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Pinot nero, Muller Thurgau), si ottiene una grappa. La produzione di questa particolare tipologia di grappa e il controllo del processo di trasformazione dalla vigna al prodotto finale, hanno permesso alla Pojer e Sandri di fregiarsi del titolo di prima azienda a produrre in Trentino una grappa monovitigno. E’ una soddisfazione per un’azienda leader nel settore vitivinicolo affiancare con successo ai propri prodotti una serie di distillati, di cui vanno estremamente fieri.
La posizione privilegiata dell’azienda sul territorio ha consentito, inoltre, di produrre, in zone ideali alla coltivazione, anche frutta (mela cotogna, sorbo, ribes nero), utilizzata per la produzione di acquavite di frutta e aceti, di vino e di frutta, nell’Acetaia.
Infine, a Valbona nella Valle di Cembra, mi viene descritto con enorme soddisfazione, l’ultimo nato dell’azienda: il Maso Besleri. Ristrutturato radicalmente è destinato alla produzione di aceto di qualità, anche nella confezione spray. Nel suo interno si trova un’apposita Acetaia, ricavata da una piccola cantina, ma lontana dalla cantina aziendale per evitare contaminazioni.
Con i suoi 8 ettari di vigneti nascono un vino bianco ed uno rosso frutto ognuno di una blend di 5 differenti varietà di uva. Anche per questi prodotti si fa sentire sempre più forte il legame con il territorio. Infatti, per l’etichetta è stato indetto un concorso d’idee fotografico e la vittoria è andata ad un artista locale Egidio Pedri, scultore, disegnatore della Val di Cembra.
Si tratta di un’etichetta particolare consistente nella B di Besleri ottenuta a ricalco su una doga di botte, con nella parte bassa della B il marchio che si usava fare una volta alle pecore per il loro riconoscimento, con all’interno una P rovescio e una S ed in centro un grappolo per ricordare l’uva.
L’attenzione per i dettagli distingue ancora una volta l’azienda nel panorama nazionale.
Dopo questo appassionato racconto di Elisa Sandri, resta un unico grande desiderio…andare a vedere questi luoghi e tutto quello che è stato realizzato con tanta passione, amore, dedizione e totale legame con la propria terra.