Ogni festività ha il suo piatto della tradizione.
Come un po’ tutte le feste napoletane, il giovedì santo oltre ad un lato sacro ha un lato profano che riguarda il lato tradizionale della cucina napoletana, la zuppa di cozze, o più propriamente detta ‘a zupp’ ‘e cozzeche, con tanto di forte e “fresella” (pane biscottato e reidratato) spugnata con l’acqua delle cozze e il pomodoro che si mangia la sera: una vera prelibatezza!
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La tradizione parte da lontano e precisamente dal tempo di Ferdinando I di Borbone, monarca golosissimo di pesce, di frutti di mare e di cozze che lui stesso pescava nelle acque sotto Posillipo. Spesso soleva farsele approntare in maniera piuttosto sontuosa con una ricetta di sua invenzione (cozzeche dint’â connola) ma dovette accettare l’ammonimento di un suo frate che gli consigliava di non eccedere con peccati di gola, almeno durante la settimana santa. Il monarca, furbescamente, per non rinunciare alle sue cozze tanto gradite ordinò ai cuochi di preparargli, il giovedí santo, prima di recarsi a via Toledo per lo struscio di rito, i mitili con una preparazione meno sontuosa e si fece servire in tavola la zuppa di cozze con pomidoro e salsa forte di peperoni. La notizia uscí dalle cucine di palazzo e si diffuse per la città e da quel giorno non vi fu più, dapprima fra la borghesia e poi tra tutto il popolo, chi seguendo l’esempio del re si facesse mancare quella gustosa zuppa.
Quindi, non è Pasqua se il giovedì santo non si mangia la zuppa di cozze.Â
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